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Madison Square Garden NBA – Una notte al Madison Square Garden, nel segno della rinascita dei New York Knicks

NBA – Una notte al Madison Square Garden, nel segno della rinascita dei New York Knicks

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New York, 13 Maggio – dall’inviato Ruben Portelli

Si sente la primavera a New York: la temperatura a stento raggiunge livelli primaverili (e non e’ una notizia qui) pur essendo già metà Maggio, e i rooftop bar stanno iniziando ad aprire e prepararsi per la stagione estiva – con estrema calma, date le ancora presenti misure anti-COVID in città, che comunque si stanno lentamente allentando.

La Sixth Avenue vista dal Madison Square Garden
La Sixth Avenue vista dal Madison Square Garden

Per una volta, però, l’aria della primavera non corrisponde ad un “rompete le righe” per il basket newyorkese. Le due squadre NBA della città, i New York Knicks e i Brooklyn Nets, sono già qualificate ai playoffs addirittura in anticipo rispetto alla fine della stagione, e senza passare dal play-in. Se per la squadra di Steve Nash la partita era relativamente facile visto l’organico a disposizione, per i Knicks di coach Thibodeau è stata una stagione incredibile ed insperata. Senza offesa per i bianconeri di Brooklyn, la New York cestistica è, e sempre sarà, bluarancio – se non altro per ciò che il Madison Square Garden rappresenta per questa città.

L’aria dei playoff si sente, e vibra forte, come non succedeva da anni. Per i Knicks, esattamente 8 anni, quando al MSG giostrava un certo Carmelo Anthony, ancora nel fiore della sua carriera. Quei Knicks nella postseason non durarono molto, sconfitti al primo turno per 4-2 dagli Indiana Pacers (manco a dirlo) di George, Hibbert e Stephenson.

Questa e’ la notte del ritorno di coach Pop da queste parti, ancora alla guida dei San Antonio Spurs, che probabilmente affronteranno il play-in tournament e, chissà, magari i playoff un’altra (l’ennesima per Popovich) volta. La notte della nomina di Randle a giocatore del mese ad Est, con i cori del Garden (si, c’è già un buon pubblico nelle arene NBA) ad invocare “MVP, MVP” per l’ex Laker. La notte dopo il ritorno ufficiale dei Knicks ai playoffs.

Knicks vs Spurs, Madison Square Garden, 13 Maggio 2021
Knicks vs Spurs, Madison Square Garden, 13 Maggio 2021

Oltre ai playoff, è lo spirito Knicks però, almeno in questa stagione, ad essere tornato. La ruvidità di coach Tom Thibodeau, la sua intensità difensiva sublimata in questo nucleo. Partendo dai fedelissimi Derrick Rose e Taj Gibson, che erano con lui negli anni dei Bulls. Proseguendo con Julius Randle, che incarna a meraviglia quello che Thibs vuole – intensità, corsa, aggressività in aggiunta ad un’ottima produzione offensiva. Non di meno ha contribuito RJ Barrett – la scelta numero tre due draft fa, e che aveva parzialmente toppato nel suo anno da rookie, salvo viaggiare a oltre 17 punti a partita quest’anno.  Continuando con il rookie Immanuel Quickley, energia pura dalla panchina e decisamente una delle pietre angolari del futuro della franchigia, gia’ beniamino del Garden. Thibs è stato capace perfino di rivitalizzare Nerlens Noel, ovviamente nemmeno vicino ad onorare la prima scelta assoluta al draft che gli fu assegnata anni fa, ma comunque utile, utilissimo nel gioco sporco vicino a canestro che il coach gli chiede. A lui come a Mitchell Robinson, il centro titolare, purtroppo vittima di un infortunio che ne ha chiuso la stagione anticipatamente.

In tutto questo celebrare della franchigia posseduta da James Dolan – amato, ma molto più odiato dai tifosi dei Knicks, ed accusato sempre più spesso di badare più ai risultati economici che quelli sportivi – si susseguono le celebrità sugli schermi del Garden – da Derrick Rose, che non gioca per un riacutizzarsi di un problema alla caviglia (ma pare più un turno di riposo pre-playoffs) a Michael J Fox, indimenticato attore sulla breccia negli anni ’90, a coach John Calipari, divinità del college basketball e visto per qualche tempo anche in NBA, ora allenatore di Kentucky in NCAA.

John Calipari
John Calipari

Certamente la sfida in scena, con i San Antonio Spurs che visitano New York, non è priva di spunti. I Knicks devono ancora sperare in un posizionamento migliore del sesto, con l’obiettivo di raggiungere magari ancora il quarto posto (occupato dagli Atlanta Hawks di Gallinari). Dall’altra parte sfida ancor più significativa e delicata per i texani, che sono l’unica squadra (insieme ai Wizards) che ancora non ha matematicamente raggiunto il play-in tournament – potrebbero farlo con una vittoria al Garden. E le motivazioni degli Speroni si vedono in campo.

Gregg Popovich è indomabile, segue ogni azione dei suoi con passione e trasporto e non si lascia scappare le sue tipiche frecciate agli arbitri una chiamata sì e l’altra pure. Thibs è apparentemente più tranquillo, anche quando i Knicks si trovano sotto di 16 ad inizio terzo quarto. Il pubblico di New York è sempre lo stesso – incline all’esaltazione ed alla disperazione più totale da un momento all’altro – pur se piuttosto taciturno in questa serata, sia per la capienza ridotta che per l’importanza relativa della sfida per i Knicks.

Knicks-Spurs, ultimo quarto
Knicks-Spurs, ultimo quarto

Sta di fatto che, in campo, per New York spinge il solito Randle coadiuvato da Burks, Barrett si vede a tratti e si sente l’assenza di Rose. Per gli Spurs, oltre al già citato intensissimo Popovich dalla panchina, si vede come Poeltl abbia preso sempre più coraggio, mentre DeRozan e Murray abbiano in mano la fase offensiva della squadra.

La partita e il pubblico si infiammano nell’ultimo quarto, con i Knicks che recuperano dal -18 fino al 79-77 su una tripla di Burks, sospinti da un risvegliato Barrett oltre che dall’energia di Bullock e Gibson. Gli Spurs non riescono ad arginare soprattutto Burks, che chiude con 30 punti e i due tiri liberi del 100-96 che di fatto chiudono il match. San Antonio ne ha 27 da DeRozan, mentre Murray e Walker IV spariscono sul più bello con solo 14 e 12 punti a testa, e deve rimandare la qualificazione al play-in alle due gare finali.

Sulle ali di “New York State of Mind” di Billy Joel, un mito del Madison Square Garden – musicale, stavolta – scende il sipario su una serata da vincenti, per una città che sta tornando a sorridere dopo tante lacrime, cestisticamente parlando. Nel silenzio e nella solitudine del Garden, vi lasciamo a queste note.