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NBA Week 11 – L’importanza di non essere soli

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Se da un lato il basket è lo sport di squadra dove un’individualità da sola può portare alla vittoria di un singolo incontro il suo team è altresì vero che è la disciplina sportiva che esalta di più il concetto di gruppo, in cui un sistema di gioco è fondamentale per far esprimere al meglio i vari atleti e in cui la somma dei valori di un team non dà mai una somma lineare.

Prendiamo come esempio i San Antonio Spurs: sono 15 anni che pur cambiando atleti e filosofia di gioco riescono a portare a casa stagioni a percentuale positiva e soprattutto a essere una seria contender al titolo; è difficile immaginare che i vetusti Duncan, Ginobili e Parker siano ancora tra i giocatori più decisivi della lega, il loro apporto primario è infatti sempre inserito in un contesto dove il sistema di gioco è il vero “uomo in più”. E allora in una simile realtà possono sbocciare con irrisoria facilità giovanissime macchine da doppie-doppie come Leonard oppure Green e Belinelli possono trasformarsi tra i più letali specialisti della lega. La chiave è solo una e non può essere che coach Popovich.

I Lakers della passata stagione o Knicks di quest’anno sono il perfetto contraltare allo spirito della franchigia del Texas: la presenza di uno star power da far invidia ai boulevard di Hollywood non ha garantito (il caso dei NYK è in fieri ma il quadro è oramai ben delineato) annate da incorniciare. La distribuzione dei palloni (fare riferimento anche ai primi Heat) era spesso turnistica e non derivante da schemi di gioco che avrebbero permesso buoni tiri.

I casi di Durant e Anthony sono forse tra i più caldi del momento. Il primo, dopo l’infortunio occorso a Westbrook, si è visto moltiplicare il numero di palloni (e di mani di difensori) sulle sue spalle: i Thunder, sebbene i numeri di KD siano cresciuti senza intaccare in maniera significativa le percentuali, sono incappati già in cinque sconfitte. La filosofia del “One Man Show” è spesso pagata a caro prezzo anche da Knicks: quando Melo smazza più di 4 assist (non 40!) il team ha una percentuale di vittoria quasi paragonabile a quella degli Heat, mentre quando Anthony abusa del suo amato isolamento la franchigia della grande mela accusa stop a ripetizione. I numeri non sono tutto ma spesso fanno riflettere.

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