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NBA – Chicago-Thibodeau: un matrimonio che doveva finire

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“Resto qui finchè non mi cacciano!” Questo aveva detto Tom Thibodeau qualche giorno prima della sua cacciata a chi gli chiedeva della probabile fine del rapporto con i Bulls. Chissà se la sua era solo una boutade e se l’epilogo lo ha preso davvero di sorpresa ma tanti, troppi elementi ci fanno propendere per un’interpretazione diversa.

La coppia Bulls-Thib era apparsa negli ultimi tempi come quelle coppie dove tutto va superficialmente bene ma si cova un malessere profondo e un pò inspiegabile. Il matrimonio tra il coach e Chigago pareva ormai aver perso passione. Sul campo questo si trasformava in una squadra con una forte identità consolidata e oggettivamente forte a cui però pareva mancare sempre la consapevolezza del colpo grosso e questo, in sede di playoff è decisivo. Non è un caso che i Cavs, pur essendo stati costruiti sostanzialmente l’altro ieri, oggi siano in finale, forti di una piena consapevolezza nelle loro capacità, oltre ad essere dotati di un discreto giocatore creciuto in zona, ma questa è un’altra storia. Come tante storie d’amore pure questa si è conclusa male, con il GM Foreman che ha sostanzialmente bollato Thibodeau come qualcuno che ha fallito senza mezzi termini nel suo compito. Dire che Thibodeau ha fallito ai Bulls appare una palese eresia visto che và via con una percentuale di vinte attorno al 64%, un

titolo di allenatore dell’anno in tasca e la capacità di aver sostanzialmente costruito giocatori che non era pensabile arrivassero a quei livelli, l’ultimo è Jimmy Butler ma tanto gli deve anche il nostro Marco Belinelli, senza dimenticare alcuni picchi irreali raggiunti da Nate Robinson.

Le dichiarazioni del front-office dei Bulls si spiegano alla luce di rapporti che erano andati a incrinarsi nel tempo. I primi scricchiolii si ebbero già qualche stagione fa quando, in sede di Draft, a spuntarla fu Foreman che impose il “suo” Marquis Teague in loco di Draymond Green.

L’anno dopo ci fu la controversa scelta di allontanare Ron Adams, assistente e uomo di fiducia di Thib ma il vero strappo c’è stato quest’anno. Thibodeau è stato sempre famoso per la sua durezza negli allenamenti e ha portato a contrasti con lo staff medico. C’è voluto poco prima che a Thib fosse addossata almeno una parte della colpa degli infortunii e della tendenza dei Bulls ad arrivare cotti a fine stagione. Le divergenze con lo staff medico non sono nuove agli allenatori Nba. Il precedente simile è quello di Lionel Hollins, allontanato da Memphis dopo aver raggiunto vette insperate dai Grizzlies fino ad allora. In estate Thibodeau, che ha sempre avuto l’appoggio dei giocatori, aveva persino convinto Noah a mantenersi in allenamento con un programma personalizzato da lui appositamente preparato.

Poteva finire meglio e forse sarebbe stato anche più giusto così ma ora c’è già il futuro. A Chicago arriverà presumibilmente Fred Hoiberg, che bene ha fatto con Iowa State e che è solo l’ultimo risultato del trend che ha portato ad allenare in Nba ex allenatori Ncaa. Thibodeau presumibilmente non farà fatica a trovare estimatori, visto che si parla di lui come pretendente per qualunque panchina della lega. Al coach è arrivata poi la stima del tifoso Bulls Barack Obama, che si è detto costernato dal suo esonero. Con uno sponsor così difficilmente si resta disoccupati.

Ph. Credits to Kevin Tao