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Luka Doncic: “I Playoffs sono più importanti del ROY”

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Luka Doncic

Si dice che “la stagione è appena iniziata”, ed è vero. Non è neanche un mese che gli appassionati di NBA del vecchio continente hanno cambiato la propria routine giornaliera o vanno al lavoro con le occhiaie. In ogni caso, dieci partite iniziano ad essere indicative, e i detrattori di Luka Doncic si sono dovuti ricredere. Coloro che pensavano che il giovane sloveno, perla del Real Madrid, avrebbe fatto fatica ad adattarsi al nuovo tipo di pallacanestro, sono ammutoliti di fronte ai 19.5 punti, 6.5 rimbalzi e 4.4 assist di media del rookie dei Dallas Maveriks.

Luka Doncic, che in NBA gioca più che altro in posizione di ala grande, quando a Madrid era impiegato come playmaker e in nazionale giocava in posizione di guardia di fianco a Goran Dragic, ha già dimostrato di avere talento e mezzi per diventare uno dei più grandi giocatori europei nella storia della pallacanestro statunitense, “rubando” la scena proprio al suo attuale compagno di squadra Dirk Nowitzki.

Il diciannovenne balcanico non si monta la testa, e dopo aver vinto tra protagonista l’EuroBasket con la Slovenia e l’EuroLega con il Real Madrid, si gode la sua avventura negli States.

“È stato incredibile trovarmi faccia a faccia con LeBron James l’altro giorno quando abbiamo giocato a Los Angeles,” – ha dichiarato il giocatore in occasione di una Conference Call organizzata da NBA Global Media lunedì scorso – “l’ho sempre visto come un idolo… sarà un giorno che non dimenticherò mai”.

Con i suoi numeri, Luka Doncic è attualmente il rookie che segna più punti a partita, secondo nella classifica degli assist e quarto per quanto riguarda i rimbalzi. In molti lo considerano già un favorito per conquistare l’ambito premio al Rookie Of the Year a fine stagione.

“Certamente sarebbe un riconoscimento speciale per me, e anche per la squadra. Ma come prima cosa, il mio obiettivo principale è quello di qualificarci per i Playoffs, i premi individuali vengono dopo”.

Le sue statistiche come rookie possono essere comparate con quelle che aveva registrato un certo Michael Jordan durante il suo primo anno NBA.

“Michael Jordan è il miglior giocatore della storia: non posso compararmi a lui, anche perché lui ha avuto una carriera straordinaria in NBA, io sono solo all’inizio”.

Quando un giovane campione proveniente da una realtà europea vincente sbarca in NBA ci sono tanti cambiamenti. Innanzitutto la dinamica di squadra: da un Real Madrid che aveva vinto tutto ai Dallas Mavericks, per i quali  qualificarsi ai Playoffs nella competitiva Western Conference sarà davvero complicato.

“Effettivamente non è facile, perché sono una persona che s’intristisce parecchio quando perde. Per me è stato duro sopportare le sconfitte… Ma sono sicuro che miglioreremo come chimica di squadra e arriveranno delle belle vittorie”.

Il cambio di vita e di paese, invece, non è stato complicato per Luka, perché c’era già passato.

“Mi sono trasferito da casa mia in Slovenia alla Spagna quando avevo 13 anni. Quello era stato un grande cambiamento. Ora non è stato un problema venire a Dallas: mi sento come a casa qui”.

Rispondendo alla domanda proposta da noi di Basket Italy, il giovane talento dei Mavs ha confermato che il nuovo format dell’EuroLega l’ha aiutato a dare il “grande salto”.

“Certo, a volte ci sono tre partite a settimana, penso che il nuovo format dell’EuroLega sia migliore perché si disputano più partite”.

Il gioco in NBA è più veloce rispetto a quanto Luka era abituato in Europa.

“Il gioco è molto più rapido, certo, ma me l’aspettavo, quindi non sono sorpreso. È più veloce e anche più fisico”.

Luka Doncic ha confermato che, come tutti i giovani che dall’Europa sbarcano in America, sta lavorando per migliorare la sua condizione atletica. Ogni giornata di NBA che passa, osservando le sue statistiche e i suoi highlights ci si chiede quale sia il suo limite, perché l’inizio nel campionato migliore del mondo è stato davvero promettente, e se il buongiorno si vede dal mattino…