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Hackett: “Trinchieri mi ha convinto con due telefonate, ma prima la Nazionale”

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Hackett è pronto per l'arrivo al Bamberg
Hackett è pronto per l’arrivo al Bamberg

Daniel Hackett è pronto a tornare in campo e lo farà da ottobre con il Bamberg di coach Trinchieri, mentre quest’estate sarà impegnato con la maglia azzurro. Il giocatore di Forlimpopoli è carico per il suo ritorno in campo dopo l’infortunio e si racconta in questo momento cruciale a La Gazzetta dello Sport.
C’è da ripartire dopo l’infortunio. «L’infortunio è ormai passato, vedrete il vero Daniel. Praticamente l’unico infortunio in carriera. È alle spalle, sono passati sei mesi, non mi faccio più paranoie, a posto, sono tranquillo. All’inizio è stato drammatico, poi a Pesaro dagli amici la famiglia mi ha aiutato a superare il momento di down mentale. Si torna, anche più forti di prima, e si cresce. La nascita di mia figlia va oltre a tutto, sto imparando a fare il padre. Ma dopo sei mesi, certo che ho voglia di giocare e dimostrare che sto bene».
Due anni all’Olympiacos sono stati importanti, soprattutto con un giocatore come Spanoulis. «Abbiamo vinto insieme, è stato una guida e un amico, mi è stato vicino, nonostante l’infortunio ha avuto fiducia in me. Tutta l’esperienza ad Atene e nell’Olympiacos è stata una benedizione. Ci tenevo a tornare ma non ho rimorsi: la campagna dei tifosi per tenermi dimostra che mi volevano bene, anche lo spogliatoio e il coach, ma se una società non si sente di rinnovare con un giocatore che è stato infortunato lo accetto. Avrò modo di farli ricredere dimostrando che sto bene. Ne esco col sorriso».
Adesso arriva la Nazionale. «Mi sto allenando, anche durante il camp l’ho fatto, in accordo con lo staff azzurro. Arriverò in Nazionale da Hackett: quando ho giocato, ho sempre dato il mio meglio. Non so come andrà dopo sei mesi senza partite, ma ho goduto del costante controllo dello staff, che mi ha dato la benedizione».
Il CT sarà ancora Messina.«Ettore è un secondo padre, mi ha dato una grande opportunità, mi scrive, mi ha seguito durante l’infortunio. Darò tutto quello che ho, il mio meglio. Sarò il primo a tirarmi fuori se fisicamente non sarò in grado, ma devo a Ettore la possibilità e la voglia di provarci e arrivare pronto: lui ha fiducia in me e io in lui, vogliamo fare qualcosa di importante per la Nazionale».
Pianigiani-Milano, un matrimonio particolare. «Non so come commentarlo: conosco bene Simone, il suo background, ho avuto il piacere di giocare per lui ed è un allenatore di livello stellare. È una scelta tosta, sappiamo tutti che Milano è una piazza esigente, particolare, in cui bisogna fare quattro volte meglio di una piazza normale. Voglio bene a Simone e gli auguro il meglio».
Alla fine il mercato l’ha portata in Germania.«Dall’Italia nessun contatto: dovessi un giorno tornare lo farei volentieri per le mie due squadre del cuore, Pesaro e Siena. Ma non adesso. Stiamo finalizzando l’accordo con Bamberg. Sono bastate due telefonate di Trinchieri per convincermi, al di là del lato economico: mi vuole al centro del progetto. Ma prima c’è la Nazionale.»