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Do You Remember? – Alvin “Boogie Boogie” Young, il campione dall’eterno sorriso contagioso

Do You Remember? – Alvin “Boogie Boogie” Young, il campione dall’eterno sorriso contagioso

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“La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.”

Questa frase è attribuita a Jim Morrison, il poeta maledetto, il Re lucertola. Una frase che ha numerosi significati attribuiti, il più importante è che bisogna sorridere sempre, in qualsiasi caso, anche se la vita non va al meglio, anche se ti va tutto storto. A seconda dell’immagine che vediamo riflessa nello specchio, possiamo essere consapevoli della nostra persona, di quanto stiamo vivendo in modo puro e trasparente e di quanto siamo sinceri nei confronti di noi stessi.

Nella pallacanestro italiana il sorriso più smagliante l’ha lasciato senza orma di dubbio Alvin Jerome Young, per tutti Alvin Young.

Alvin Young

Ma chi è Young? Nato il 12 novembre del 1975 a Port Jervis, Contea di Orange dello Stato di New York, cresce a Brooklyn, il borough più popoloso de La Grande Mela, dove a volte basta poco per svoltare nella strada sbagliata. Negli anni alla high school Bishop Loughlin, Young non giocava nemmeno a pallacanestro.
Lo spinge mamma Edna a intraprendere la via della palla a spicchi, e la scelta definitiva sul nostro amato sport ricadrà all’università, dapprima al college di Mitchell (1995-1997), per concludere la carriera collegiale alla Niagara University (1997-99).

Durante l’ultima annata muore sua madre, e Alvin risponde a quel momento durissimo e così tragico diventando il miglior marcatore del torneo NCAA, con 25,1 punti a partita. La stagione successiva è la prima vissuta fuori dai confini USA, gioca in Grecia con la maglia dell’Esperos: viene però svincolato nel febbraio 2000 a causa di problemi finanziari del club, e tornerà negli Stati Uniti a concludere l’annata nel campionato IBL, con i Trenton Shooting Stars. Si accorda con Pallacanestro Cantù nell’estate 2000, è costretto a fare marcia indietro per un infortunio al ginocchio, il quale gli impedisce l’esordio con i brianzoli prima dell’inizio del campionato (al suo posto arrivò Bootsy Thornton). Riabilitato, disputa 12 gare in patria con la canotta dei Florida Sea Dragons (torneo USBL).

2001, l’arrivo a Reggio Emilia

Nel 2001 viene notato dalla Pallacanestro Reggiana alla Rocky Mountain Summer League (Utah Jazz) e arriva quindi il suo sbarco ufficiale in Italia, coi colori biancorossi, in LegaDue. A Reggio Emilia sponsorizzata Bipop Carire e allenata da Franco Marcelletti, Alvin è lo scorer principale della squadra e trascina Reggio con le sue prestazioni: cifre che parlano di 24,2 punti, 3,4 rimbalzi e 2,6 palle rubate a partita, arrivando a segnare 43 punti in un singolo match. La Bipop Carire termina la Regular Season al primo posto, ma deve affrontare i playoff: la Pastificio di Nola Napoli di coach Piero Bucchi espugna Via Guasco nella gara-5 decisiva della Finale Promozione.

Alvin decide di rimanere in Emilia anche nella stagione successiva, ma se nel 2003 è la Sicc Jesi a fermare ancora una volta la corsa dei biancorossi, nel 2004 non c’è ostacolo che possa fermare la Reggiana verso la Serie A. Trascinata da Young, vince il testa a testa contro Jesi, con Alvin leader della squadra e trascinatore del pubblico reggiano, primo americano amato come un figlio dopo gli anni di Mike Mitchell.

Nella passerella finale contro Rimini, Alvin corre a torso nudo in mezzo ai tifosi verso il centro del campo con il suo caratteristico sorriso ricco di gioia.

2006: il ritorno in Italia e la nomina di “Giocatore del decennio di LegaDue”

Nel 2004-05 è la volta di Israele, firmando un contratto col Bnei HaSharon; l’anno dopo lo troviamo invece in Francia, dove arriva a disputare anche l’Eurolega con la casacca dello Strasburgo: nella massima competizione europea registra un high score di 26 punti contro l’Olimpia Lubiana. Svincolatosi nel gennaio 2006, torna in Israele per chiudere il campionato con l’Hapoel Ironi Nahariya.

Ecco la stagione 2006/2007 con l’Orlandina, l’Upea Capo D’Orlando, in Serie A dove registra le seguenti cifre: in 34 partite una media di 19.6 punti, 4.3 rimbalzi, 2.7 assist, con una percentuale del 50.4% da due, il 31.5% da tre ed il 74.6% dei liberi, risultando il vice capocannoniere della Lega. Con la maglia dei siciliani, Young segna 22 punti nello spareggio salvezza dell’ultima giornata fra i paladini e la Bipop Reggio Emilia, condannandola a lasciare la Serie A che lui aveva contribuito a raggiungere con le sue giocate d’intensità emotiva.

Decide nell’estate 2007 di lasciare la Sicilia e di tornare dove tanto è stato amato, a Reggio Emilia, una seconda casa per lui, dove ritrova anche un allenatore che stima come Franco Marcelletti. Alla Trenkwalder Young riconquista l’amore dell’amata e perduta Reggio e cerca di riportarla dove le spetta. Porta ai playoff un roster in cui sgomita un ragazzino di nome Nicolò Melli, che al mattino studia latino e alla sera fa impazzire via Guasco. Ma in semifinale promozione la truppa emiliana viene fermata da Jesi. E l’anno successivo la Reggio dell’Alvin Young temuto penetratore d’area, ball-handler raffinato e leader emotivo indiscusso, sprofonda dal primo posto del girone d’andata a lottare per la salvezza con una squadra completamente rivoluzionata.

Anno 2009, Alvin lascia la tanto amata Reggio e approda alla Pallacanestro Pavia di coach Walter De Raffaele. Ma l’esperienza lombarda si rivela poco fortunata nonostante 17.6 punti di media , così il 27 gennaio 2010 approda in Laguna all’Umana Reyer Venezia, per sostituire Ronald “Boo” Davis e diventa co-capitano. Nell’annata d’esordio salva gli oro-granata nella sfida per restare in LegaDue con il 78-71 all’ultima giornata sul campo di Jesi. L’annata successiva Alvin diventa Capitano, e con Keydren “Kee-Kee” Clark, Tamar Slay, Christian Di Giuliomaria, Alberto Causin.. trascina la Reyer al secondo posto in Regula Season.

La Reyer Venezia , allenata da coach Andrea Mazzon, arriva alla Finale Promozione dopo la famosa gara-5 in Semifinale contro la Prima Veroli al PalaTaliercio quando realizza il canestro partita con una tripla da 10 metri e poi, scivolando su una chiazza di sudore, si frattura il polso della mano destra.

Sotto, il video con il commento Rai Sport del compianto telecronista Franco Lauro.

Contro la Junior Casale Monferrato nella Finalissima verrà sostituito da Lance Harris, ma Venezia verrà sconfitta in gara-5 nella trasferta in Piemonte, però riuscirà a salire in Serie A dopo ricorso all’Alta Corte di Giustizia Sportiva.

E intano Alvin Young viene premiato Miglior Giocatore del Decennio della LegaDue precedendo atleti come Michele Maggioli, Trent Whiting, Randolph Childress, Mario Boni, Terrell McIntyre…

Le ultime esperienze italiane e il ritiro.

Young a Venezia rimane altre due annate in Serie A raggiungendo i playoff in entrambe le annate, nel 2012 la Reyer verrà sconfitta da Milano 3-0 nella serie e l’anno successivo dalla Pallacanestro Varese per 4-1.

Young nell’estate 2013 lascia così Venezia e vive il suo lento ma orgoglioso canto del cigno facendo da chioccia e faro per i compagni più giovani: con la Vuelle Pesaro prova a chiudere con onestà la sua ultima stagione in A (8,6 ppg e 2,4 rpg in 16 partite) nella stagione 2013-2014, poi arriva la chiamata di Casalpusterlengo, con cui in un anno e mezzo vive una nuova rinascita. Segna 15.8 punti a gara e trascina l’Assigeco alla Finale per la promozione nella nuova A2 Gold: sarà poi sconfitta da Mantova, ma quel piazzamento basta per il ripescaggio al campionato di Serie A2 Gold 2014/2015, in cui il buon Alvin non ha nulla da invidiare ai più giovani con 13.2 punti di media.

Il 19 aprile 2015, contro l’allora Sigma Barcellona, raggiunge la sua presenza n. 403 nei nostri campionati, tra A e Legadue/A2/DNA. Il suo scout dice 9 punti in 28′, quelli che gli permettono ad arrivare a quota 7073 punti segnati: sembrano solo numeri, ma sono pezzi di storia.

Così si arriva al 12 gennaio 2016. A 40 anni, “Boogie” si ritira dal mondo della pallacanestro ufficialmente declinando l’offerta dell’Apu Udine motivando il diniego con la volontà di iniziare a lavorare nel mondo della finanza neworkese.

Young Alvin Pesaro

Forever Alvin Young

Ma che fine ha fatto? A New York, nel borough di Brooklyn, si sta dedicando tutt’ora ad attività finanziarie dopo che il 25 luglio 2018 è stato introdotto nella Metro Atlantic Athletic Conference con Niagara University Athletics.


https://twitter.com/MAACSports/status/1041000890314973185?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1041000890314973185%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.basketitaly.it%2Fwp-admin%2Fpost.php%3Fpost%3D70874action%3Dedit

Queste sono le sue ultime foto pubbliche sul social Twitter.

Alvin è stato per compagni, tifosi e staff tecnici un esempio di professionalità e simpatia, amato tutt’ora da tutto il popolo della pallacanestro, e anche rispettato dagli avversari e dal pubblico. Non si è mai tirato indietro per un sorriso che dispensava a destra e manca, è stata ed è persona squisita.

Young è stato ed è un bambino che non vuole tornare a casa, il ragazzino che non ama perdere, l’amico che ama divertirsi in compagnia. L’essenza della pallacanestro, del professionista esemplare qual è stato.

Forever Young
I want to be forever Young
Do you really want to live forever?
Forever, and ever