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Do you Remember?: Wendell Alexis e quel canestro fantasma

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Il personaggio che abbiamo scelto per la consueta nostra rubrica del Do You Rember? è un giocatore che ha lasciato durante la sua lunghissima carriera ventennale una grandissima orma nel basket europeo, in quello italiano, ed in una piazza in particolare per lo storico traguardo sfiorato e non raggiunto con tanto di giallo finale. Il giocatore in questione è Wendell Alexis ala americana nato a Brooklyn il 31 Luglio 1964, e cresciuto cestisticamente nell’università di Syracuse Orange tra il 1982 ed il 1986. Al termine del college fu scelto con il numero 59 nel draft del 1986 dai Golden State Warriors, ma non giocò praticamente mai nel campionato Nba, infatti sin dal 1986 la sua carriera da professionista incominciò in Europa dalla Spagna e precisamente a Valladolid. Dopo aver disputato un ottima stagione in una squadra di periferia della Liga come Valladolid (18 partite con 328 punti realizzati ed un massimo di 44 punti in una singola partita), Wendell attira l’attenzione di una grande della Liga come il Real Madrid, ed la stagione successiva viene ingaggiato dai blancos. Quello che più colpisce di Alexis e lo rende un ala tecnicamente già proiettata verso il futuro, sono le sue caratteristiche fisiche e dinamiche, infatti per essere un 203 cm (secondo la celebre enciclopedia multimediale Wikipedia 205 cm) di altezza si muove con grande leggiadria ed agilità in campo tanto da renderlo difficilmente marcabile dai pari ruolo avversari. La stagione 1987/88 al Real (28 partite 506 punti totali realizzati nella Liga)è ottima per il prodotto dei Syracuse Orange, ed arriva anche il successo in Coppa Korac contro il grande Cibona Zagabria di fine anni 80 guidato dal leggendario Drazen Petrovic (102-89 per i madrileni nel turno d’andata casalingo, sconfitta per una sola lunghezza nel catino rovente di Zagabria per 93-94). La stagione successiva Wendell arriva in Italia alla Libertas Livorno, allenata da coach Alberto Bucci con un play in grande ascesa quale Alessandro Fantozzi, e come compagno l’altro Usa il lungo Joe Binion (nel corso della stagione infortnatosi e sostituito da David Wood) . La stagione di serie A1 1988/89 è probabilmente la stagione più epica mai vissuta dal nostro basket nazionale, anni nel quale il nostro basket poteva gonfiare il petto grazie all’entrata di grossi gruppi aziendali (basta citare il gruppo Benetton o Ferruzzi) o alla passione di proprietari mecenati (la famiglia Maggiò o Valter Scavolini per esempio), che permettevano il continuo afflusso di grandi campioni nel nostro paese. In questo contesto si inseriva la “piccola” Livorno, che riuscì in quell’annata a raggiungere la finalissima scudetto con la grande Philips Milano dei vari D’Antoni, Meneghin, Premier solo per citare alcuni nomi. In quella finalissima i livornesi hanno il vantaggio del fattore campo contro i milanesi allenati da Franco Casalini, che sono riusciti a raggiungere la finale nonostante il fattore campo sfavorevole nei turni precedenti. La finalissima tra mille emozioni e ribaltamenti del fattore campo arriva alla decisiva gara 5 in un palasport livornese ribollente di passione e pronto a festeggiare un primo storico scudetto. Ma la storia sarà un’altra con un epilogo thrilling, infatti si arriva agli ultimissimi secondi con Milano in vantaggio di un solo punto, i livornesi rubano palla e la guardia Andrea Forti si invola verso il canestro a realizzare sulla sirena. Sono attimi concitatissimi il pubblico crede che quel canestro è quello decisivo per la vittoria dello scudetto ed invade festante il parquet del PalaMacchia, ma alla fine varrà l’opinione degli arbitri, che annulleranno il canestro di Forti ed assegneranno la vittoria alla Philips Milano per la disperazione e l’incredulità del popolo livornese che si sentiva già cucito sul petto quello scudetto. Sarebbe superfluo dire che il grande protagonista in quella stagione per la Libertas fu Alexis, che fu riconfermato anche la stagione successiva dai livornesi per tentare l’assalto al titolo sfumato l’anno precedente per una manciata di decimi di secondo. Nella stagione successiva, però, la Libertas Livorno allenata dal neo coach il paisà Andy Russo non riuscirà a ripetersi, infatti dopo un sesto posto nella stagione regolare verrà eliminata nei play-off dall’Auxilium Torino. Alexis dopo aver disputato 72 partite in due stagioni con oltre 20 punti di media, lascia Livorno, che a causa di casse societarie sempre più vuote vede l’addio dei suoi pezzi da novanta italiani come Fantozzi, Flavio Carrera ed Alberto Tonut ed il ridimensionarsi dei propri obiettivi. La stagione successiva rimane in Toscana ed approda in quel di Siena in serie A2. Con l’allora Mens Sana targata Ticino guidata in panchina da Dado Lombardi, Wendell con 20,3 punti di media a partita nella stagione è il trascinatore per la conquista della promozione diretta in massima serie. Nella stagione successiva approda alla neo promossa nel massimo campionato Tonno Auriga Trapani. La squadra sicula parte male, ma grazie ad una serie di vittorie casalinghe contro le grandi del nostro campionato Treviso, Roma, Pesaro (contro quest’ultima all’ultimo secondo dell’ultima giornata della regular season) riesce ad evitare la retrocessione diretta in A2, che arriverà però nei play-out, nonostante le medie impressionanti di realizzazione di Alexis (25,2 punti realizzati in 40 partite). La stagione successiva Wendell rimane in Sicilia con l’obiettivo di tornare subito in massima serie, ma anche in questo caso i play-out non sono fortunati per i siciliani, nonostante l’ala americana migliori ancora il proprio bottino personale di punti (25,8 di media in 40 partite). Nell’annata 93-94 lascia il nostro paese per andare a giocare l’Eurolega con il grande Maccabi Tel Aviv, ma a metà stagione s’interrompe l’avventura con la squadra orgoglio d’Israele per tornare in Italia alla Viola Reggio Calabria in A1. Nella città dello stretto Wendell sostituisce un altro pezzo da novanta, l’infortunato Randy White, ma non lo fa rimpiangere con 19,2 punti di media in 12 partita. Quella di Reggio Calabria sarà l’ultima avventura del trentenne Alexis nel nostro campionato, ma per l’ala americana incomincerà nonostante l’età non più verdissima una nuova seconda parte di carriera trasformandosi nel corso degli anni daala piccola ad ala grande. Wendell infatti dopo una brevissima parantesi a Parigi con Levallois , diventa un autentico califfo del campionato tedesco con la maglia dell’Alba Berlino, che indosserà dal 1996 al 2002. Idolo incontrastato della tifoseria berlinese vincerà con l’Alba tre coppe di Germania (1997, 1998, 2002), e sarà per tre volte l’Mvp della Bundesliga tedesca (1998, 2000, 2002). In quegli anni nel 1998 indosserà anche la maglia della nazionale statunitense nei Mondiali in Grecia, in una selezione statunitense composta quell’anno dai giocatori americani più forti nei campionati europei, conclusasi con la vittoria della medaglia di bronzo. Chiusa la sua grandissima parentesi berlinese all’età di 38 anni, trascorre gli ultimi spiccioli della sua carriera prima al Paok Salonicco (2002/203), e poi alla giovane compagine tedesca Mitteldeutscher (2003/04). A quasi 40 anni decide di chiudere la carriera, nella quale probabilmente l’unico rimpianto sarà quel canestro di Forti arrivato fuori tempo massimo, ma anche forse no…..