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C’era una volta la Coppa Italia… 2009-2013, il quinquennio d’oro della Montepaschi Siena

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Mens Sana Siena, Final 8 2013 Ironia della sorte, è proprio nei giorni della F8 di Coppa Italia che Siena attraversa nuovamente il momento più nero della sua storia, con lo spettro di una seconda sparizione in due anni. Di questi giorni, un tempo a casa Mens Sana ci si preparava a combattere per alzare l’ennesimo trofeo da apporre nella bacheca: sì perché la Coppa Italia è stata una competizione decisamente amica per la Siena bianco verde, che ne può contare ben 5 nel suo ricco palmarès (secondo club per vittorie in Italia), conquistate tutte di fila dal 2009 al 2013, all’apice del momento d’oro della grande Montepaschi Siena.

Eppure la storia d’amore tra Siena e la Coppa Italia storicamente non è stata delle più fortunate. Prima della svolta di inizio anni 2000, alcune buone comparsate negli anni ’90 alle F8 tra quarti e semifinali, ma mai quella scintilla che ne fa il capolavoro. E’ capitan Chiacig a suonare la sveglia nel 2002 con una prova monstre da 35 punti che permette a Siena di sfiorare l’impresa di battere la Virtus Bologna targata Ginobili-Rigadeau-Jaric-Smodis in un epico atto finale conclusosi all’overtime: un risultato che brucia ma che fa scattare nell’ambiente un’inconscia voglia di rivalsa, che alcuni anni dopo sarà ampiamente saziata. Avvolgiamo il nastro fino alla Final Eight 2009: proprio sul campo delle Vunere arriva l’agognata prima volta. Allo squadrone guidato da Pianigiani bicampione d’Italia manca solo la Coppa Italia in ambito nazionale per completare un dominio sportivo cannibalesco. Falliti i tentativi dei due anni precedenti stavolta non si può più mancare l’appuntamento. Battuta ai quarti la NGC Cantù, la difficile sfida con la Benetton Treviso, che parte a handicap ma viene risolta da un Domercant chirurgico dai 6.75. In finale, scherzo del destino, quella Virtus Bologna, nel frattempo diventata LaFortezza, che tolse la gioia di un’insperata vittoria 7 anni prima. Partita tesa e tirata, e ancora risolta dal cecchino Domercant, con l’immenso factotum Stonerook a guadagnarsi il premio di MVP finale.
Fatta pace con la storia (e con la sorte)? Nemmeno per sogno. Nel 2010, regolate con facilità le pratiche Montegranaro e Biella fra quarti e semifinale, c’è una Canadian Bologna da battere nuovamente: al PalaDelMauro di Avellino cambiano i protagonisti, Sato e Hawkins per Siena, Koponen e Moss per i bianconeri di Lino Lardo, ma non il risultato e il vincitore finale. Nemmeno un’ottima Bennet Cantù guidata da Andrea Trinchieri fa vacillare il trono della Montepaschi l’anno seguente: solo nei minuti conclusivi della finalissima di Torino Lavrinovic e Zisis riusciranno, dopo un match intenso e combattutissimo, a condannare i brianzoli e a griffare la terza Coppa Italia di fila. E non c’è tre senza quattro: nel 2012 a cadere sono nell’ordine Sassari, Milano (che fa sudare parecchio i senesi ma trova un McCalebb indemoniato a punirli) e di nuovo la Bennet, che non riesce a vendicare il ko dell’anno passato e anzi cade senza storia ai piedi della corazzata toscana. L’anno successivo sembra poterci essere aria nuova alle F8 di Milano, dove tutto è pronto per celebrare i rampanti padroni di casa: e invece l’Impero Siena colpisce ancora, con la quinta Coppa Italia di fila alzata al cielo. Nei quarti sono Bobby Brown e Moss a far felice coach Banchi contro una mai doma Trenkwalder Reggio Emilia, in semifinale si erge invece protagonista Hackett, che in combutta con un Ress malconcio, respinge la rimonta della Dinamo Sassari. La finale viene infine controllata con autorità su una stanca Cimberio Varese: Brown imperversa, ma è Hackett a sfilargli il premio di Mvp. Ultimo riconoscimento ad essere assegnato a un giocatore in canotta Mens Sana in un F8: il resto è storia, e del passato non rimangono che dolci ricordi. Eppure succedeva solo pochi anni fa

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