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Fiba World Cup 2014: Team USA mostra i muscoli. Suo il Mondiale dell’orgoglio

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Finisce con la dichiarazione di onnipotenza degli Stati Uniti il Mondiale di Spagna 2014, con gli americani che dispongono facilmente di una generosa Serbia, travolta 129-92 Un messaggio diretto, oltre che agli avversari sul campo, ai tanti detrattori di questa edizione della squadra una volta nota come Dream Team, incautamente bollata come la più debole di sempre. I ragazzi di coach K giocano la loro miglior partita proprio quando i riflettori sono accesi, con una prova da dominatori sia sul piano atletico, che del talento e della gestione dellla partita.

Una prestazione immaginifica dal perimetro (11/16 all’intervallo, 15/30 alla fine) toglie agli slavi quelle energie mentali che pure li avevano guidati ad un grande inizio, con il parziale di 7-15 illuminato dalle giocate in pick’n’roll del solito Teodosic (10 più 7 assist), che segna e manda al ferro Bjielica e Kalinic, con un linguaggio del corpo aggressivo che sembrava sorprendere gli avversari. Paradossalmente è il secondo fallo di Davis, con il conseguente ingresso di un cattivissimo Demarcus Cousins, a cambiare la partita, con il centro dei Kings che oscura la vallata a centro area, mentre Harden (23, 3/5 da tre) e un Kyrie Irving incendiario (15 punti nel 1° quarto, 26 alla fine con 6/6 da tre) confezionano il 15-0 che rimette le cose a posto. Ma soprattutto Team Usa prende possesso del ritmo partita, innescando quella transizione che nessuno nel Torneo ha potuto contrastare, nata dall’aggressività difensiva sulle linee di passaggio e dal controllo assoluto del proprio tabellone. Dopo i 35 punti (a 21) con cui chiudono i primi 10′, gli statunitensi alzano se possibile il volume nel secondo parziale, nella versione con un ottimo Rudy Gay da 4, che allarga ancora di più il campo senza perdere in fisicità. Il vantaggio scollina presto oltre i 30 punti e da qui, dopo il 67-41 del riposo, si tratta solo di aggiornare lo score. Gli Stati Uniti continuano a macinare gioco e spettacolo, nella logica sia del rispetto dell’avversario, che con la voglia di dimostrare la forza fisica e mentale di questo gruppo, cui tanti avevano preferito i padroni di casa della Spagna nei pronostici. Non ce n’è per nessuno, lo statement finale che Team Usa manda al mondo, e l’impressione è che persino gli iberici sarebbero stati spazzati dalla debordante fisicità e talento a stelle e strisce. La Serbia, dall’altra parte, chiude un mondiale trionfale, aldilà del pegno “sacrificale” pagato stasera, per una squadra entrata per il rotto della cuffia col 7° posto europeo, che coach Djordjevic ha ricostruito tra mille difficoltà, viste anche nella prima parte del Torneo e dopo la dolorosa rinuncia a un giocatore del calibro di Micov. Dietro ai Teodosic e ai Bogdanovic, la squadra slava mostra una solida intelaiatura e uno spirito di gruppo su cui costruire in vista dei prossimi impegni. Nel frattempo dietro all’Olimpo statunitense a Belgrado hanno di cui festeggiare per un secondo posto che, chiuso il sipario della competizione, suona come il primo tra gli umani.

I Tabellini

USA- Serbia 129-92 (35-21, 67-41, 105-67)

Team USA: Curry 10, Thompson 12, Rose, Faried 12, Gay 11, DeRozan 10, Irving 26, Plumlee 1, Cousins 11, Harden 23, Davis 7, Drummond 6. All. Krzyzewski

Serbia: Teodosic 10, Simonovic, Jovic 6, Bogdanovic 15, Bjelica 18, Markovic 3, Kalinic 18, Bircevic, Krstic 4, Raduljica 9, Katic 2, Stimac 7. All. Djordjevic

Stefano Mocerino

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