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Magia e delirio al PalaRubini: Trieste batte Torino e corre verso la salvezza

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PMS Manital Torino VS Pallacanestro TriesteTrieste replica la vittoria sul filo di lana ottenuta al Ruffini qualche mese orsono e si gode due punti fondamentali per la sua rincorsa alla salvezza, mandando a casa a mani vuote una Torino  che ha accarezzato la vittoria sino a 3 secondi dalla fine.

A otto secondi dalla fine, una magia di Gergati al limite della linea dei 3 punti (gli arbitri dopo un conciliabolo hanno deciso che un piede del torinese era sulla linea), porta gli ospiti sul più 2. Dopo il time out, Wood inventa un missile da lontano che manda i biancorossi di nuovo in vantaggio. Mancano 2 secondi e 9 decimi. Torino cerca di replicare con Mancinelli i miracoli  contro Casale e Napoli ma questa volta il tiro molto forzato dall’angolo non entra e quando il rimbalzo lo prende Sandri il tempo praticamente scade. E la bomboniera triestina esplode nel delirio sotto  il tabellone luminoso che fissa il punteggio sul 77 a 76.

Prima di questi ultimi istanti elettrizzanti di partita, il match fila via equlibrato, piacevole, intenso sino a cavallo dell’ultima pausa, quando Trieste inizia a colpire la difesa di Pillastrini con una certa efficacia, riuscendo ad accumulare un vantaggio di dieci punti a sette minuti scarsi dalla sirena.

Ma Torino reagisce da grande squadra qual’è e  in un amen riporta la gara sui binari dell’equilbrio già a quattro minuti e mezzo  dal termine, impattando il punteggio un minuto dopo e sorpassando addirittura i Triestini con un gioco da tre punti di Amoroso, quando di giri di lancette alla sirena ne mancano poco meno di tre. Ma il finale sorride agli uomini di Dalmasson che con Ruzzier e Diliegro riescono a replicare ai canestri di Gergati e Mancinelli, per  poi sotterrare le ambizioni piemontesi con il siluro di Wood.

Dunque la Manital si conferma squadra abbonata ai  finali thrilling, vincenti, a patto che non si giochi contro Trieste, capace di batterla al fotofinish in entrambe le partite.

Difficile spiegare il perchè una compagine che annovera nel proprio roster quattro o cinque giocatori da serie superiore, con un evidente vantaggio fisico, tecnico,di individualità  sulla squadra  di casa, sia stata costretta a giocarsi un finale punto a punto, con tutti i rischi e le conseguenze del caso. La qualità del gioco degli uomini di Pillastrini, anche a Trieste, è apparsa di buon livello e non si può certo dire che gli ospiti siano stati protagonisti di una match sottotono  nè che sia mancato il loro l’impegno. Forse si è intravista una certa leziosità in alcuni frangenti, forse la difesa non è stata sufficientemente cattiva sul perimetro, forse i suoi americani, di valore tecnico assoluto,non sono  stati messi in grado, o non sono stati capaci di farlo, di incidere in maniera decisiva sul match. Alla fine nemmeno Mancinelli è riuscito a trascinare i suoi fuori dal pericoloso, dimostratosi poi letale, equilibrio che ha contraddistinto buona parte dei 40 minuti. E dire che il Mancio  spesso ha dovuto vedersela in attacco contro il classe 93 Coronica, di ben 15(quindici) cm. più piccolo. Eppure, pur non disputando una partita disprezzabile, non è riuscito ad indirizzare la gara verso la strada del successo. Son piaciuti di più Amoroso e soprattutto Gergati, quest’ultimo, uscito dalla panchina, è stato spesso una spina del fianco di Ruzzier e soci. Detto della personalità rivedibile dei due stranieri, nemmeno Evangelisti è sembrato in  serata positiva, mentre onesti ma abbastanza trascurabili, in proporzione alla potenzialità, sono stati i contributi di Sandri e Wojciechowski . Tra i meriti  della partita della truppa di Pillastrini, c’è quello di aver isolato Diliegro e Candussi in attacco, limitandone i rifornimenti sottocanestro, ma spalancando, altresì, una route66 in area per i penetra e scarica di Wood.  Osservando i numeri degli ospiti, spiccano i 17 punti e 7  rimbalzi di Amoroso, i 13 preziossimi punti di Gergati, i 15, conditi da 4 assist, di Mancinelli, i 9 tiri tentati complessivamente dal duo a stelle strisce,pochini a dir il vero, i 5 miseri punti di Evangelisti e le 5 letali palle perse di Bowers. Complessivamente, Torino ha tirato meglio di Trieste dal campo,48%  contro 45%, ma ha perso la sfida al vertice( alla vigilia dell’incontro nelle triple Torino e Trieste erano le squadre più precise di tutto il torneo) nel tiro da lontano, totalizzando, alla fine, un mediocre 30% rispetto all’ottimo 42% di Harris e compagni. Considerando che la lotta sotto le plance si è conclusa praticamente in parità, la chiave dell’incontro potrebbe proprio la differenza di triple vincenti scoccate dalle due squadre.
Trieste ha vinto perchè ha giocato la partita più bella di questa stagione tra le mura amiche. Deve confortare Dalmasson che il rendimento complessivo della squadra  comincia ad essere un crescendo di maturità, di continuità, di solidità nelle ultime gare.Quello che ha ben impressionato è stata la gestione della partita, che ha visto i Triestini perdere la bussola solo in quei 3-4 minuti in cui Torino ha ribaltato in punteggio dal meno dieci al più uno.Ma nel finale gli uomini di casa si sono dimostrati suffcientemente lucidi da fermare l’emorragia nel punteggio  riuscendo a portare il finale punto a punto.
Si tesserebbero le lodi di Trieste anche senza quel canestro di Wood? Sì, perchè esito a parte, Trieste ha dimostrato contro una grande, che i colpi a Capo d’Orlando, a Torino stessa, le vittorie contro Barcellona, Verona non sono stati frutto del caso. Certo, Wood ha donato quella freschezza atletica che Hoover non è più in grado di garantire, ma accanto all’ex Firenze sono cresciuti molto i giovani e soprattutto sembra più conscio dei proprio mezzi,Wil Harris.In una partita atipica per i dogmi di Dalmasson, dove solo due giocatori hanno raggiunto la doppia cifra, dove Diliegro è stato relegato per gran parte dei 40 minuti al margine del match, sono stati importanti i contributi di Coronica e Tonut, utile la diligenza di Ruzzier, preziosa la grinta di Canduss;indolore il contributo da minimo sindacale di Carra in attacco, la difesa è stata a tratti commovente, con spesso tutti e cinque gli accoppiamenti difensivi  in grave deficit di cm rispetto agli attaccanti ospiti. Vittoria di cuore con 22 punti ciascuno,accumulati da Harris e Wood, con quest’ultimo che ha impreziosito la propria partita con 7 rimbalzi ed 8 assist, 9 a testa per Coronica,con percorso netto al tiro, e Tonut molto generoso con 6 passaggi smarcanti ai compagni.Solo 5 i punti per Diliegro, 4 quelli di Carra.Virgola per Candussi, ma 6 le carambole garantite alla causa dal centro di Palmanova.Ordinaria amministrazione per Ruzzier, con 6 punti, 3 dei quali, però, nelle fasi calde della partita.
Vista la contemporanea sconfitta di Forlì a Veroli, Trieste accarezza la salvezza dall’alto dei suoi 8 punti di vantaggio sui romagnoli; ma pensare di avere l’Adecco Gold in tasca anche per l’anno venturo,sarebbe un errore,considerato che la squadra di Galli ha dalla sua un calendario più abbordabile che gli potrebbe permettere di giocarsi tutta la salvezza nel match di Trieste alla penunltima giornata del torneo.
Per Torino,  l’occasione del riscatto arriva presto, nell’Adecco Cup di Rimini, prima del rush finale del campionato che la vede comunque in corsa per un primo posto nella stagione regolare,per iniziare i play off con una posizione privilegiata. La squadra vista a Trieste ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista in entrambe le competizioni.

Pallacanestro Trieste – Manital Torino 77-76 (20-17, 39-40, 56-55)

Trieste: Tonut 9, Ruzzier 6, Coronica 9, Diliegro 5, Wood 22, Harris 22, Candussi, Carra 4, Urbani ne, Norbedo ne; All.: Dalmasson E.
Torino: Mancinelli 15, Evangelisti 5, Amoroso 17, Steele 9, Bowers 6, Baldasso, Sandri 5, Wojciechowski 6, Zanotti ne, Gergati 13; All.: Pillastrini S.