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Serie A. Grissin Bon. Coach Max Menetti: ‘Il livello è così alto che servono cose straordinarie’

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rimantas kaukenas, darius lavrinovic, milano L’unica cosa che davvero preoccupa? La salute. Lo ha svelato Max Menetti, coach della Grissin Bon Reggio Emilia, in una intervista al quotidiano ‘Il resto del Carlino’. Il problema principale è dato dagli infortuni: «Ogni settimana ci facciamo i conti e quindi dobbiamo continuamento cambiare il modo di giocare, – ha detto – sono contento del rientro di Lavrinovic, dobbiamo dargli tempo perché torna da sei mesi di stop e non sarà facile per lui tornare protagonista, ma è uno di quei giocatori che garantisce in squadra molti degli equilibri necessari. La nostra fisicità con lui o senza di lui, è molto diversa».

Tra le pedine preziose a disposizione della squadra c’è tra gli altri Diener, il Drake Diener ex di Sassari: «Al di là di tutto quello che si dice di lui, Drake non è un tiratore, – ha spiegato Menetti – è un giocatore da palla in mano; guardando le sue cifre, sono molto simili a quelle del passato». La storia recente, anzi recentissima, purtroppo registra un doloroso meno 50 contro la formazione di Milano, che il coach riprende in mano a mente fredda: «Probabilmente non eravamo pronti a quel tipo di partita e di impatto, pensavamo di lottare per il successo e quando siamo andati a meno 20 non abbiamo avuto un piano B. Avremmo dovuto avere la forza di reagire e soffrire, avremmo dovuto essere più sporchi e cattivi e invece non se siamo stati capaci». Ma precisa: «Non si possono buttare via sette mesi di lavoro in un giorno, se una squadra è al secondo posto alla ventesima giornata di campionato significa che, al suo interno, ha valori importanti». A chi gli domanda se la sua squadra pecca a volte di presunzione: «Non lo pensavamo, in tanti però lo dicono, quindi qualcosa di vero deve esserci, – ha risposto – Penso e credo che ora riusciremo a mostrare sempre il giusto atteggiamento. Mi auguro che la nostra gente lo capisca». La guida di Cinciarini e compagni appare tranquilla, consapevole che la sua squadra ha molto da dare: «In quattro anni abbiamo ottenuto risultati stupendi e stiamo facendo tutto quello che avevamo in testa. Ora però, – ha continuato – il livello è così alto che per salire bisogna fare cose straordinarie». Pe riuscirci la soluzione è «arrivare all’ultima parte di campionato come delle belve».