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A2 Playoff – Casale ha più vite dei gatti e porta Agrigento a gara-4

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Tomassini CASALE

Doveva essere la serata della grande festa per lo storico approdo alla finale playoff di A2, si è trasformata nella serata dei rimpianti per Agrigento. Casale è risorta, magnifica, con una prova di carattere spaventosa quando tutti, compresa buona parte dei suoi tifosi, la davano oramai per spacciata. Ramondino aveva chiesto ai suoi, vestendo i panni dello psicologo piuttosto che del coach, di tornare se stessi, di riappropriarsi della propria identità di umili operai della palla a spicchi, di non provare a vincere rinnegando se stessi, come era rovinosamente accaduto lunedì in gara-2. E’ stato accontentato.

FACCE DA BATTAGLIA – La Junior ha sfoderato la sua faccia migliore, quella scolpita dal coraggio, dall’autodisciplina, dall’aiuto reciproco; quella che le ha permesso di scavalcare ogni tipo di difficoltà in stagione regolare e l’ha fatta prevalere in quel di Biella nei quarti. Agrigento ha vissuto, nel primo tempo, le stesse disagevoli sensazioni di Casale in gara-2: nervosismo, ansia, forse anche un inconscio rilassamento, la sensazione che fosse già tutto scritto, hanno bloccato la Moncada nei primi due periodi. Così Casale, a dir poco rocciosa e asfissiante su ogni pallone, di nuovo leggera in attacco con un Martinoni tornato a fare la voce grossa sotto i tabelloni (oggi curiosamente non capitano, gara da 17 punti con 7/9 dal campo e 3/3 ai liberi), Marshall (poi si spegnerà, al termine saranno 6 i punti dell’ala statunitense) di nuovo presente e con la mano ferma, e Tomassini scattante e imprevedibile come non mai, metteva subito la testa avanti. Un vantaggio che cresceva regolare, frutto non tanto di un attacco scintillante degli ospiti, comunque molto più bravi nel trovare i tiri rispetto alle partite in Piemonte, quanto delle difficoltà dei padroni di casa; non si sono contate le palle lanciate fuori senza un perché, i tiri usciti di un nonnulla ma anche vere e proprie preghiere senza senso. Alla prima sirena, dopo un dominio pressoché totalitario sotto entrambi i tabelloni, con Fall a saltare più in alto di tutto e tutti (6 punti + 9 rimbalzi alla fine), Casale si trova avanti 11-19. Il palazzo, esaurito in ogni ordine di posti, non crede ai suoi occhi. Nel secondo parziale, il gioco ristagna, l’eccessiva fiscalità degli arbitri spezzetta il gioco, e tra passi e falli in attacco veniali – attenzione, senza alcuna discriminazione tra le due squadre – e una costruzione delle azioni rivedibile da ambo le parti, le emozioni latitano. Il primo scrollone lo dà Blizzard (8 punti, 2/3 dalla lunga distanza), con la tripla del massimo vantaggio per l’11-24 a 6’29” dalla seconda sirena. Agrigento non si scuote in attacco, mentre in difesa inizia a stringere un nodo scorsoio alla gola di Casale: la Junior però, pur rallentando il gioco, stasera ragiona meglio e sa scegliersi i tiri. Una fiammata di Piazza e Williams, con 6 punti in due azioni, riporta Agrigento a -7 sul 21-28, ma poi l’inerzia torna dalla parte della NoviPiù, che chiude il quarto sul 22-35, grosso modo lo scarto, a parti invertite, di gara-2 dopo 20’ (21-36).

LA RISCOSSA AGRIGENTINA – Il grande assente dei primi 20’, tra i tanti della Moncada che non ne vogliono sapere di entrare in partita, è Dudzinski. Estromesso dal gioco, a turno, da Martinoni, Fall e Samuels, non ha fatto valere la sua mano morbida a corto raggio, né è riuscito a guadagnarsi tiri aperti dall’arco. Bene. Nel terzo periodo, decide di recuperare il tempo perduto, e dà il via allo show. Una volta che Casale ha toccato il +15 a 7’07” dalla terza sirena, con l’ennesima invenzione di uno sbalorditivo Tomassini, oggi più attaccante di razza (miglior marcatore con 21 punti) che semplice playmaker (0 assist, 5 perse), si scatena il centro americano. Con 11 punti nel quarto (alla fine 18 con 7/12 dal campo, solo 3 rimbalzi), riporta prepotentemente in partita i suoi, che ora ci mettono ben altra convinzione e possono azzardare quei cambi di velocità che tanto fanno male alla difesa juniorina. Su un pasticcio difensivo di Casale dopo un rimbalzo, con tre uomini a cozzare l’uno con l’altro perdendo la sfera, è proprio Dudzinski a firmare il 44-50 al 30’.

DIECI MINUTI DA SBALLO – Da qualsiasi prospettiva la si veda, gli ultimi 10’ diventano i più belli di tutta la serie. Agrigento parte a razzo, e l’entrata di Saccaggi, uomo da quarto quarto per antonomasia quest’anno, è il segnale che tutti i tifosi siciliani stavano aspettando: la sua prima conclusione vincente da oltre l’arco riporta a contatto Agrigento (47-50), la successiva di Piazza regala il -2 (50-52). Un piccolo big-bang accompagna gli uomini di Ciani, ora mortiferi da oltre l’arco (5/7 da 3 nell’ultimo periodo dopo il 3/15 nei primi 30’) e psicologicamente avvampanti ora che vedono la Junior zoppicare. E quando Saccaggi a 6’55” dà il vantaggio (53-52) per la prima volta dalla palla a due, per Agrigento sembra fatta. Solo che la Moncada, negli ultimi 10’, ha un punto debole: manca Dudzinski. E’ stata una delle mosse decisive di Ciani a Casale, quella di andarla a vincere con un lungo rapido come Udom al posto del suo gigante, ma stavolta il ragionamento ha una falla di nome Samuels. Un gioco da 3 punti e una schiacciata riportano Casale avanti sul 53-57. E’ il primo snodo cruciale di un finale a dir poco palpitante: a 4’14”, con un canestro dalla distanza di pura classe, Tomassini ridà fiato alle trombe monferrine per il 58-65. Ora i quintetti hanno abbandonato le vesti ragionieristiche per cui sono famosi, e hanno indossato ruvidi panni gladiatori: la palla si muove come in un flipper, e le alchimie tattiche si sgretolano di fronte all’audacia e all’astuzia dei singoli. Fa tutto o quasi Casale: prima si issa a +7 col trio Blizzard-Martinoni-Tomassini (63-70), poi lascia libero Williams di colpire da fuori (66-70), infine perde un pallone incredibile con Tomassini che salta per sbaglio al posto di fare una finta e riatterra con la palla tra le mani. Quando Piazza va in lunetta sul 68-70 a 19” dal termine, la soluzione più logica sembrano i supplementari: ma il piccolo play biancoazzurro, fin lì 4/4 a cronometro fermo, tira corta la prima parabola. A 14”, Tomassini può replicare dalla linea della carità, ma l’ex Veroli fa anch’egli 1/2. Così, nella convulsa battaglia sotto il tabellone, è Samuels a stoppare Williams lanciato a canestro. Finisce 69-71, tra due giorni sarà di nuovo guerra. E ora nulla è più scontato.

BasketItaly.it MVP: Giovanni Tomassini batte di un soffio Niccolò Martinoni: come gli era successo nella sconfitta contro Trapani, quando aveva messo a referto 27 punti, suo massimo stagionale, smette i panni del regolatore di gioco e colpisce nel cuore dell’area e dall’arco la Fortitudo. Mai contro Casale, nelle quattro sfide precedenti, la Moncada era stata tanto in difficoltà sulle penetrazioni. Tomassini oggi ha fatto dannare il povero Piazza, vincendo nettamente il duello individuale, e ha chiuso con un eccellente 5/7 da 2, 3/5 da 3 e 2/3 ai liberi. Non solo quantità, ma grande qualità nelle sue conclusioni: sono arrivate spesso quando Agrigento stava per rimettere le mani sulla partita. Se la NoviPiù non deve fare anzitempo le valige, buona parte del merito è sua.

MONCADA AGRIGENTO – NOVIPIU’ CASALE 69-71 (11-19; 22-35; 44-50)

Moncada Agrigento: Vai, Evangelisti 8, Williams 14, Chiarastella 9, De Laurentiis, Saccaggi 6, Piazza 11, Udom 3, Portannese ne, Dudzinski 18: all. Ciani Franco

NoviPiù Casale: E. Giovara ne, Amato 6, Tomassini 21, Natali, Blizzard 8, Martinoni 17, Cometti, Fall 6, Samuels 7, Marshall 6: all. Ramondino Marco

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