Nico Mannion: “Non sono appagato del giocatore che sono, imparo da Steph Curry”
Niccolò ‘Nico’ Mannion, play-guardia dei Golden State Warriors e della Nazionale ItalBasket con cui sarà protagonista alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020, è stato intervistato da Massimiliano Graziani su Rai Radio 1 nel programma mattutino “Extratime”.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
Il suo futuro in NBA.
“Quest’anno sono un restricted free-agent. Seguo la corrente e vedo cosa succede. Dato che personalmente si debbano avere obiettivi ambiziosi, io spero di essere uno nei top-5 nei playmaker dell’NBA. Io penso che si debba avere fiducia in se stessi, questo è dove io mi vedo un giorno. Lo so che ho solo 20 anni, ma penso che ci sia molto che possa dare molto alla squadra quest’anno, quindi seguo la corrente, vedo dove mi porta e vado un giorno alla volta”.
Tornare a giocare in Italia?
“Il mio obiettivo principale al momento è continuare a giocare in NBA più a lungo possibile, mettermi in prova su questo. Più tardi magari penso che sarà bello tornare a giocare in Italia. Non c’è una squadra al momento che sceglierei… Non ho mai avuto l’occasione di giocare di fronte alla mia famiglia in Italia, non sono venuti a vedere molte mie partite… quindi penso che sarebbe speciale giocare in Italia di fronte a loro e stare vicino a loro.”
Il suo idolo.
“Crescendo è sempre stato Kobe Bryant, sul campo e fuori dal campo. Ho avuto la fortuna di incontrarlo, avrò avuto 10 anni. Per come mi ha trattato lo ha reso la mia persona preferita fuori dal campo, il miglior giocatore che abbia mai incontrato. Mi ha parlato per 10 minuti, una sensazione impressa che avrò per tutta la vita.
Negli ultimi anni ho guardato Stephen Curry e Damian Lillard, studio il modo in cui giocano e cerco di rubare loro quei piccoli segreti.”
L’importanza di giocare con un compagno di squadra come Stephen Curry.
“In questo ultimo anno ho imparato moltissimo dall’essere in contatto con un play come Stephen Curry: guardare cosa fa, parlargli, fargli domande… anche da Draymond Green, io penso che sia uno degli elementi migliori che ci siano nel basket, molto loquace e grande trascinatore. Essere intorno ad atleti del genere ti fa capire il gioco dalla loro prospettiva, guardando come lavorano. Steph Curry per me è il miglior playmaker che esista, stargli vicino è un tale privilegio che ho sempre cercato di trarne il miglior beneficio possibile e di imparare quello che potevo.”
In cosa è cresciuto Mannion e cosa deve migliorare.
“In quest’anno passato credo di essere migliorato moltissimo in difesa, semplicemente stando vicino agli atleti dell’NBA giocando con ragazzi come Curry e Jordan Poole, sono fortissimi in attacco e di conseguenza credo di essere migliorato in difesa. Penso che per me ci sono tantissimi aspetti di miglioramento in moltissimi aspetti come atleta; ho solo 20 anni, non sono perfetto in alcun modo e nulla, cerco di lavorare quotidianamente sui miei punti di forza e trasformare le mie debolezze in punti di forza. Provare a migliorare complessivamente il mio gioco penso sia la cosa più opportuna da fare, non sono appagato del giocatore che sono. Sono felice per dove sono arrivato fino adesso, ma credo ci sia ancora una lunga strada da fare.”