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Raduljica: “Milano è stimolante. Dateci tempo ma non vedo squadre imbattibili in Europa”

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Il centro di Milano Miroslav Raduljica si racconta in una intervista a Sportweek.

Del ragazzone serbo colpiscono sempre le braccia “I miei tatuaggi? In realtà sono solo tre incastrati tra loro. Uno dei più grandi raffigura il protagonista della “Torre Nera” di Stephen King. Ho sempre preferito i libri ho divorato la serie e sono rimasto un assiduo lettore”; senza dimenticare la sua folta barba “La barba potrei anche tagliarmela mi piace cambiare look. Magari ne tengo metà come Tamberi. E comunque l’ho fatta crescere in tempi non sospetti: non sono io che seguo la moda è lei che segue me”
L’ambientazione a Milano invece procede bene “L’energia di questa città mi piace. È stimolante è una delle più belle del mondo. Per ora mi sono mosso nel centro storico, Duomo e dintorni.”
Parlando della squadra e della nuova Olimpia Milano: “Dateci un po’ di tempo perchè con sei nuove acquisti non si diventa squadra per magia, ma il gruppo c’è. In Italia dobbiamo vincere, lo so, e in Europa partiamo di rincorsa ma non vedo squadre imbattibili.”
Sono tante le passioni di Miroslav, una su tutte le Moto: “Possiedo una Harley Davidson, è la mia passione, ma durante la stagione rimane in garage: è vietata dai regolamenti societari. La uso d’estate mi piace perchè è sinonimo di avventura, il mio idolo è Valentino Rossi.”
Uno dei grandi punti di forza della Serbia sono i vivai: “Sono cresciuto nel vivaio servo dell’FMP Zelenznik, il posto migliore per far crescere un giovane. Si va a scuola si studia e si fanno due allenamenti al giorno con uno staff di altissimo livello è una vera accademia”
In passato c’è stata anche l’esperienza Nba a Milwuakee:”In Nba ero il terzo centro non ho mai avuto una vera occasione ma in futuro vorrei riprovarci. Ci stavo pensando già quest’anno ma poi è arrivata Milano.”
Ma come vede se stesso Raduljica? “Mi definisco estroverso, un buon amico. La mia dote migliore è quella di saper leggere il gioco. Difetti? Sono testardo ed è il mio più grande limite sia in campo che fuori. Quando smetterò di giocare salirò in moto e girerò il mondo”