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Carra, il capitan coraggio di Trieste a ruota libera: “Napoli? squadra forte. Ruzzier? alla sua età non ero cosi’ bravo. E Dalmasson è un grande”

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 Se Trieste sta sorprendendo un pò tutti, lo deve anche al più che positivo campionato del suo capitano, autore finora di ottimi incontri con un’apprezzabile continuità di rendimento. Senza contare il suo ormai leggendario coast to coast a fil di sirena che ha regalato ai suoi colori un’inattesa vittoria in quel di Torino. Sentiamo le sue impressioni alla vigilia della difficile trasferta di Napoli.

 

Se qualcuno a settembre avesse detto che Trieste all’undicesima giornata si sarebbe trovata due lunghezze sopra Napoli, con dieci punti in classifica, tutti ci avrebbero messo la firma. Certo, pure io ci avrei messo la firma; in pochi si aspettavano un vantaggio gia’ cosi’ consistente nei confronti della penultima. anche se siamo consapevoli che la lotta per evitare la retrocessione sara’ ancora lunga e dura.

Da dove nascono queste ultime tre imprese ? Dal fatto che, dopo le vicissitudini estive e dopo gli infortuni di inzio campionato, siamo riusciti finalmente ad allenarci assieme, dal giusto approccio alle partite, dal fatto che non avevamo nulla da perdere ma allo stesso tempo ci credevamo..e, perche’ no, anche da un pizzico di fortuna, che nei finali punto a punto non guasta mai.

Ora si va appunto a Napoli. Che partita ti aspetti? Mi aspetto una partita simile alle precedenti, contro una squadra sulla carta piu’ forte di noi, anche se finora non e’ andata benissimo. Cercheremo di restare in partita sino al finale per poi tentare di dare la zampata vincente.

Quale sara’ il giocatore napletano da guardare con maggior riguardo ? Mah difficile dirlo ora. Napoli ha un grandissimo organico ed anche se Weaver possiede un elevato talento, mi ha davvero impressionato vederlo giocare, sono una squadra lunga con sette, otto giocatori capaci di fare una partita da 25 punti.

Dalmasson ti ha detto quali saranno le tue missioni alla Pala Barbuto o il tutto e’ top secret? Il capitano risponde sorridendo: Ancora no, anche se credo che da me si aspetti le solite cose: difesa forte sul play avversario, leadership e personalità in attacco.

Che campionato e’ questa Lega gold Adecco? Mi sembra che ci siano sei, sette squadre con un organico superiore alle altre e credo che questa differenza potra’ diventare piu’ evidente nel proseguio del torneo. Dal canto nostro, abbiamo dimostrato di potercela giocare con la maggior parte delle altre squadre. Ed è ciò che cercheremo di fare sino alla fine del campionato.

Tu hai esordito nel 2001 con la Reggiana nella seconda serie cestitica nazionale;cosa e’ cambiato in questi dodici anni ? Più attenzione agli Italiani? più giovani in campo? la qualità degli americani? Nel 2001 gli Americani dell’Nba o di primo livello se dovevano sbarcare in Europa privilegiavano una destinazione italiana, ora, con la crisi economica, questo non succede piu’. Ma d’altra parte questo rappresenta un bene per i giocatori italiani e per i giovani che, anche grazie alle nuove regole, possono avere piu’ spazio in campo ed essere protagonisti.

Torniamo indietro, all’estate 2011. Omegna costruisce una squadra per la promozione e lascia liberi Zaccariello,Ferraro ed un certo Carra.Alla fine della stagione, Zaccariello, Ferraro ed un certo Carra conquistano la lega2, con Trieste. Omegna resta in terza serie. E’ un sassolino che ti sei tolto dalla scarpa? Sarei bugiardo se dicessi di no . Ma bisogna anche considerare senza rancore alcuno, che Omegna poveniva, all’epoca, da due stagioni dove non si era riusciti a centrare l’obiettivo della promozione. Era lecito, da parte loro, cercare di cambiare l’organico dopo quelle delusioni. Credo sia normale nello sport.

Ed a proposito della promozione in lega 2, non e’ passato inosservato il pensiero dedicato alla tua terra subito dopo gara 5 contro Chieti. Come la situazione ora nelle zone colpite dal sisma? Per quel che riguarda il mio paese, a Reggiolo, nonostante sia stato colpito pesantemente, con la perdita delle case per molti suoi abitanti e la chiusura di molte attivita’ commerciali, ogni volta che vi ritorno noto dei miglioramenti: la gente lavora, con grande sacrificio. Sintomo che, pur nella disgrazia,  la gente emiliana non si e’ data per vinta,  dimostrando una volta di piu’ il temperamento proprio della gente di questa terra.

E’ vero che terminerai la carriera in maglia biancorossa ? E’ una mia speranza. Ho 33 anni non credo che andrò avanti per molto. Mi piacerebbe chiudere la carriera qua.

Questo vuol dire che intendi stabilirti a Trieste? Si, è la mia intenzione e quella di mia moglie.

Cosa ti ha colpito della citta’? Prima di tutto il mare. Averlo a due passi ti cambia la prospettiva della giornata e della  vita, specie per uno come me che quando viveva a Reggio Emilia al mare ci andava due settimane in estate. Questo, abbinato all’efficienza dei servizi della città, simile a quella che si riscontra a Reggio Emilia, è un mix che mi ha conquistato. Inolte mi piace il clima cosmopolita che si respira, con tanti stranieri. E’ difficile stare in un ambiente, in compagnia,  e non avere allo stesso tavolo qualcuno che viene dalla Croazia piuttosto che dalla Repubblica Ceca o da altri Paesi. C’è una mentalità più aperta.

A primavera sarai papa’, consiglieresti all’erede in arrivo di intraprendere la carriera del cestista? Gli consiglierei di fare quello che più gli piace. Credo che alla fine l’importante sia questo.

Ed proposito di eredi, chi e’ il giocatore della Pallacanestro Trieste che ti assomiglia di piu’? Mah. Per il ruolo mi verrebbe da dire Ruzzier. Anche se io alla sua età non ero cosi forte e non avevo e non ho mai avuto le sue gambe. Anche se con caratteristiche un pò diverse, credo che sia Michele il mio erede, soprattutto per la posizione in campo.

Cosa pensi di Dalmasson? Ha una qualità non comune. Lui privilegia l’aspetto umano. In questi anni, a Trieste, ho sempre avuto compagni fantastici, che si sacrificano in campo e non credo che questo sia un caso, credo che questo sia dovuto a Dalmasson, che crede prima all’uomo che all’atleta.Tante volte gli allenatori preferiscono il giocatore forte ma capace anche di rompere lo spogliatoio. Dalmasson e’ diverso in questo.

E’ vero che da quando Hoover gioca con regolarità tu e Ruzzier avete dello spazio in più  concesso dalle difese avversarie? Senz’altro si’. Anche quando Ryan non ha segnato tanto, ci ha aiutato molto, perché è un giocatore che sa prendersi le proprie responsabilità, può portare palla quando c’è più pressione su me e Michele; in questo senso siamo molto intercambiabili riuscendo cosi’ a crearci spazi a vicenda.

Will Harris, da pochi considerato, sta disputando invece un discreto campionato. Era arrivato a Trieste con la fama di un grande realizzatore in campionati cosiddetti minori. Eppure non sta esagerando con iniziative personali. Come giudichi questa sua trasformazione? Non deve esser stato facile diventare uomo squadra partendo dal suo istinto da attaccante. Sicuramente di Will va apprezzata l’umiltà dimostrata nell’accettare di giocare da quattro, ruolo non certo suo e nel quale cerca di addattarsi con grande spirito di sacrificio. E questa non è certo una cosa scontata, specie per i giocatori di olteoceano,  perlopiù interessati a garantirsi maggior visibilità con bottini importanti per strappare un contratto migliore nella stagione successiva; invece lui sta facendo solo quello che serve alla squadra ed e’ una cosa rara in un giocatore americano.

Per finire, vi siete, ed avete fatto alla società ed ai tifosi, tre bei regali di San Nicolò …Tra un po’ arriva il Natale….. E chissa’ che non lo si festeggi con altri quattro punti in classifica..Sarebbero un altro bel regalo.

Parola e musica del capitano, Marco Carra.

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