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Varese-Venezia, le dichiarazioni pre-partita di coach Mazzon e Daniele Magro

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Andrea Mazzon

“Competere contro una squadra come Varese vuol dire essere arrivati a pari livello. E’ positivo ed è una bella soddisfazione per noi sapere che questa sfida diventi una classica come gli ultimi playoff, ci rende orgogliosi ed è un premio al lavoro decennale che ruota introno a questa società.”

Queste le prime parole di Andrea Mazzon, coach dell’Umana Reyer Venezia, sulla sfida che si rinnova nuovamente contro la Cimberio Varese.

 

“Arriviamo a  questa partita dopo un ulteriore settimana che ha portato serenità nel gruppo con il lavoro sta andando nel giusto verso, con i tre nazionali (Magro, Rosselli e Vitali n.d.r.) che si stanno inserendo con profondità grazie anche al loro carattere che ognuno di loro applica in quello che fa. Io, indipendentemente dal risultato, sono positivo perché vedo grande applicazione da parte di tutti.”

Durante la settimana, Varese ha giocato in Euro-Cup, battendo il Paris Levallois 77-71, e secondo il coach oro-granata, per Venezia non è un vantaggio. “Per esperienza, dato che per molti anni ho disputato le coppe europee, posso dire che giocare anche durante la settimana è meglio in ogni caso. Le squadre che disputano l’Eurolega e l’Euro-Cup sono abituate a giocare più partite e non c’entra la loro forza. Più partite giochi, più il ritmo si alza. Anche per questo Siena, che l’anno scorso ha giocato quasi 80 partite, ha vinto lo scudettoPer ogni squadra la preparazione tattica talvolta fa la differenza, passando dai più piccoli dettagli e alla conoscenza che ha un giocatore sull’abituarsi nel giocare spesso, non agli allenamenti che si fanno. Per esempio, Ettore Messina ha spiegato il suo anno in NBA con i Los Angeles Lakers, che quando giocavano quasi ogni giorno, preparavano la partita tra un incontro e l’altro in viaggio. La differenza viene data dalla capacità di adattamento dei giocatori, questa è la chiave”.

Mazzon ritrova da avversario in una partita ufficiale, dopo il match del Torneo di Jesolo, il play Keydren Clark, ex sentitissimo della partita, dopo tre stagioni trascorse a Venezia sotto la sua guida. “Non sarà la prima e gli auguro che non sia l’ultima volta. E’ un ragazzo che a Venezia ha fatto molto bene bene, ha avuto l’opportunità di giocare in una società molto solida che gli ha dato l’occasione di giocare in una grande squadra come Varese. Se quest’anno gioca l’Euro-Cup, merito è anche parte della Reyer.”

In rischio di taglio, 21 punti in settimana contro il Paris Levallois. Si è svegliato nella settimana giusta… “Vedremo. Di solito dopo una sveglia, uno magari si addormenta. Come giocatore non si discute. La sua mancanza di continuità? Mah… Non so quanti playmaker in LegaUno sappiano fare in due anni un 40% da tre e 14 punti di media. I momenti di alti e bassi sono normali. Chiaro, se avesse fatto della continuità la base del suo gioco, allora probabilmente non giocherebbe qua, ma sarebbe da tutta un’altra parte.” 
Differenze e problemi per la Cimberio di giocare da mercoledì a Varese alla domenica a Casale Monferrato? “Di questo non me ne rendo tanto conto, non saprei neanche tanto valutarla. Per assurdo ci siamo passati anche noi giocando al PalaVerde e allenandoci al PalaTaliercio, non sappiamo se giocavamo meglio… ma non credo che sia così importante cambiare canestri e situazioni. Li ho visti giocare contro Reggio Emilia e uno come Ebi Ere non ha avuto problemi nel trovare la retina di Casale nell’ultimo quarto quando ha fatto 4 di fila da tre punti. Non credo che sarà lo stesso visto a Jesolo (6 punti e 2\11 al tiro).
Varese come è cambiata rispetto all’anno scorso? “Ci sono più giocatori imprevedibili, che sono più di striscia, non di solidità ma che sanno cosa fare come Coleman. Un giocatore che sta facendo un grande inizio di stagione è Polonara, che sta sfruttando bene l’assenza di Sakota, giocando senza pressioni. Cosa serve per batterli? La stessa prestazione vista contro Montegranaro, togliendo ovviamente le palle perse (ben 19). Vale per ogni squadra, è necessario evitare certi errori, parlo sui singoli e non sulle individualità, come l’esecuzione di alcuni blocchi. Ogni piccolo dettaglio è importante all’interno dell’organizzazione di gruppo: non migliora il singolo giocatore, ma porta la squadra a migliorarsi.”
Daniele Magro schiacciata

Daniele Magro, insieme a Guido Rosselli, è l’unico reduce della squadra lagunare che ha i giocato i Quarti di playoff contro la compagine bianco-rossa.

Varese è una squadra totalmente diversa rispetto a quella costruita l’anno scorso. Sono sì rimasti alcuni giocatori come Sakota, De Nicolao, Ere e Polonara, ma vedendola giocare contro Milano è modificata anche nel gioco. Dobbiamo, naturalmente, lavorare sugli avversari di quest’anno senza guardare la Varese della stagione passata come Dunston che non c’è più e non era molto facile come avversario. Ma ci sarà Polonara che tira molto più da fuori  e lo fa con ottime percentuali. Rispetto all’anno scorso la prepareremo con equilibri diversi”.

Dopo l’ottima vittoria convincente contro Montegranaro, una prova di maturità e continuità. “Stiamo lavorando per questo. Non andiamo in gita, ci siamo allenati molto bene e andiamo per vincerla, sapendo di avere a che fare con una squadra dalle enormi potenzialità come lo siamo noi. Bisogna impostare, come noi sappiamo fare, il nostro ritmo di gioco e fermare le loro bocche da fuoco come Coleman, gran bell’atleta, Ere, Clark e tutti gli altri; se lo facciamo, sarà un bel passo in avanti per portare a casa i due punti. Bisogna semplicemente fare un punto in più di loro: sembra una banalità, ma è questo lo scopo del gioco.”

Strano ritrovare Kee-Kee Clark da avversario dopo due anni passati insieme in maglia orogranata… “Sarà un bell’effetto, al Torneo di Jesolo io non c’ero, quindi avrò l’occasione di rivederlo e salutarlo. E’ stato il mio playmaker per due anni qui a Venezia e nella mia crescita cestistica anche lui è stato importante. Dopo tanti allenamenti con e contro di lui, me lo ritroverò davanti da avversario in una partita ufficiale.”

Contro Montegranaro per Daniele una prova di solidità, frutto di 5 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate per 18 di valutazione in altrettanti minuti giocati. “10 rimbalzi… uno l’ho preso a fine partita, hanno dato a me invece che a Linhart due punti, ma va bene lo stesso… (ride) Sono belle le statistiche quando si vince a fine incontro, le si guardano tranquillamente con un bel sorriso. Il giorno dopo però si riparte da zero e si guarda alla prossima partita, si torna a sudare e a lavorare con la convinzione di rifare quel buono della partita precedente.”

Il match è stata convincente anche grazie anche alla Nazionale che l’ha fatto crescere sui suoi mezzi. “E’ stata un’esperienza allucinante e bellissima che ti da molta autostima quando sei considerato uno dei dodici che fanno parte della nazionale. Ma ciò non toglie che essere dentro alla Reyer ed essere considerato come un giocatore che ha una certa importanza ti da quel qualcosa in più, ti fa giocare meglio dandoti più grinta, poi qui al Taliercio senti il calore del pubblico. Sono cresciuto molto perché ho avuta molta fiducia da tante persone, qui dentro in particolare.”

Coach Mazzon ha detto che i tre nazionali si stanno inserendo bene all’interno del gruppo. “La principale situazione che dovevamo fare il prima possibile, era cercare di creare un unione di squadra per poter avere una filosofia di gioco che mettesse d’accordo tutti. Io, Guido e Luca siamo persone abbastanza facili da inserire in un gruppo e ci stiamo inserendo bene, poi è un po’ più facile con il gruppo degli stranieri rispetto a quello che era successo nelle altre due annate.”.

Varese secondo il coach non avrà problemi a smaltire l’impegno europeo. “Io non sono mai stato impegnato durante la settimana nelle competizioni europee, però sia Giachetti che Smith mi hanno spiegato che i ritmi sono diversi come gli allenamenti, gli spostamenti… Quando si diventa professionisti, si pensa solo a giocare le partite; non è un alibi giocare le coppe, magari si ha più tempo per lavorarci ma ci si deve adattare anche a questo. Nella loro situazione sarei impegnato a giocare la partita come farebbero loro.”

 
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