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Il collettivo di Cantù schianta la Milano delle individualità. Il derby prende la via della Brianza

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Marco Cusin, AcquaVitaSnella CantuSi regala un Natale coi fiocchi la VitaSnella Cantù, che fa suo il secondo derby in una settimana, battendo senza appello l’EA7 Milano 87-72. Troppo più squadra la creatura di Sacripanti, capace di mandare a referto 9 giocatori contro i soli 4 che si spartiscono il bottino delle scarpette rosse e non bastano le assenze di Moss e Samuels a spiegare la debacle.

Ma aldilà delle cifre Cantù vince perché sa mantenere alta l’intensità con qualsiasi quintetto sul terreno, muovendo la palla (18 assist e sole 4 perse, a fronte delle 13 perse e solo 10 assist degli avversari) e chiamando tutti a prendersi tiri e responsabilità, da un Rullo (6, 2/3 da tre) che lascia ancora il segno con due triple nel quarto di coda a Jones che sta in campo 11′ con un plus/minus di +11. Il letale 15/31 dall’arco dei biancoblu racconta di come i brianzoli abbiano saputo controllare il match, prendendo in sostanza sempre il tiro che volevano, a dispetto di un’Olimpia che vive solo del talento in 1vs1di Alessandro Gentile (28, 8 reb e 4 assist) e Langford (21, 4/8 da tre, 4 perse) e si perde nei dettagli, oltre a non avere nulla dalla panchina con la disastrosa prestazione combinata di Wallace, Melli e Kangur (0 punti in tre). alessandro gentile, milano, tiroC’è sempre Leunen (12, 4/9 da tre, 7 reb e 5 assist) a battere il tempo in casa VitaSnella, con un Cusin (14, 7/9, 3 reb) che fa un lavoro enorme in area e un Jenkins (13, 3/6 da tre, 3 assist) aggressivo quanto mai e decisivo quando Milano prova a strappare ad inizio 2° quarto. Un Aradori (8pti in una serata in cui si mette al servizio della squadra con 7 falli subiti e 5 assist) lucido anche quando Gentile lo attacca ripetutamente e un Ragland (17, 3/5 da tre e 3 assist) in controllo nel primo tempo per poi esplodere nei secondi 20′ fanno il resto.

In cronaca. Inizio di grande intensità con Cantù subito a cercarsi, mentre di là Ale Gentile si mette al lavoro 1vs1. Si tira con alte percentuali, con un Leunen chirurgico, cui risponde Langford, in un primo quarto che vola via sul piano dell’equilibrio, con più di un contatto che accende il Pianella. Sono i due Gentile, derby nel derby, a chiudere la frazione, Stefano con la tripla, Ale col tap-in del 23 pari dopo 10′.

Mini passaggio a vuoto dei padroni di casa, quando lasciano per strada qualche tiro aperto e faticano ad arrivare in vernice. Milano trova punti e falli in avvicinamento e prende un mini-vantaggio di 5 punti, neutralizzato dalla tripla di Aradori più il fallo di un ingenuo Cerella. Con Sacripanti che continua a ruotare gli uomini sale in cattedra Jenkins, che manda a canestro in sequenza Cusin, Jones e Leunen dai 6.75, infilandoci anche la tripla personale per il 39-32 interno a 2′ dal riposo. Langford lima qualcosa, ma Milano sull’ultimo possesso si perde Ragland  che divora il parquet in 4” e appoggia il lay-up del 41-35 all’intervallo lungo.

Chiamata schema di gioco Stefano Gentile Pallacanestro CantuL’EA7 prova a tornare sotto in avvio di ripresa. C’è Cusin a tenere le distanze e quando si accende Ragland (13 dei suoi 17 nella ripresa), Cantù decolla fino al 53-42 sulla tripla di Jenkins. Langford e Jerrells (9 con 4 perse) rispondono dai 6.75 (8/20 complessivo per Milano dall’arco), Lawal (14 e 10 reb) comincia a farsi largo a rimbalzo d’attacco e la squadra di Banchi torna a contatto, complice l’antisportivo di Aradori che genera 4 punti in fila per Ale Gentile per il 57-54. Ma il derby è tale anche in famiglia e Stefano risponde con la tripla da 8mt di pura sfrontatezza, imitato da Ragland, mentre Uter scuote i sismografi con la schiacciata e il libero aggiuntivo del 66-55, parzialmente emendata da Lawal col lay-up del -9 per i suoi al 30′.

Con l’inerzia del match ben salda nelle mani, arrivano le due triple siderali di Rullo a sigillare la partita, mentre il vantaggio interno si dilata fino al +17. Milano alza bandiera bianca ed il finale è una cavalcata trionfale per Cantù, che aggancia al secondo posto in classifica Brindisi e Sassari, lasciando l’Olimpia a sgomitare a centro classifica in attesa di ritrovare gli infortunati Samuels e Moss e accogliere Daniel Hackett. Se la squadra di Sacripanti però gira come un orologio, l’impressione è che Banchi abbia ancora molto da lavorare per dare ai suoi un’identità collettiva, in termini di disponibilità a passarsi la palla e attenzione alle piccole cose, fattori che stasera, lo rimarca lo stesso coach in sala stampa, hanno condizionato in negativo quanto di buon fatto nella prima parte di gara.

Stefano Mocerino

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