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Home NBA NBA PLAYOFFS – I Milwaukee Bucks tornano in finale NBA dopo 47 anni, Atlanta e Gallinari fuori a testa altissima
Credits: Jason Getz/NBA Today Sports

NBA PLAYOFFS – I Milwaukee Bucks tornano in finale NBA dopo 47 anni, Atlanta e Gallinari fuori a testa altissima

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Alla State Farm Arena di Atlanta, i Milwaukee Bucks tornano campioni della Eastern Conference e volano in Finale NBA. L’ultima volta nel 1974, ai tempi di un certo Kareem Abdul-Jabbar (all’epoca ancora Lew Alcindor) quando poi si dovettero inchinare ai Celtics in finale. Come un certo Abdul-Jabbar, così oggi un certo Giannis Antetokounmpo a guidare una città intera verso un sogno. Giannis seduto in panchina con un ginocchio in panne, ma Giannis mai domo, ad incitare e saltare nel corso di tutta la gara.

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Milwaukee che non ha sentito, per la seconda partita di fila, l’assenza del suo due volte MVP. I Bucks comandano dall’inizio alla fine, non lasciano nemmeno le briciole agli Hawks, spiritati da quella missione che era riportare la città sul Michigan dove più conta, a giocarsi il Larry O’Brien Trophy. Non solo Khris Middleton e Jrue Holiday, che con 59 punti in due (e Holiday a un passo dalla tripla doppia) trascinano letteralmente Milwaukee, ma chi non ti aspetti – ancora una volta – ossia Bobby Portis Jr, che non doveva nemmeno esserci in questa squadra, e fa ancora 12+9 dal quintetto base. E poi la tripla della staffa praticamente, quella del +10 che chiude i conti, di PJ Tucker, pessimo al tiro come ahilui spesso succede, ma fondamentale difensivamente e capace di esserci quando è contato anche in attacco.

Gli Hawks hanno il merito di rimanere aggrappati alla speranza, anche di rivedere il miglior Young – che purtroppo non si paleserà – e cambiare l’inerzia della serie, non riuscendoci. Danilo Gallinari ci mette tutto sé stesso e sfiora la doppia doppia, con 13+8 e 3/5 da tre in 23 minuti, ma forse non ne ha più. Come non ne ha più nemmeno il genietto Young, spompato con 14 punti ma 4/17 al tiro, e visibilmente provato dall’infortunio di gara 5. Ne ha invece Cam Reddish, alla seconda partita dal rientro, che chiude con 21 punti e 6/7 da tre – con lui a pieno regime che potrebbe esserne di questi Hawks?? – e ne ha anche Bogi, che si rivede col sorriso e con 20 punti. Doppia doppia anche per Collins, e Hawks che comunque alla fine rendono l’onore delle armi con la schiena dritta e il mento alto. 

Per il nostro Danilo, che è riuscito a raggiungere il livello più alto della sua carriera – giocare una finale di Conference – proprio dopo l’estate in cui tutti lo avevano denigrato per una scelta (apparentemente ai più) dettata dal portafogli più che dal progetto, e al quale devono andare le scuse di molti fan, oltre che ai complimenti per come questa finale l’ha giocata. Per Nate McMillan, subentrato a stagione in corso e che si è tolto più di un sassolino dalla scarpa dopo l’avventura con i Pacers. Per Trae Young, emerso a stella abbagliante e contender per il titolo da oggi e per chissà quanti anni. Per una Atlanta che, con l’aggiunta di Reddish e Hunter, persi per gran parte della stagione, punta dritta al titolo ad Est così com’e’.

Onori invece che vanno a questi Bucks, capaci di scrivere la storia e pronti a scriverne un altro pezzo, ossia vincere il titolo – e non succede dal 1971. Lo faranno molto probabilmente con Giannis in campo e col coltello fra i denti, consapevoli dell’importanza di prendere questo treno. Ma lo stesso identico treno sta passando anche per i Suns e per CP3. Sara’ una grande finale.