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NBA Finals: Bucks o Suns, chi avrà l’anello al dito?

NBA Finals: Bucks o Suns, chi avrà l’anello al dito?

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Habemus Finals. Dopo 2160 partite di regular season, le emozioni del nuovo format dei play-in e 14 serie di playoff ricche di sorprese, abbiamo finalmente i nomi delle due squadre che si contenderanno il Larry O’Brien Trophy per la stagione 2020/2021: Phoenix Suns e Milwaukee Bucks.

Due squadre che nel corso dell’annata hanno mostrato le proprie potenzialità e raggiunto meritatamente l’atto conclusivo della stagione. Due small market, che dopo le Finals tra Los Angeles Lakers e Miami Heat disputate nella bolla di Orlando lo scorso ottobre, tornano a guardare dall’alto al basso il resto della lega, “ribellandosi” ai super team che vanno ormai sempre più formarsi nei grandi mercati.

Phoenix e Milwaukee hanno però intrapreso due percorsi differenti per arrivare allo stesso traguardo e per questo meritano un’analisi separata l’una dall’altra.

Il percorso dei Phoenix Suns
Il miracolo sportivo targato Suns parte oltre un anno fa, quando nella “bubble” di DisneWorld, i ragazzi di coach Monty Williams sfiorarono, in gran rimonta, un clamoroso approdo ai play-in grazie ad un record di 8-0 nei “seeding games”.
Durante la off season la trade impostata dal GM James Jones per portare Chris Paul in Arizona si è rivelata essere la mossa giusta per far fare il definitivo salto di qualità ad una squadra giovane, ricca di talento, ma bisognosa di un vero leader carismatico. CP3, grazie anche ad un fortissimo legame di amicizia che lo lega a coach Williams, ha preso in mano le redini dello spogliatoio, facendo crescere esponenzialmente ogni singolo compagno. Booker si è confermato uno scorer eccezionale, dimostrando di poter giocare da protagonista anche su palcoscenici di alto livello. Bridges e Johnson sono maturati nel corso dell’anno, ma è stato soprattutto DeAndre Ayton a mostrare finalmente sul parquet tutte le qualità che lo portarono ad essere la prima scelta assoluta nel draft 2018. Le aggiunte di Jae Crowder e Torrey Craig si sono inoltre rivelate fondamentali, così come le conferme di Dario Saric e Cameron Payne.
In stagione regolare i Suns, grazie ad un gruppo molto affiatato e ad alcune difficoltà avute da quelle che erano considerate le squadre favorite, hanno ottenuto il secondo miglior record nella Western Conference (51-21) ad una sola partita di distacco dagli Utah Jazz.
Al primo turno playoff, dopo essere finiti sotto 2-1 contro i Los Angeles Lakers ed aver avuto un Paul a mezzo servizio per un problema alla spalla destra, i ragazzi di Monty Williams hanno reagito alla grande al momento di difficoltà, vincendo la serie 4-2, sfruttando al meglio il forfait di Anthony Davis dovuto ad un infortunio all’inguine rimediato nel corso di gara-4. Al secondo turno Phoenix ha poi spazzato via 4-0 i Denver Nuggets privi di Jamal Murray e nelle finali di Conference ha avuto la meglio, in sei partite, sull’altra squadra di L.A. ovvero i Clippers, orfani di Kawhi Leonard infortunato, ma restii ad arrendersi facilmente.
Chris Paul si è così guadagnato per la prima volta in 16 anni di carriera la possibilità di giocarsi il titolo alle Finals, con la franchigia dell’Arizona che punta ora a festeggiare la vittoria del primo anello della propria storia, dopo due serie finali perse nel 1975/76 contro i Boston Celtics e nel 1992/93 contro i Chicago Bulls di Michael Jordan.

Il percorso dei Milwaukee Bucks
Parte da ancor più lontano il percorso che ha portato i Milwaukee Bucks ad approdare a queste Finals NBA. Fino a pochi anni fa a serio rischio ricollocazione, la franchigia ha trovato in Giannis Antetokounmpo la star di cui aveva bisogno per provare ad aprire un ciclo ricco di successi in quel di Milwaukee. La nuova proprietà ha investito ingenti somme di denaro per costruire un modernissimo centro d’allenamento ed un’arena nuova di zecca – il Fiserv Forum – che permettesse alla squadra di restare in Wisconsin e di riportare entusiasmo in una città che con il basket aveva avuto poca affinità fino a quel momento. I tifosi, dopo anni di mediocrità durante i quali si recavano all’arena solo per vedere le stelle delle squadre avversarie, hanno risposto presente alla chiamata ed ora riempiono costantemente in più di ventimila unità il ‘deer district’, mostrando immensa passione per i propri beniamini.
Passione ripagata sul parquet, con i Bucks finalmente in grado di conquistare le Finals solo sfiorate nel 2019, quando avanti 2-0 sui Toronto Raptors nelle finali della Eastern Conference vennero rimontati e sconfitti 4-2.
In seguito alla deludente stagione 2019/20 conclusasi al secondo turno playoff per via dell’eliminazione subita dai Miami Heat, durante la off season il GM dei cervi Jon Horst si è mosso sul mercato per mettere a disposizione di coach Mike Budenholzer una squadra maggiormente competitiva, in grado di poter tentare l’assalto al titolo. È sbarcato a Milwaukee da New Orleans Jrue Holiday in cambio di Eric Bledsoe e George Hill, mentre dopo esser sfumato l’arrivo di Bogdan Bogdanovic tramite Sign&Trade da Sacramento, Horst ha puntato le proprie fiches su Bryn Forbes e Bobby Portis con l’intento di allungare le rotazioni in regular season e permettere ai titolari di arrivare più freschi e riposati ai playoff. Fondamentale è stato anche l’inserimento di PJ Tucker a stagione in corso, con l’ex Houston Rockets giunto ai Bucks tramite trade a marzo e fin da subito grande protagonista con la sua intensità difensiva.
Grazie a questa nuova politica Milwaukee ha disputato una stagione regolare diversa da quelle a cui aveva abituato. Non c’è più stato il dominio totale della classifica, bensì si è cercato di ottenere il miglior piazzamento possibile centellinando al massimo le energie. Una volta giunti alla post season con il terzo seed i Bucks si sono trovati dinnanzi i Miami Heat, sui quali si sono presi la rivincita con un netto 4-0. Al secondo turno si è assistito al fascino della sfida contro i Brooklyn Nets dei big three Harden, Irving, Durant. Al termine di una serie di 7 partite caratterizzata da mille turning point, Milwaukee ha strappato la qualificazione alle finali della Eastern Conference, eliminando i Nets che hanno perso per strada prima Harden e poi Irving a causa di guai fisici. La sfida in finale con Atlanta si è conclusa in gara-6, cosicché Milwaukee è riuscita a tornare alle Finals, nonostante l’infortunio di Antetokounmpo in gara-4, dopo ben 47 anni d’attesa.

I precedenti stagionali cosa ci insegnano?
Quando si arriva alle Finals NBA è inutile fare pronostici perché, come ci insegna la storia, tutto può succedere. Per Milwaukee sarà sicuramente fondamentale il recupero del ‘Greek Freek’ (attualmente doubtful per gara-1), mentre Phoenix si presenta ai nastri di partenza di queste Finals col roster al completo, seppur con qualche giocatore acciaccato, pronta a sfruttare l’eventuale forfait di Giannis.
Per capire cosa potremmo aspettarci da questa serie finale possiamo dare uno sguardo alle due partite giocate in stagione regolare. In entrambe le occasioni si è trattato di due sfide entusiasmanti, decise soltanto nei secondi finali, con due successi targati Suns con un solo punto di scarto.
Nel primo incontro stagionale, disputato l’11 febbraio, Phoenix si impose 125-124 sul parquet di casa. Malgrado la sconfitta il dominatore della partita fu Giannis Antetokounmpo che segnò ben 47 punti ai quali aggiunse anche 11 rimbalzi. Il greco fallì però il tiro che avrebbe consegnato la vittoria ai suoi e venne apertamente sfidato al tiro da tre punti per tutta la gara, anticipando come il tiro dall’arco dell’ex due volte MVP sarà un fattore in questa serie finale. A guidare i Suns furono invece Devin Booker e Chris Paul autori di 30 e 28 punti.
Nel secondo incontro del 20 aprile Phoenix espugnò il Fiserv Forum con il risultato di 128-127 al termine di un tempo supplementare. A decidere la sfida fu un tiro libero di Booker dopo un fallo molto controverso contestato dai Bucks. In questa partita i Suns mostrarono tutto il loro potenziale corale, mandando quattro giocatori oltre quota 20 punti (Booker, Paul, Ayton e Bridges), mentre per Milwaukee non furono sufficienti gli 84 punti totali segnati dei propri big three (Antetokounmpo, Middleton e Holiday).
Basandoci su questi due precedenti si preannunciano delle Finals spettacolari ed equilibrate. Per Phoenix sarà fondamentale riuscire a mettere in campo il gioco corale che ha caratterizzato la propria annata, trovando quindi il massimo apporto da ogni singolo giocatore chiamato in causa. Per i Bucks, come anticipato, sarà cruciale il recupero di Antetokounmpo, che nei due precedenti in regular season è stato un fattore chiave. Oltre al rientro del greco, per Milwaukee sarà fondamentale riproporre il gioco fluido visto nelle ultime ultime partite della serie contro Atlanta, che ha permesso a coach Budenholzer di trovare punti importanti anche dai vari Lopez, Portis e Connaughton, con quest’ultimo che dovrà continuare a rimpiazzare l’infortunato Donte Divincenzo.

È dunque tutto apparecchiato per queste Finals 2021. Non resta altro da fare che mettersi comodi sul divano e accendere la televisione che stanotte alle 3 si parte alla Phoenix Arena con lo spettacolo di gara-1.

Chi si metterà l’anello al dito? Al campo l’ardua sentenza.