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Tifosi Olimpia irruppero in palestra: annullati i Daspo per “situazione molto comune nello sport”. Legittimata l’invasione?

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tifosi, milano

Era l’11 febbraio quando un gruppo di una cinquantina di tifosi di Milano irruppe all’allenamento dell’Olimpia dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Seguirono le identificazioni e, nei giorni successivi, 42 Daspo disposti dalla Questura. Ad agosto furono sospesi dal Tar della Lombardia in attesa della sentenza di merito. Che è arrivata, disponendo l’annullamento dei Daspo. Con una serie di motivazioni. Innanzi tutto quella usata già per la sospensione: “L’episodio non può dirsi avvenuto “in occasione o a causa di una manifestazione sportiva” bensì di un allenamento settimanale”. Più specificamente “per manifestazioni sportive si intendono le competizioni nell’ambito delle attività previste dalle federazioni sportive e dagli enti riconosciuti dal Coni”. Quindi non gli allenamenti. “E’ comunque dirimente rilevare che i fatti accaduti non sembrano integrare gli estremi dell’aggressione fisica o delle minacce. Decisiva l’analisi del video: pur considerata la concitazione, non è emersa alcuna condotta di carattere minaccioso o violento, quanto piuttosto un confronto”. E in un altro procedimento si parla di “travisamento dei fatti, non essendo stata raggiunta la soglia di allarme (cioè il pericolo di una lesione, anche solo potenziale, dell’ordine pubblico)”.
La lotta alla violenza nello sport è una battaglia quotidiana, combattuta su mille fronti. Non ha bisogno di autogol come quello del Tar della Lombardia. Ci sta l’accettazione del ricorso, come leggete sopra. Ma la motivazione include un passaggio pericoloso, perché crea un precedente: “Ad avviso del Collegio, quella verificatasi è una situazione molto comune nello sport… che non ha affatto integrato gli estremi dell’aggressione fisica, minacce o intimidazioni, tanto che l’Olimpia, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, ha sensibilmente migliorato le proprie prestazioni fino a vincere il campionato: il che denota una tensione positiva tra squadra e tifoseria”. Quindi, invadete pure tifosi, così la vostra squadra vincerà. Lasciamo che sia il coach a creare la tensione positiva, è uno dei suoi compiti. Quello dei tifosi è applaudire o manifestare – al palazzo – il disappunto, civilmente. Stop. Sarebbe bene che lo capisse anche chi emette sentenze forse con un pelo di leggerezza.

Fonte: La Gazzetta dello Sport