fbpx
Home Editoriali Do You Remember: George Banks
Do You Remember: George Banks

Do You Remember: George Banks

0

C’è stato un tempo in cui i social network avevano la forma di piazze e luoghi di ritrovo, in cui gli “assembramenti” o meglio i gruppi, erano di fatto la lista delle amicizie e dei followers, mentre, la ricerca di un account in particolare, non passava attraverso uno spazio bianco con una lente in cui scrivere un nome, ma era rappresentato da segni distintivi inequivocabili incrociati per caso, che dovevi saper riconoscere con una certa velocità se la tua intenzione, era quella di incontrare qualcuno in particolare.
Se ci spostiamo a Sassari alla fine degli anni 90, possiamo dire che Piazza d’Italia, Via Roma e il centro commerciale Città Mercato erano i social network preferiti del periodo e, per fare una ricerca di un profilo in particolare, era necessario adocchiare una Renault Clio che girava per le strade della città.
Era l’auto che la Dinamo forniva ai suoi giocatori stranieri e che spesso, era più simile ad uno schema di Tetris umano per il fortunato possessore, che ad un vettura di cortesia.
In quegli anni, il predestinato autista più amato dai tifosi allora biancoverdi, aveva un nome e un cognome: George Banks.
Se nell’immaginario collettivo questo nome riporta a Mary Poppins, nella mente di Sassari e dintorni, rappresenta un mostro di atletismo e talento, che ha regalato le giocate più spettacolari che la mente dei nostalgici tifosi sassaresi possano ricordare.

Siamo negli anni in cui la rete non poteva fornire highlights e video di presentazione dei giocatori e, l’unico modo per togliersi la curiosità di sapere quanto fossero talentuosi, i nuovi nomi annunciati dalle testate locali durante la costruzione dei roster, era rappresentato dal godersi le partite all’interno del PalaSerradimigni; il numero di stranieri concessi in squadra era ridotto, mentre le aspettative sulle qualità dei giocatori erano inversamente proporzionali.
La spettacolarità che la coppia Haynes – Banks prima ma anche Abram – Banks poi regalava ad ogni gara, non impiegò molto a far abituare i tifosi della Dinamo ad alzarsi dai seggiolini, seppur nella carriera dell’ala centro, non mancò qualche passaggio a vuoto, che creò delle contestazioni prontamente rispedite al mittente, dall’allora presidente Milia.

Era un basket diverso, in cui in LegaDue, era possibile vedere campioni dal passato illustre, ma capaci ancora di dominare in maniera importante, tanto da vedere statistiche impressionanti per punti e rimbalzi.
In quelle statistiche, primeggia ancora in Italia il nome di Crazy George, che in una memorabile partita con Rimini, inchiodò 9 schiacciate, un record condiviso con Lock e Dawkins, ma ancora imbattuto per la LegaA (che ai tempi comprendeva anche la LegaDue).

Abbiamo chiesto direttamente all’ex n°15 della Dinamo, perché il ricordo delle sue giocate, sia ancora così vivo nella mente dei tifosi Sassaresi.
Sono passati 20 anni dalla sua ultima presenza ufficiale in maglia Dinamo, eppure ancora oggi ci sono diversi tifosi legati al suo periodo in maglia biancoverde; cosa c’era di speciale nel rapporto fra Banks e Sassari?
“Sassari è un posto speciale, di fatto mi ha dato la possibilità di conoscere, imparare e migliore il mio basket e poi, mi ha regalato un palcoscenico speciale per mostrare le mie schiacciate”.

Ha mai superato il record delle 9 schiacciate che realizzò in maglia Dinamo?
“No, non sono mai riuscito a fare di meglio, è il mio record e spero che lo rimanga per sempre anche in Italia”.

Il basket odierno è molto diverso rispetto a quello del passato, secondo lei, chi tra i giocatori con cui ha giocato a Sassari, può essere adatto alla pallacanestro moderna?
“Credo onestamente, che il basket sia davvero cambiato molto. C’è troppa abitudine a puntare sul tiro dalla lunga distanza, si tira troppo da tre e per questo, non vedo un giocatore dei miei tempi che possa essere adatto. Soprattutto con la tipologia di gioco a cui eravamo abituati”.

A proposito, sente ancora qualcuno dei suoi vecchi compagni, magari sfruttando i social network?
“Si in realtà ho avuto modo di tenere vivo il rapporto con tanti dei miei ex compagni di Sassari, ma in particolare, mi sento spesso con coach Michelini”
Un altro grande appassionato della Sardegna.
“Eh Si”.

Oggi segue il campionato Italiano?
“No, attualmente no”.
Ma in base alla sua esperienza, consiglierebbe ad un giovane giocatore americano di tentare la carriera professionistica in Italia o in Europa?
“Gli direi, che se fosse possibile, dovrebbe iniziare la sua carriera a Sassari”.
Perché?
“Perché Sassari, è capace di dare fiducia alle persone. È un luogo familiare e ti accoglie per quello che sei”.

Nel 2016 ha avuto modo di giocare una partita particolare, l’ultima al PalaSerradimigni, con le Dinamo Legends; in quell’occasione ha incontrato il presidente Milia, che ricordo ha di lui?
“Una persona davvero speciale, un grande uomo che ho amato e rispettato. Nella mia carriera è stato l’unico presidente che sembrava amasse le mie schiacciate più in allenamento e in riscaldamento che in partita. E’ sempre stato un uomo di parola”.

Vuol fare un saluto ai tifosi della Dinamo?
“Voglio dire grazie ai tifosi della Dinamo, per avermi permesso di entrare nelle vostre vite sia per giocare a basket ma anche per essere parte della vostra famiglia. Voglio bene ai tifosi e alla Dinamo, saranno per sempre la mia famiglia”.
Grazie mille

Un’altro esempio del perché ancora oggi, Sassari ricordi con piacere le giocate di George Banks


Le stagioni in maglia Dinamo di Banks furono di fatto tre seppur alternate, una rarità per gli stranieri in LegaDue in quel periodo, in cui l’unico vero motivo per firmare un contratto, era rappresentato dall’ingaggio e non dalla crescita tecnica o dal tipo di visibilità disponibile; erano gli anni della presidenza Milia a Sassari, stagioni in cui il traguardo playoff regalava emozioni infinite e sogni proibiti, che la Dinamo riuscì a realizzare soltanto una decina di anni più tardi rispetto all’ultimo passaggio del suo n°15 e, anche se nel frattempo gli anni sono diventati 20, nel cuore dei nostalgici, Crazy George, rappresenta ancora un ricordo indimenticabile.