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Pietro Aradori: “Con Meo Sacchetti ci siamo chiariti da tempo. Futuro? Non mi vedo fuori dalla Fortitudo”

Pietro Aradori: “Con Meo Sacchetti ci siamo chiariti da tempo. Futuro? Non mi vedo fuori dalla Fortitudo”

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Pietro Aradori, guardia-ala della Lavoropiù Fortitudo Bologna, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport. Un estratto delle sue dichiarazioni.

Meo Sacchetti è diventato il coach della Fortitudo in estate. Proprio l’allenatore nativo di Altamura decise in Nazionale per il taglio di Aradori in vista dei Mondiali FIBA 2019.
“Su questa vicenda ci siamo chiariti da tempo e aggiungo che io e Meo ci piacciamo molto a vicenda. Certo, quella sua scelta di escludermi è stato un boccone amaro che ho dovuto ingoiare. Ma non rinnego due anni passati con Sacchetti in Nazionale di cui mi ha fatto capitano. Non c’è più bisogno di parlarne ancora, andiamo avanti da professionisti con un obiettivo comune: vincere insieme.”

La Effe è divenuta a trazione offensiva con gli innesti di Ethan Happ e Adrian Banks, insieme ad Aradori i tre migliori marcatori della scorsa stagione di LBA.
“La vedo bene, mi è sempre piaciuta l’idea di giocare al fianco di compagni forti che sanno attirare raddoppi e produrre soluzioni di gioco a beneficio di tutti. Sacchetti è il coach ideale per guidare una squadra con questa chimica. Poi ha ragione Carlton Myers quando dice che ognuno di noi dovrà togliere qualcosa del proprio talento per combinarlo al meglio con quello dei compagni. Ma questo vale a tutti i livelli per le squadre che vogliono vincere.”

Il derby contro la Virtus.
“Non ci penso, ma so già che quando saremo a tiro ci arriverò carico. Il derby è bellissimo però la Fortitudo deve guardare oltre la sfida cittadina.”

I suoi obiettivi.
“È giusto essere ambiziosi, la squadra oggi è più profonda rispetto all’anno passato. Gli obiettivi sono i playoff, l’accesso alle Final Eight di Coppa Italia e una buona Champions League. Vogliamo toglierci qualche bella soddisfazione.”

Il futuro di Aradori.
“Ho il contratto fino al 2023 e sarò felice di giocare qui per molti altri anni ancora. Ma oggi non esistono più le bandiere, basta vedere come sono stati trattati Totti, Maldini e De Rossi. Meglio abituarsi all’idea che si possa cambiare ancora anche se non mi vedo in un altro club che non sia la Fortitudo.”