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L’Italia fa sua la Trentino Cup: il bilancio della tre giorni di gare

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La nazionale italiana di basket battendo nella terza e conclusiva gara il Montenegro per 84-73 si è aggiudicata la Trentino Cup. La competizione in terra trentina è stata la prima occasione per vedere gli azzurri all’opera, dopo la dura preparazione atletica di Folgaria.

Possiamo dire in linea generale che gli azzurri hanno superato ad alti voti la prova sulle tavole del palasport di Trento, non tanto per le tre vittorie arrivate in altrettante gare, ma la continua crescita nel gioco e personalità, che gli uomini di Pianigiani hanno evidenziato di serata in serata. La partita iniziale contro la Finlandia, aveva visto un Italia soffrire nella prima parte, per poi avere ragione sui finnici nella seconda parte di gara, grazie ad una difesa più aggressiva rispetto i primi venti minuti di gioco. Nella seconda gara gli azzurri hanno avuto la meglio al fotofinish sulla Bosnia, trascinata da uno stellare ex Virtus Roma Dedovic (29 punti contro gli azzurri nella serata di ieri), in una partita che gli azzurri hanno condotto con grande autorità per 35 minuti, per poi soffrire nell’ultimo spicchio di gara la difesa a zona ordinata dal coach bosniaco Aza Petrovic. Nella gara di questa sera gli azzurri hanno letteralmente spazzato via i montenegrini dalla seconda parte del terzo quarto in poi trascinati da un devastante Gigi Datome, votato mvp della competizione. Sicuramente il Montenegro, visto a Trento è una pallida copia della nazionale ex slava, che potendo contare sull’asse play-pivot Cook-Pekovic aveva battuto l’Italia al debutto delle qualificazioni europee a Bari nell’Agosto del 2010, ma come ha sottolineato coach Pianigiani non è mai facile avere la meglio su squadre molto solide fisicamente e con giocatori esperti, che giocano in importanti campionati in Europa, come quella montenegrina. Per quanto riguarda i singoli i voti più alti al termine di questa Trentino Cup vanno a Gigi Datome, Pietro Aradori ed al neo capitano Stefano Mancinelli. I primi due sono state le bocche da fuoco principe della squadra, i giocatori ai quali i compagni, in assenza per il momento di Danilo Gallinari, si sono affidati in attacco per i tiri che scottavano. Mancinelli, invece, soprattutto nelle prime due gare ha dimostrato grande personalità e leadership all’interno del gruppo azzurro, una grande crescita in termini di personalità per il ragazzo abruzzese. In grande crescita nella tre giorni trentina anche i lunghi Gigli e Cusin, ma i due dovranno essere testati contro squadre con lunghi con stazza fisica maggiore. Infatti nessuna delle tre compagini affrontate a Trento poteva annoverare centri dominanti nell’area, giocatori con queste caratteristiche che hanno messo sempre in difficoltà la nostra nazionale negli ultimi anni. Voto alto anche per Daniele Cavaliero, che sembra continuare dove aveva finito nella serie semifinale play-off con la sua Pesaro. Buono, nonostante i pochi allenamenti, anche il suo ex compagno a Pesaro Hackett, mentre si fa un po’ fatica a trovare il secondo regista, visto le prove discontinue con molti alti e bassi di Cinciarini e Poeta, in ritardo di condizione, invece, è apparso Luca Vitali. Per quanto riguarda gli oriundi Chiotti e Viggiano, sensazioni positive dal primo, mentre il secondo non è apparso ancora integrato al meglio negli schemi della squadra azzurra.  Il percorso per gli azzurri che li porterà alle qualificazioni europee è ancora lungo, però l’inizio è confortante per spirito e volontà dimostrati dai giocatori in campo, ma questa nazionale andrà testata quando incontrerà le prime difficoltà in termini di risultati e sicurezze, ed il primo a saperlo bene è coach Pianigiani.