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Adecco Gold – Ecco la finale: Qui Trento

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Buscaglia (Trento) Pozzecco (capo d'orlando)

TRENTO voto 9 (22-8 sr, 6-2 play offs): l’Aquila è sicuramente la sorpresa positiva dell’Adecco Gold di questa stagione. Squadra giovane che è uscita dall’anonimato acquisendo considerazione a livello nazionale nel 2012 anno della promozione in A2, posizione consolidata l’anno successivo con la conquista della Coppa Italia e la partecipazione alle semifinali dei playoff. Proprio la conquista della Coppa Italia veniva vista da coach Buscaglia quale punto di partenza di questa stagione, nella convizione di avere a disposizione “una squadra con molti margini di crescita”, ma convinto altresì di doversi confrontare con alcune “corazzate” tipo Verona, Brescia, Capo d’Orlando, Barcellona, Torino etc.).

Dicevamo squadra giovane, diversa dagli avversari perché basata su un gruppo di italiani, affiancati da due autentiche colonne quali BJ Elder e capitan Forray. Stagione regolare praticamente sempre in testa, chiusa con un ottimo record, 22 vittorie su 30 incontri, due sole sconfitte casalinghe, con nel mezzo la finale di Coppa Italia persa in finale con Biella, ma la continua acquisizione di fiducia, consapevolezza dei propri mezzi che ha sempre permesso agli aquilotti di affrontare senza timore alcun avversario. Crescita di squadra peraltro affiancata alla crescita della Società, con la nascita del C.A.S.T., consorzio di 34 soci a sostegno di Aquila Basket, e, successivamente, di “Trust Aquila” l’associazione dei tifosi che acquisirà il 40% di proprietà del Club.

L’ottima stagione è stata premiata dalla Lega Nazionale Pallacanestro con il riconoscimento quali “migliori dell’anno” a Davide Pascolo, come giocatore, e a Maurizio Buscaglia, quale allenatore.

Primo ostacolo dei playoff la Moncada Agrigento, superata in tre incontri, non belli ma con lo spirito giusto da playoff, dove si bada più al concreto che non allo spettacolo, nonostante l’assenza di Elder, infortunatosi nell’ultima di campionato con Biella.
Poi la semifinale contro la Manital Torino, in cui ha dovuto sempre inseguire i piemontesi, ma conclusosi con un meritato 3-2 ( 42-62, 79-66, 71-83, 85-82, 69-67); match point conquistato lunedì scorso con un quarto periodo (23-9) da infarto, ed un pubblico (primo sold out al Palarento) autentico sesto uomo dell’incontro.

I dati statistici percentuali dei playoff non si discostano da quelli della stagione regolare ( 54 vs 53 nel tiro da due, 31 vs 35 nel tiro da tre, 72 vs 72 ai liberi, 34,13 vs 33,67 a rimbalzo); si discosta invece il minutaggio del roster causa l’infortunio di Elder, passato da 30 a 18 minuti a partita. compensato da un maggior utilizzo di metà del roster. Proprio la precaria condizione fisica di Elder è il motivo di maggior preoccupazione in casa Aquila: nell’ultimo incontro contro Torino è rimasto in campo diciotto minuti, ma effettuando unicamente un tiro. Non avendo un’ala piccola per sostituirlo ( ricordiamo che Poltroneri è infortunato da inizio stagione) Buscaglia deve di volta in volta adeguare il quintetto.

La serie vinta con Torino, ci consegna una squadra in gran condizione mentale, tosta, piena di grinta, portata a lottare su ogni pallone. Notevole la condizione del duo lunghi Pascolo – Baldi Rossi, che in gara5 ha sovrastato il duo torinese Mancinelli-Amoroso ( non a caso Pillastrini ha parlato di un Pascolo eccezionale); Triche non sempre continuo, ma autore in gara4 di una prestazione super; i costruttori di gioco Forray, autentico trascinatore della squadra, e Spanghero hanno dovuto adattare il loro ruolo proprio causa il minor utilizzo di Elder, senza comunque creare scompensi nell’organizzazione del gioco e nella loro caratteristica di finalizzare il gioco csia da sotto che dall’arco dei 6.75.
Ruolo fondamentale potrebbe avere la panchina, come già successo in gara 2 e 4 , per la versatilità di Santarossa ed il tiro da tre di Fiorito.
Nei due precedenti in campionato, all’andata vittoria dell’Aquila (82-64) ed al ritorno rivincita siciliana (85-83).
Sicuramente l’Aquila in questa finale con Capo d’Orlando, finale che per una volta premia le prime due classificate di stagione regolare, cercherà come detto da Maurizio Buscaglia “la storia”, avendone pienamente cognizione di quanto può fare, non senza temere la concretezza e l’esperienza della compagine allenata da Pozzecco.