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Italbasket, il saluto di Ricci: “Prendo questo aereo sapendo che questa maglia la vestirò ancora”

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Giampaolo Ricci, ultimo taglio di Italbasket insieme a Brian Sacchetti, saluta  il gruppo degli Azzurri con un lungo messaggio su Instagram.

“Il Mondiale è un’idea che ti nasce tra le mani al primo canestro da tre che fai alle giovanili.

Non lo stai davvero pensando, è come un sogno che fatichi a ricordare una volta sveglio. Sta lì. Magari se rivedi qualcosa che hai già visto mentre dormivi, ti torna in mente.
E quando ci siamo qualificati al Mondiale in quella partita contro l’Ungheria è stato come un déjà-vu.
L’avevo già visto, già vissuto? Ma dove?
Era solo un pensiero una volta. Un quadro senza colori che si è tinto completamente di rosso come la bandiera cinese.

Un sogno strano, che si fa in tanti. Che si costruisce con i pesi, gli individuali, gli sguardi ai compagni. Con le grida e gli applausi a bordo campo, la rabbia a rimbalzo, i boati del pubblico.

Oggi torno a casa.
Dovrebbe fare male, almeno più di quello che pensavo. Però ci sono così tante immagini nella mia testa, che quella tristezza non la sento più. Io contro il giocatore più forte del mondo, le botte contro i colossi serbi, l’Oaka di Atene, le chiacchiere a cena, quella schiacciata in contropiede, la maglia azzurra, un pezzettino di Cina.

No, non è un déjà-vu. Non è solo un’idea. È un progetto, un’opportunità. È un cammino che questo gruppo porterà avanti con tutto il suo talento e tutta la sua energia.
E io mi sento fortunato e felice di aver fatto parte di questo spogliatoio.

Avevo quasi 10 anni quando entrai in quella Piana Vincolato deserta e mi misi dietro quella linea a 6.75 dal ferro.

Ho capito, forse senza saperlo, che io quella maglia blu l’avrei indossata. E allora prendo questo aereo sapendo, come un’idea che ormai si concretizza, che quella maglia la vestirò ancora e farò di tutto per lei. Perché se puoi sognarlo e lo vuoi davvero, puoi farlo.

Forza ragazzi.
Il futuro è lì. Dietro al bottone verde di ExpressVpn, dietro a un cheeseburger sold out. Dietro ad una difesa fatta tutti e dodici INSIEME.
Andate a prendervelo.

Forza Italbasket!!!”

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Il Mondiale è un'idea che ti nasce tra le mani al primo canestro da tre che fai alle giovanili. Non lo stai davvero pensando, è come un sogno che fatichi a ricordare una volta sveglio. Sta lì. Magari se rivedi qualcosa che hai già visto mentre dormivi, ti torna in mente. E quando ci siamo qualificati al Mondiale in quella partita contro l'Ungheria è stato come un déjà-vu. L'avevo già visto, già vissuto? Ma dove? Era solo un pensiero una volta. Un quadro senza colori che si è tinto completamente di rosso come la bandiera cinese. Un sogno strano, che si fa in tanti. Che si costruisce con i pesi, gli individuali, gli sguardi ai compagni. Con le grida e gli applausi a bordo campo, la rabbia a rimbalzo, i boati del pubblico. Oggi torno a casa. Dovrebbe fare male, almeno più di quello che pensavo. Però ci sono così tante immagini nella mia testa, che quella tristezza non la sento più. Io contro il giocatore più forte del mondo, le botte contro i colossi serbi, l'Oaka di Atene, le chiacchiere a cena, quella schiacciata in contropiede, la maglia azzurra, un pezzettino di Cina. No, non è un déjà-vu. Non è solo un'idea. È un progetto, un'opportunità. È un cammino che questo gruppo porterà avanti con tutto il suo talento e tutta la sua energia. E io mi sento fortunato e felice di aver fatto parte di questo spogliatoio. Avevo quasi 10 anni quando entrai in quella Piana Vincolato deserta e mi misi dietro quella linea a 6.75 dal ferro. Ho capito, forse senza saperlo, che io quella maglia blu l'avrei indossata. E allora prendo questo aereo sapendo, come un'idea che ormai si concretizza, che quella maglia la vestirò ancora e farò di tutto per lei. Perché se puoi sognarlo e lo vuoi davvero, puoi farlo. Forza ragazzi. Il futuro è lì. Dietro al bottone verde di ExpressVpn, dietro a un cheeseburger sold out. Dietro ad una difesa fatta tutti e dodici INSIEME. Andate a prendervelo. Forza @italbasket!!!

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