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Home NBA NCAA, se ne è andato coach John Thompson. Allen Iverson: “Grazie per avermi salvato la vita”

NCAA, se ne è andato coach John Thompson. Allen Iverson: “Grazie per avermi salvato la vita”

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È scomparso l’hall of famer John Thompson. Classe 1941, è stato il primo coach afroamericano a vincere un titolo NCAA: accadde nel 1984 con Georgetown e Patrick Ewing in campo battendo in finale gli Houston Cougars di Hakeem Olajuwon. All’attivo anche altre due finali perse, nel 1982 contro North Carolina e nel 1985 contro Villanova.

Fu il primo allora dell’Università di Washington DC, che ha guidato dal 1972 al 1999 dopo aver conquistato due titoli NBA con i Boston Celtics nel 1965 e nel 1966 da giocatore .

Nel 1999 l’ingresso nella Hall of Fame. Suo figlio, John Thompson III, ha guidato Georgetown dal 2004 al 2017 ed è stato assistente in USA Team dal 2017 al 2019.

Coach dell’anno nel 1985 della NABC e tre volte allenatore dell’anno nella Big East (1980, 1987 e 1992), oltre a Ewing ha allenato altri grandissimi giocatori come Allen Iverson (che durante il suo discorso alla Hall of Fame ha detto espressamente “Mi ha salvato la vita”), Dikembe Mutombo, Alonzo Mourning e Sleepy Floyd, portando in totale 26 Hoyas al Draft Nba.

Nel 1988, alle Olimpiadi di Seul da capo-allenatore degli Stati Uniti vivrà una grande delusione: nonostante la presenza in squadra di David Robinson, Danny Manning, Dan Majerle e Mitch Richmond, perderà la semifinale contro l’Unione Sovietica di Arvydas Sabonis, vincendo poi solamente la medaglia di bronzo.

Dopo quel ko, gli Stati Uniti decideranno di abbandonare la politica di inviare all’Olimpiade solo giocatori universitari e apriranno le porte alla nascita del primo Dream Team a Barcellona 1992.

“Grazie per avermi salvato la vita. Mi mancherai, ma sono sicuro che ci stai guardando dall’alto in basso con un grande sorriso. Darei qualsiasi cosa solo per un’altra telefonata da parte tua solo per sentirti dire “Hey MF”, poi parleremmo di tutto tranne che di basket”

“Possa tu riposare sempre in paradiso, dove non c’è dolore o sofferenza. Vedrò sempre il tuo viso nella mia mente, sperando di averti reso orgoglioso. “Il tuo figliol prodigo”. #Hoya4Life”