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Home NBA Il punto sulla settimana NBA. James Harden vuol far parlare di se, e lo fa nel migliore dei modi

Il punto sulla settimana NBA. James Harden vuol far parlare di se, e lo fa nel migliore dei modi

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Dire che è stata la settimana di James Harden sembra scontato, ma nel giro di 10 giorni, il Barba ha creato un vero terremoto nella NBA. E’ arrivato a Houston a 3 giorni dall’inizio del campionato, ma nonostante questo, grazie alla voglia di dimostrare a chi per primo ha creduto in lui ma che poi l’ha scaricato, preferendo tenere prima Westbrook poi Ibaka, ha esordito con il botto a Detroit segnando 37 punti, distribuendo 12 assist e raccogliendo 6 rimbalzi! Ma non si è accontentato, perché due giorni dopo, ad Atlanta si è superato fissando il suo carrier higt di 45 punti con solo 5 errori al tiro su 19 tentativi. E’ superfluo aggiungere che al momento è anche il top scorer della lega con ben 35 punti di media, ma quello che stupisce è la facilità con la quale questa franchigia, molto rinnovata, stia iniziando il proprio cammino trovando meno difficoltà di quante ce se ne poteva aspettare.

 

Le squadre più in palla di questo inizio sono due: i sempreverdi Spurs e gli intriganti Knicks. San Antonio è forse all’ultima chance con i propri big per tentare la corsa al titolo, e se il buon giorno si vede dal mattino, per loro ci sarà un bell’avvenire. Per Duncan gli anni sembrano non passare mai, e la sapienza dei suoi dirigenti ha saputo inserire giovani come Danny Green e Kawhy Leonard che partita dopo partita crescono e stanno diventando anche loro una certezza. Per New York il discorso è diverso, forse, anche se solo l’avvenire potrà dircelo, questo momento felice è anche dovuto all’assenza di Amare Stoudemire. Carmelo Anthony sembra aver appreso dall’esperienza olimpica che in una squadra si può vincere anche se lui non è onnipresente. I colpi di mercato della grande mela sembrano essere due ‘vecchietti’ uno all’esordio nella lega (Prigioni) e l’altro al ritorno dopo il ritiro (R. Wallace).

Le delusioni, se di questo si può parlare dopo appena pochi giorni, sono due nobili antagoniste: Boston e Los Angeles (sponda Lakers). I biancoverdi hanno fatto imbestialire coach Rivers che al secondo k.o. di fila ha dichiarato: ‘Non vedo ancora le giuste motivazioni. Quando cambi molto, i giocatori devono capire che per diventare una squadra c’è bisogno di investire sulla squadra: per il momento non ci siamo ancora riusciti.’ La perdita di Ray Allen è stata sanguinosa per le speranze di gloria di Garnett e compagni.  Nei gialloviola, invece, dopo l’onerosissima campagna acquisti estiva, si poteva prevedere un periodo di rodaggio, visto che la filosofia di gioco è completamente diversa agli ultimi anni.  Avere un play come Steve Nash è molto importante, ma se non lo si aiuta giocando il pick&roll nel quale è maestro le cose si fanno dure.  A questo si è aggiunto l’infortunio del canadese, che si è procurato una microfrattura alla gamba sinistra. I più ottimisti sperano di rivederlo in campo tra una decina di giorni, ma c’è chi più realisticamente parla di un mese di stop per l’ex Suns.

I campioni in carica sono partiti discretamente, delle 4 gare disputate ne hanno persa solo una, con New York. Ma le notizie positive non mancano anche qui. Con l’innesto di due pedine come Ray Allen e Rashard Lewis i Big Three non sono sottoposti a minutaggi elevati. E crediamo che quei due o tre minuti a partita risparmiati per i 6 mesi di stagione regolare, potranno far arrivare Miami ancora più freschi e determinati alla ricerca della conferma del proprio anello.

Parlando ora dei Rookie che si sono affacciati al mondo professionistico, poche sono state le sorprese rispetto alle aspettative. Anthony Davis (New Orleans) potrà diventare un giocatore di primissima fascia NBA, ma anche Damian Lillard (Portland), Dion Waiters (Cleveland) e Jonas Valanciunas (Toronto) hanno iniziato bene guadagnando minuti e considerazione rispetto ai propri compagni. L’unico che al momento non ha confermato quelle che potevano essere le aspettative su di lui è Bradley Beal, scelto dai Washington Wizard al numero 3 e da qualcuno indicato come il futuro Ray Allen o James Harden, vediamo se accumulando esperienza e più sicurezza nei suoi mezzi ritroverà il suo tiro mortifero mostrato nel Basket College.

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