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A2 Playoff – Torino-Agrigento, il giorno del giudizio

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stefano mancinelli, PMS Manital Torino E’ giunta l’ora di gara-5 per la finale promozione fra Torino e Agrigento. Non esistono più rinvii, prove d’appello, non si può rimandare ad altra data un’eventuale riscossa. Tutto in una notte, in un Pala Ruffini grondante passione, per una squadra che ha ridato slancio ai tifosi della palla a spicchi, normalmente sovrastati dalle contrapposte passioni calcistiche per Juventus e Torino. Ci saranno circa 5.000 persone stasera, e una piccola parte arriverà anche da Agrigento, a sostenere una Moncada che ha visto sfumare il traguardo quando lo vedeva vicino vicino. Il contraccolpo psicologico immaginiamo sia stato forte per i siciliani; conosciamo anche le capacità di Franco Ciani di ridare tranquillità ai suoi giocatori e di prepararli adeguatamente ad un’altra battaglia, comunque vada l’ultima di questa stagione.

STATI D’ANIMO DIVERSI – Torino, un po’ come ha fatto Milano nella semifinale scudetto, ha cambiato faccia, ritmo e modo di interpretare la pallacanestro tra gara-3 e gara-4. Il pessimismo cosmico della prima gara a Porto Empedocle ha lasciato spazio alla voglia di riscatto, a cui si è unita una capacità di leggere le partita e trovare le idonee contromisure inedite per la Manital in questa serie di finale. Finalmente affrancatisi dalla Mancinelli-dipendenza, gli uomini di Bechi hanno imposto la propria supremazia fisica in area, e hanno imbavagliato per la prima volta nella serie Piazza e Saccaggi: merito della fioritura tardiva di Giachetti, disastroso in gara-2 e anonimo in gara-3, e di un’applicazione difensiva di squadra che non è propriamente nelle corde dei gialloblu. In attacco, si è rivisto il gioco sul perimentro, con Lewis e Miller a sfidarsi a colpi di prodezze individuali, trovando quei canestri difficili che Agrigento, al contrario, non è in grado di creare con altrettanta frequenza. La Moncada ha per la prima volta annaspato pesantemente nella creazione del gioco, scivolando indietro nel punteggio senza poter opporre quella freschezza e rapidità che avevano fatto la differenza nelle due partite precedenti. Nonostante ciò, la sconfitta è arrivata solo nella lotta a distanza ai liberi, e sarebbe bastato il 2/2 ai liberi di Dudzinski a 4” dall’ultima sirena per garantire i supplementari.

SENZA FAVORITI – Impossibile delineare un pronostico per stasera: il fattore campo si è rivelato effimero nella serie, sia Agrigento che Torino hanno dimostrato di essere consistenti sia davanti al pubblico amico, sia in trasferta. Entrambe conoscono vizi e virtù dei rivali, sanno dove colpirli, e la differenza la farà probabilmente la tenuta psicologica davanti a un traguardo tanto importante. Si vedrà il reale spessore emotivo dei giocatori impegnati, ed in questo forse Agrigento ha qualche asso in più da calare, più a livello di gruppo che a titolo individuale. Torino avrà in ogni caso più pressione da gestire degli “underdog” in maglia biancoazzurra. Dal punto di vista tecnico, il massimo potenziale piemontese è superiore di quello degli ospiti, ma per raggiungerlo servirà la stessa applicazione dell’ultimo confronto. Comunque vada, sarà una notte storica: per Torino, se vincesse, sarebbe il ritorno alla massima serie per una piazza che vi manca dall’annata ’92-’93. Vincesse Agrigento, sarebbe un’incredibile prima volta.

Si va in campo alle ore 20.30 al Pala Ruffini di Torino. Diretta su Sky Sport 2 HD con collegamento a partire dalle 20.15