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Tegola in casa Fortitudo: il ricorso di Sharon Drucker blocca il mercato

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I fantasmi del passato sono spesso soliti tornare a infastidire e tormentare il presente e il futuro, e non poteva certo essere da meno la Fortitudo, che dopo anni di disgrazie sportive finalmente aveva ritrovato il sorriso uscendo dalle sabbie mobili della B per il ritorno in pompa magna in A2 da protagonista.

 

Ve lo ricordate Sharon Drucker? Il tecnico israeliano vincitore dell’Uleb Cup 2003-2004 con l’Hapoel e dell’Eurocup Challenge 2005-2006 alla guida dell’Ural Great Perm assunto dalla vecchia F nel 2009 dopo la parentesi ad Ostenda non fu mai tesserato dalla società all’epoca presieduta da Gilberto Sacrati, nonostante un solido contratto triennale firmato ma mai onorato. Il coach israeliano non ha mai mandato giù la cosa ed è da anni impegnato in una guerra legale per ottenere un risarcimento: secondo quando riportato da Il Resto del Carlino, Drucker si è rivolto al Bat, il tribunale della Fiba, chiedendo all’attuale società bolognese una cifra pari a 350.000 euro

 

I bianco blu hanno prontamente risposto che l’attuale Fortitudo niente ha a che fare col sodalizio di Sacrati, in virtù di una diversa denominazione e di differente codice di partita Iva e affiliazione; i legali dell’allenatore israeliano sostengono però che in ogni caso l’attuale Fortitudo è la prosecuzione della vecchia gestione, avendo nome simile, stesso pubblico e forte legame con la casa madre: argomentazioni che pare abbiano convinto il Bat a dargli ragione, tanto che ora il mercato della Effe è di fatto bloccato. In attesa di sviluppi giuridici, i bolognesi dovranno essere pronti a racimolare i 350.000 richiesti, e per questo è al momento probabile si debba rinunciare a uno degli americani, quasi sicuramente Jonte Flowers: una decisione, quella della Fiba, che risulterebbe molto dannosa e invalidante nei confronti di una squadra che dopo tante sofferenze aveva appena ritrovato il sorriso.

 

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