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Ieri incontro tra il ministro Vincenzo Spadafora, Carlo Sibilia e gli ultras del basket

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Nella mattinata di ieri incontro a Roma del ministro Spadafora con una delegazione in rappresentanza degli ultras del basket

Di seguito il dettaglio dei punti presentati a palazzo Chigi …

1 “Aiuti economici concreti alle Società per non vederle sparire assieme al loro bagaglio storico e ai propri tifosi”

Punto alquanto delicato da trattare e all’apparenza estraneo alle competenze del mondo ultras, ma in realtà fondamentale per la sopravvivenza del intero mondo del Basket e di conseguenza anche dei gruppi che lo seguono dalla curva.

Le restrizioni adottate per contrastare la ormai nota pandemia, prevedono un ingresso inizialmente contingentato al 30% della capienza dei palazzetti. Prendendo come base questo dato, il futuro che attende il nostro sport preferito è alquanto drammatico.

Considerando che la quasi totalità delle società sportive, in primis il basket, sopravvivono grazie al botteghino e alle sponsorizzazioni, le quali sono direttamente proporzionali all’affluenza di pubblico, il tracollo finanziario del pianeta Basket è cosa quasi certa se non si interviene con un piano economico concreto atto a salvaguardarne il futuro.

La capienza media registrata durante il girone di andata della stagione 2019/20 del campionato di serie A1, ante lock down, aveva registrato un ottimo 67,49%, con ben 5 squadre che erano arrivate oltre la soglia del 90%. (Sassari 91,3 – Treviso 90,0% – Brindisi 92,9% – Bologna Fortitudo 98,6% – Venezia 98,10%).

Imporre a questo dato una soglia massima del 30% (al di sotto del fanalino di coda di un ipotetica classifica che vedrebbe Roma ultima ad un 32,5%), significherebbe stroncare le entrate di tutti i club della massima serie per le quali, come già accennato, botteghino e sponsor rappresentano il 70-80% degli introiti.

Abbiamo deciso di prendere ad esempio la massima serie, poiché è quella che gode della fortuna di avere dei proprietari delle società che in alcuni casi riescono a far fronte ad eventuali carenze economiche.

Se spostiamo lo sguardo in altre realtà, già dall’ A/2 la situazione diventa molto più drammatica.

A questo va aggiunto anche un aumento dei costi di gestione della prossima stagione per rispettare il protocollo anti Covid. La spesa viene stimata dalle società in circa 110.000€ per arrivare fino a 170.000€ a seconda del piazzamento in classifica e di eventuale partecipazione ai play off (dati raccolti tramite interviste dirette alle nostre società).

Il Basket non è solo massima serie. Giocatori ben pagati e spettacolo. Il basket è anche lavoratori delle Società, cultura sportiva per bambini e adulti, indotto – alberghi piuttosto che trasporti – ma è soprattutto 581.082 spettatori che lo hanno seguito nel solo girone di andata del 2019/20 nella massima serie, a cui si devono aggiungere tutti quelli delle serie minori. Ed è per questo che anche noi ci sentiamo in dovere dire la nostra e di chiedere delle tutele. Perché noi ultras siamo parte di quel mezzo milione di persone/cittadini.

Parte attiva, fedele e indispensabile allo spettacolo. Noi siamo i custodi della storia dei club. Coloro i quali tramandano di padre in figlio l’amore per una maglia, gli aneddoti che la riguardano e ancora oggi siamo coloro i quali cercano di guardare al futuro assieme ai propri colori. Non possiamo essere trascurati. E non vogliamo perdere parte della cultura sociale delle nostre piazze vedendo scomparire società che con se porteranno via storia, passione e coesione sociale.

La cura a tutto questo non si può limitare a quanto previsto con il “Decreto Agosto” con il quale sono stati stanziati 90.000.000 € per oltre 63.000 società iscritte al CONI. Soldi che in ogni caso non sarebbero neanche versati direttamente alle singole società, ma sotto forma di credito d’imposta agli sponsor che decidono di aiutarle.

Dunque soldi derivanti da altre società anch’esse vittime della crisi che attanaglia l’intera nazione.

Detto ciò sembra indispensabile ai nostri occhi un iniezione di liquidità entro la fine della stagione. Stagione che qualcuno vuol far iniziare il prima possibile navigando a vista e a fari spenti.

2 “Tempi certi ed inderogabili per la definizione di anticipi, posticipi e dibattimenti per eventuali restrizioni inerenti esigenze di ordine pubblico”

“L’attuale fascino della pallacanestro, oltre che dall’intrinseca bellezza dello sport, è dato dalle tante sfide –spesso fra squadre rivali- cominciate sin dagli anni ’80; l’altra faccia della medaglia consiste nella concreta possibilità che le suddette trasferte possano essere in qualche modo assoggettate a criteri di rischio per la tifoseria ospite.

L’iter che interessa i divieti nella pallacanestro prevede solitamente che ad una decina di giorni dalla gara comincino a manifestarsi i primi spauracchi repressivi con il conseguente interessamento del dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, attraverso l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, che rimanda al Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive l’individuazione delle misure di rigore da applicare; le quali vengono ufficializzate pochissimi giorni prima della gara, spesso con preavvisi inferiori alle 24 ore dall’evento. Negli ultimi anni si è registrata un’impennata di interesse verso le partite di pallacanestro e parecchie sono state classificate come a rischio; con conseguenti determinazioni e divieti e con danni economici ed organizzativi sia ai tifosi che alle società sportive.

Premessa. Sabato 4 marzo 2017 si è svolto presso una sala dell’Unipol Arena l’incontro “Meglio dentro che fuori” a cui hanno partecipato i tifosi di diverse squadre di basket dei vari campionati maggiori. Novanta minuti di dialogo con le istituzioni del basket rappresentate dal presidente della Fip Petrucci e dal presidente Lnp Basciano. Era fisicamente assente l’attuale LBA; ma era stato definito l’impegno per un ulteriore incontro, mai concretizzato, per discutere le problematiche specifiche della massima serie.

In questo contesto sono state assunte decisioni riguardo diversi punti:

• E’ stata raggiunta l’intesa di far si che le problematiche inerenti le partite considerate “a rischio” vengano affrontate con maggior anticipo e con la mediazione delle istituzioni del basket per scongiurare la necessità di rimedi estremi come i divieti di trasferta o evitando che regole più restrittive, riferite ad altri sport, debbano essere applicate anche al basket.

• E’ stata avanzata proposta affinché Federazione e Leghe si dotino di un indirizzo mail riservato ai tifosi, segnatamente ai gruppi organizzati, per la comunicazione di problematiche inerenti le iniziative legate a tifo ed alle trasferte.

• E’ stata richiesta l’adozione di una norma valida per ogni campionato così da fissare l’obbligo per le società ospitanti di non applicare prezzi superiori ai tifosi delle squadre in trasferta. Contestualmente si è richiesto che il concordato dei 50 biglietti a 10€ -ottenuto nel 2003 dagli ultras del basket- divenga disposizione e norma ufficialmente. La LNP, alla presenza del presidente della FIP, si era presa l’impegno di garantire un minimo di 200 tagliandi da riservarsi agli ospiti, da vendersi ad un prezzo identico al biglietto minimo pagato dalla tifoseria di casa; numero superabile in caso di accordo tra le società sportive per un equo scambio di biglietti. Teoricamente il recepimento di una indicazioni del CONI a riguardo dovrebbe garantire agli ospiti una quantità di ingressi pari al 10% della capienza massima dell’impianto; ma raramente viene fatta rispettare in tutte le categorie della pallacanestro ed è difficile pensare di attuarla attualmente, vista la forte variabilità delle capienze dei palazzetti italiani.

• E’ stata fatta richiesta che sia garantita una comunicazione con maggiore anticipo –almeno 15/20 giorni- di quelli che sono gli spostamenti degli orari delle partite rispetto al calendario ufficiale della stagione e dietro controllo di Federazione e Leghe, che le società si dotino di strumenti utili a ricompensare gli abbonati dei diritti perduti proprio per questi spostamenti. Laddove per diritto si intende soprattutto la possibilità di avere una quota parte del proprio abbonamento restituita o compensata da agevolazioni o sconti.

Purtroppo le volontà trapelate dai vertici della pallacanestro italiana su come trattare le partite a rischio, in tempistiche e con modalità accettabili, sono state disattese già dall’avvio dei playoff del 2017 e non sono state realmente perseguite nelle tre successive stagioni; con questo documento le rinnoviamo integralmente e con forza in attesa della ripresa dei campionati. Come ultras del basket non concederemo il fianco ad un sistema che sinora ci ha sempre e solo represso e che, pur differenziandosi da quello calcistico, ha tal volta scelto di attuare inutili quanto complicati meccanismi di vendita del biglietto; come ad esempio l’emissione di tagliandi nominali per le partite a rischio fino all’applicazione dell’anticostituzionale divieto di vendita ai residenti della provincia “ospite”. Questi pericolosi criteri hanno già contribuito fortemente allo svuotamento degli stadi, evitiamo che capiti anche nei palazzetti, e continuiamo a rivendicare la centralità e l’importanza del tifoso nella pallacanestro.”

3 “Armonizzazione delle normative concernenti i settori riservati alle tifoserie organizzate, introduzione delle standing zones attraverso opportune revisioni dei regolamenti vigenti relativi l’impiego e l’introduzione degli strumenti del tifo”

In Italia esiste una grande disparità di trattamento riguardo l’uso degli strumenti del tifo (tamburi, megafoni, bandiere, coreografie) e dei comportamenti consentiti ai frequentatori dei settori destinati alle tifoserie organizzate nel basket.

Le cause principali di questo stato di iniquità son da attribuirsi all’applicazione a singhiozzo, a macchia di leopardo e troppo spesso discrezionale, di “regolamento da stadio” e “codice etico”.

L’applicazione di queste disposizioni, diversamente da quanto avviene nel mondo del calcio, non è imposta alle società di basket e degli altri sport, ma è lasciata alla facoltà di scelta individuale della singola società.

Al contempo, però, è puntualmente messa in opera, in maniera discrezionale, dalle forze dell’ordine per giustificare sanzioni, anche attraverso costanti libere interpretazioni ed anche a prescindere dal fatto che siano state applicate o meno dalle società di basket interessate.

Sia chiaro che la soluzione che chiediamo è esattamente opposta a quella applicata al mondo del pallone, che a nostro avviso è risultata spesso liberticida.

Ciò che chiediamo è di seguire, invece, l’esempio del modello adottato in Germania, Spagna e di recente sperimentato anche in Francia;

ciò che chiediamo è che si dispongano le opportune variazioni di detti “regolamento” e “codice” nel rispetto di quelle manifestazioni del tifo che rappresentano una continuità con la tradizione e le consuetudini tipiche di chi andando ad occupare determinati settori SCEGLIE di convivere con le espressioni che li hanno sempre caratterizzati fermo restando il limite dettato dalla legalità.

Non è accettabile che disporre una coreografia, sventolare una bandiera di qualunque dimensione, battere ritmicamente su un tamburo, far uso di un megafono o occupare un posto a sedere diverso da quello indicato sul proprio biglietto\abbonamento per meglio organizzare il sostegno alla propria squadra, possa esser considerata condotta perseguibile o che i possessori di detti strumenti debbano sottostare ad identificazioni preventive che troppo spesso si trasformano in forzate assunzioni di responsabilità anche per i comportamenti degli altri frequentatori dei medesimi settori.

Non è accettabile che in alcune città sia necessario ottenere un consenso dalle questure – peraltro non previsto dalla legge per gli impianti con capienze inferiori a 10000 spettatori – per esercitare il proprio “diritto” all’uso di detti strumenti ed organizzazione del tifo mentre altrove se ne abbia libera facoltà come dovrebbe esser naturale consuetudine ovunque.

Il monitoraggio all’interno degli impianti sportivi, che prevede già rigide regolamentazioni, ha dato prova di sufficiente efficacia persino negli stadi di calcio (dove le presenze sono esponenzialmente più alte rispetto ai palazzetti) consentendo tempi rapidi nell’identificazione di chi assume atteggiamenti illeciti o in violazione dei regolamenti previsti, arrivando ad azzerare gli episodi di turbativa dell’ordine pubblico (come dimostrano le statistiche dell’osservatorio nazionale stesso).

In virtù di questo dato di fatto, non si comprende la necessità di ulteriori “scrupoli” con restrizioni illegittime e vincoli, né si comprende l’esigenza di continue identificazioni personali che spesso vengono ripetute alle stesse persone più e più volte che riteniamo oltre che inutili, lesive di quello che al pari della libertà di opinione (anch’essa troppe volte negata) dovrebbe esser un diritto di chi frequenta i palazzetti del basket così come di qualunque altro sport.

In conclusione si richiede che in deroga alle regolamentazioni generali inerenti gli impianti sportivi, in ogni palazzetto sia garantita una quota di posti non numerati, senza obbligo di rimanervi seduti – sia per le tifoserie organizzate di casa che per quelle in trasferta – ove chi sceglie di occupare quei posti possa coordinare l’incitamento alle proprie squadre e facendo libero uso di tutti gli strumenti del tifo già consentiti per legge all’interno dei palazzetti, senza ulteriori autorizzazioni (già per legge non necessarie) o preclusioni di numero e dimensione oltre uno spazio in sicurezza ad uso della persona indicata col ruolo convenzionalmente definito di “lancia cori”.

Quanto richiesto sarebbe scelta in armonia con le normative già approvate ed in vigore in diverse nazioni europee che han così dimostrato il dovuto rispetto per il ruolo che ricoprono le tifoserie organizzate all’interno di discipline sportive con grande richiamo di appassionati ed a cui viene riconosciuto di esser essi stessi parte integrante dello spettacolo sportivo.

Per Vostra conoscenza e volgendo uno sguardo al futuro, aggiungiamo che detto processo di “riconoscimento” verso il ruolo dei tifosi avvenuto all’estero, di recente ha anche sortito l’apprezzatissimo effetto di consentire per legge l’introduzione di strumenti come fumogeni e torce che da sempre erano vietati negli stadi.

A tale decisione si è arrivati proprio in virtù della grande maturità dimostrata da entrambe le parti grazie al proficuo e rispettoso confronto “diretto e costante” tra le istituzioni sportive ed i portavoce delle tifoserie organizzate, rapporto che un domani non si può che auspicare possa esser preso ad esempio anche in Italia.

Non è pensabile che in un paese civile tutti dibattiti e le proposte inerenti la gestione del tifo escludano la voce delle rappresentanze di chi è l’oggetto stesso dell’argomento trattato.

Crediamo fermamente che sia arrivato il momento di cambiare, noi siamo pronti da molto tempo e speriamo che anche questo governo lo sia.

Il documento è scaricabile in formato PDF al seguente link: http://www.fdl1970.net/web/2020-21/CUDB_081020.pdf

Gli aderenti al tavolo di lavoro che ha redatto il presente documento:
Arditi Varese
Arsan Reggio Emilia 2014
Baraonda Biancorossa Pistoia
Boys 1979 Bologna
Boys CE 2017
Bulldog Rieti
Commando Ultrà Dinamo Sassari
Curva Basket Rimini
Curva Nord Jesi
Curva Nord Trieste
Eagles Cantù 1990
Fair Play Napoletano
Fossa dei Leoni 1970 Bologna
I Fioi dea Sud Treviso
Inafferrabili Scafati 2005
Irriducibili Leonessa 2010 Brescia
Old Fans Rieti
Old Lions Cento
Onda d’ Urto Imola 1993
Original Fans Avellino
Panthers Venezia
Settore D Udine
Settore Zimmer Cento
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