fbpx
Home Editoriali Thriller nell’Ohio

Thriller nell’Ohio

0

Irving - Curry

Un Natale così emozionante non lo si vedeva da un po’.
La magia ci ha inondato sotto forma di schiacciate, step back, stoppate come non succedeva da tempo.

Ringraziando Cielo e Sky che hanno permesso a tutti di assistere a questa Cappella Sistina fatta a pallacanestro possiamo anche avanzare delle analisi di ciò che abbiamo visto.

La prima cosa chiara e lampante è che i Cavaliers sanno chiudere benissimo su Steph Curry. Pare proprio la squadra che meglio lo contiene.
Steph chiude con 15 punti ma un pessimo 4/11 dal campo, ben raddoppiato dalla difesa Cavs che gli impedisce costantemente di ricevere comodamente sul perimetro, anche a costo di disinteressarsi di altri. Perchè sanno bene che è meglio arginarlo subito piuttosto che farlo incendiare. In più lui ci mette del suo con qualche palla persa decisamente troppo supponente.

Ma andiamo avanti. Al netto che Klay Thompson pur tirando 5/11 da tre abbia sbagliato un paio di cose non da lui, Cleveland contiene il tiro dal perimetro di Golden State. Infatti gli ospiti chiudono col 30% e un 9/30 poco brillante, mentre i Cavs vantano un 34% con un 12/35 ben distribuito tra i giocatori. Micidiale il 4/8 di Lebron che nel terzo quarto ha fatto grandinare, ma non sono da sottovalutare le due triple di Frye in uscita dalla panchina. 10 punti ma dal peso specifico non indifferente.

Già, la panchina dei Cavs. Solo tre giocatori, rotazione a 8. Frye (di cui abbiamo appena parlato), Jefferson e Shumpert.

Partiamo dal primo, autore di una delle giocate della partita

Otto punti ma dalla grande carica emotiva. La schiacciata fa esplodere la Quicken Loans Arena e gasa la squadra in un momento complicato. Sono particolari ma a volte importanti nell’equilibrio di una partita.
Shumpert non offre una grande prestazione ma mette una tripla su assist di Lebron di peso, ma soprattutto raccoglie 3 rimbalzi offensivi.

Ed eccoci infatti alla nota dolente dei Warriors: i rimbalzi offensivi concessi.
Golden State concede a Cleveland 18 rimbalzi sotto il proprio canestro, davvero troppi. Thompson solita bestia nera con 6 carambole, ma anche Lebron con 5, insomma si denota un problema di protezione sotto canestro. E gli occhi vanno su Zaza Pachulia, non proprio un fulmine di guerra, mentre si evidenzia come Kevin Durant sotto questo punto di vista sia un cardine dei nuovi Warriors. Quindici rimbalzi: da tutta la stagione è aumentato l’apporto di KD sotto i tabelloni, proprio per ovviare a questo problema. Delude sotto questo aspetto Draymond Green che limitato da qualche fallo di troppo non fornisce il suo solito apporto a rimbalzo. Ma compensa benissimo con 16 punti a referto.

                                      Zaza Pachulia #NbaVote

Durant aiuta a rimbalzo? Si ma poi nella metà campo offensiva è leggermente dominante. Capacità di segnare da ogni posizione (e si sapeva) ma soprattutto si vede la grinta e la voglia di vincere. La cattiveria che tanti speravano di vedergli. Che abbia trovato la giusta posizione? Certo avere accanto un giocatore senza palla come Klay Thompson che tiene in movimento la difesa aiuta molto.

                              Arte moderna in movimento

Poi ci sono i finali, gli ultimi minuti. Quella cosa che rendono unica ogni sfida, dove le regole saltano e arrivano i campioni. Dove il copione si tramuta in qualcosa di unico.

Atto Primo: Terremoto nell’Ohio

Irving batte Steph Curry, Kd si stacca per chiudere, Iguodala non guarda Lebron che taglia a velocità supersonica e scuote l’intero stato dell’Ohio con una schiacciata da dominio totale. Il gesto con cui continua a scuotere il ferro ricorda molto “Hulk Spacca!

Atto Secondo: Steph gonna Steph

Green ha pareggiato nell’azione precedente, rimbalzo KD (ma dai?) i Cavs rientrano male e lasciano Steph da solo. Tiro col pilota automatico, 3 punti e sbruffonagine. This is Steph. Spezzerebbe le gambe chiunque. Quasi.

Atto Terzo: Ice-Kyrie

41 secondi possesso quasi decisivo, Irving spezza un raddoppio in una maniera inspiegabile, come solo uno col suo controllo può fare. Il resto è poesia. Appoggio in reverse da chiudere in bacheca ed esporre al Louvre. -1

Atto Quarto: Defence Defence

Golden State perde troppo tempo in palleggio, i Cavs cambiano benissimo su tutti i blocchi non concedendo il minimo vantaggio agli avversari. Klay si prende un buon tiro ma fuori tempo, sarebbe bastato qualche palleggio in meno a inizio azione per una tripla probabilmente da vittoria.
Nota a margine, guardate il linguaggio del corpo di Curry. Immobile, inerte. Mai nell’azione.

Atto Quinto: Mamba Mentality

Again. Di nuovo lui. Tiro semplicemente INCREDIBILE. Trova separazione con una virata magistrale dopo che Klay lo aveva contenuto. Si conferma l’uomo dei finali, l’uomo del tiro giusto. Quello che serviva a Cleveland.
Guardate la difesa di Thompson. Perfetta, non gli lascia respiro ma lui segna comunque. Come disse dopo gara 7: Mamba Mentality.

Atto Sesto (e ultimo): The Cliffhanger

Una serie televisiva di quelle appassionanti, tipo Lost o Westworld. Si perchè Cavs-Warriors potrebbe benissimo essere un capolavoro della HBO. Infatti si chiude col cliffhanger, quella cosa che vi fa dire “quando arriva la prossima puntata?”
Ma questo non è Netflix quindi ci tocca aspettare Febbraio e poi i Playoffs decideranno se sarà ancora Finals.
Fallo o non fallo? Dal replay sembra esserci il piede di Jefferson su quello di Durant che cade, ma Live è tutt’altro che facile vedere una cosa del genere.

KD commenta cosi: “I fell. And I didn’t fall on my own.

L’intensità vista in campo ci fa pensare che una gara normale tra queste due squadre sarà difficile vederla. E la faccia di Green a inizio partita conferma questa idea

Noi vi lasciamo con una domanda che tanto gira in questi giorni: Cavs-Warriors is the new Lakers-Celtics?