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Capo d’Orlando non brilla ma vince contro Casale. Trento agganciata in vetta

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Dominique Archie Orlandina

Come nel più classico dei film thriller, di quelli che ti tengono incollato davanti al televisore fino all’ultimo secondo, col fiato in gola e col cuore che batte a mille all’ora, l’Upea vince soffrendo 66-64 contro Casale Monferrato.

Finale thrilling ancora una volta, stesso copione, con i padroni di casa oggi un pò sottotono ma comunque capaci, grazie all’ennesima sontuosa prova di Sandro Nicevic, di controllare il match senza che la rognosa Casale, che ha confermato il suo ottimo momento di forma anche oggi, potesse scappar via e prendere il largo.

L’impressione che la partita potesse prendere la strada più favorevole all’Upea, dopo qualche buona difesa sul fulcro dell’attacco della Novipiù (Dillard appunto) e grazie all’entusiasmo trascinante dei quasi 3000 del PalaFantozzi, è emersa ad inizio terzo quarto, nel quale i padroni di casa hanno saputo fermare gli attacchi della squadra di Griccioli e correre in contropiede per realizzare due punti facili.

Sarà forse l’euforia di portarsi sopra la doppia cifra di vantaggio, sarà la voglia di chiuderla il più presto possibile con lo starting five in campo, ma dopo aver raggiunto il +12 ecco arrivare il black-out tipico delle partite casalinghe al PalaFantozzi: attacchi frettolosi, scelte forzate, stanchezza di quelli in campo, la fluidità dell’Orlandina viene meno e Casale ne approfitta.

Dillard, quindi, guida la rimonta, fatta di qualche bomba ma soprattutto di tanti secondi tiri, che possono spiegare l’incredibile differenza nei rimbalzi catturati (36 a 17 a favore di Casale). Il basket non è solo numeri o percentuali, per vincere servono altre mille cose.

L’Upea che esce dai timeout del Poz sembra un pò impaurita, Soragna resta in panca per il finale, Nicevic viene richiamato al posto di Benevelli, Mays e Portannese restano dentro quasi tutto il secondo tempo.

Forse quel che oggi ha pagato è anche questo, la scarsa rotazione nel secondo tempo dei piccoli, con 0 minuti per gli under Laquintana e Ciribeni, così come per Cefarelli che poco ha convinto l’allenatore nei 5 minuti in avvio (per sostituire Archie) che gli ha concesso.

A proposito, Archie, in dubbio fino a questo pomeriggio, si è confermato insostituibile nel suo ruolo, al di là delle statistiche e di tutto il resto.

Il finale, che è davvero la parte più interessante di una partita senza tanti canestri e molto spezzettata, vede l’Upea in astinenza di punti, con una sola lunghezza di vantaggio, a 9” dalla sirena, e con Casale con un solo fallo di squadra. I restanti 4 per arrivare al bonus vengono spesi nei secondi rimanenti, in cui tra l’altro un’ingenuità di Bruttini finisce per essere sanzionata con un antisportivo. Ma non finisce qua. Mays fa solo 1/2 e porta l’Upea a +2, con poco più di 3 secondi e palla in mano. Rimessa, infrazione di passi evidente del coloured paladino, ed ultimo tiro in mano a Casale per la vittoria.

Griccioli chiama timeout e sceglie la più classica delle uscite dai blocchi per servire Dillard, che viene ostacolato dal raddoppio avversario e non riesce a far uscire un tiro pulito, con la palla che non arriva neanche al ferro.

L’Orlandina vince, conquista due punti sudatissimi, aggancia Trento in vetta e può far sognare i propri tifosi.

Quel pò di amarezza che resta a fine partita, dopo il tiro sbagliato da Dillard, deve ancora una volta fare riflettere. Le vittorie interne contro Ferentino, Jesi e Brescia, a cui può aggiungersi questa contro Casale, hanno recitato sempre lo stesso copione.

Non riuscire a gestire con comodità gli ultimi 10 minuti è forse un limite di questa squadra, che ha quasi un intero girone più i successivi playoff per curare queste amnesie.