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Un nome per la presidenza della Fip per risollevare il basket italiano: Gianni Petrucci

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In questo momento di grande crisi per il basket italiano con il sex appeal  presso media e sponsorizzazioni  commerciali ridotto al lumicino, un nome come quello di Gianni Petrucci alla guida della Federbasket italiana potrebbe dare ossigeno ad una delle grandi malate dello sport italiano.

Gianni Petrucci, che alla fine delle Olimpiadi di Londra di quest’estate terminerà il proprio quarto mandato di presidenza alla guida della massima entità sportiva italiana il Coni, e che quindi potrebbe tornare al suo primo grande amore: la palla spicchi. Il presidente del Coni, molto scottato dalla rinuncia del Governo Italiano a presentare la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020, non si ricandiderà alla massima poltrona dello sport italiano, ed il suo nome è stato accostato alla presidenza della Fip, dove Petrucci ha già ricoperto il ruolo di segretario generale dal 1977 al 1985. Una figura politica a livello sportivo di grande spicco, che con il suo carisma ed importanza potrebbe far riacquisire valore al basket italiano presso i  mezzi di comunicazione, sempre più tiepidi nei confronti del prodotto basket, e con la classe imprenditoriale, che a causa della crisi economica nel nostro paese sono sempre più restii e  meno disposti ad investire nei club di pallacanestro. Anche lo stesso presidente attuale della Fip Meneghin ha espresso il proprio consenso su una ipotetica sua successione con Petrucci: “ con Petrucci ho un ottimo rapporto, possono esserci state diversità di vedute e divergenze, ma sono cose che possono capitare. Se alla fine delle Olimpiadi si volesse candidare sarebbe un sostituto ideale alla presidenza della Fip secondo la mia opinione”. Meneghin che è prossimo a concludere il proprio quadriennio alla guida della Fip ha dichiarato di non voler presentare nessuna ricandidatura per le prossime elezioni. Quadriennio alla guida della Fip del Dino nazionale che è coiciso con il periodo purtroppo più buio della nostra pallacanestro dagli anni 90. Quatrto anni nei quali il nostro basket è stato al centro di tormentate estati tra cancellazioni di squadre, ripescaggi ed assurde regole su presunte Wild Card, dove la Fip avrebbe potuto fare di più senza scrollare le spalle e rimettere le responsabilità alle leghe professioniste, e nei quali la nostra Nazionale ha raccolto risultati molto modesti, nonostante per la prima volta nella storia italiana cestistica la nazionale azzurra potesse contare su tre giocatori discreti protagonisti nel Nba. Ma nel caso della nazionale attuali, le colpe non vanno date a questa gestione quadriennale della Fip, ma alle gestioni precedenti che hanno depauperato il settore giovanile del basket italiano. Però la cosa peggiore, dati alla mano sull’impiego dei giovani italiani, che probabilmente ci aspetteranno ancora molti anni di vacche magre con la nostra nazionale se non si farà un serio programma sullo sviluppo dei settori giovanili, e regole convincenti che permettano lo sviluppo tecnico dei giocatori italiani. In quest’ottica preoccupa la famigerata riforma dei campionati, perché con l’eliminazione della Legadue, mancherebbe un importante fucina e serbatoio per i giocatori italiani. Infatti molti giovani giocatori italiani si sono serviti del buon livello tecnico della seconda lega professionistica per la propria maturazione cestistica, ed eliminare la Legadue creerebbe un solco profondo dal punto di vista di valori e contenuti tecnici tra la serie A e la nuova seconda lega professionistica. Queste sono solo alcune delle tante problematiche, che il futuro presidente della Federazione andrebbe ad affrontare: ci si rende conto che il nome di Gianni Petrucci sarebbe il candidato ideale per affrontare tutti questi problemi strutturali, economici e di comunicazione che stanno portando ad una lenta morte il basket italiano.