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Tempo di derby: Cantù mette alla prova una Milano che non può sbagliare

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Va in scena Domenica sera ad Assago (ore 20 diretta RaiSport 1) tra EA7 Milano (7-6) e chebolletta Cantù (9-4) l’ultimo derby del girone di andata all’interno del triangolo lombardo dei canestri. Le due favorite, con Siena, per il successo finale, hanno entrambe pagato dazio alla lanciatissima Varese di Vitucci e arrivano all’appuntamento con stati d’animo diversi. Milano, dopo l’inopinata eliminazione in Eurolega, deve ancora mettere al sicuro la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia ed è reduce dal successo in extremis al doppio overtime di Biella, avendo perso invece l’ultimo match casalingo proprio contro la Cimberio.

La squadra di Scariolo è tuttora un cantiere aperto, alle prese con il doppio salto mortale della sostituzione di entrambi i playmaker: Marques Green, tesserato a tempo di record, esordirà proprio nel derby, mentre l’attuale titolare J.R. Bremer, arrivato al posto dell’epurato Cook, ha disputato solo due gare con la squadra, che per avere ragione della modesta Angelico si è affidata alle giocate individuali di Langford (27punti) e Gentile (24). Proprio il figlio del grande Nando salterà però la classica contro Cantù, causa il problema ai flessori accusato nel finale a Biella, accorciando ulteriormente le rotazioni (private anche dell’altro “imputato” dei mali dell’Olimpia Richard Hendrix, in attesa del nuovo lungo annunciato da Proli).Il peso dell’attacco ricadrà quindi in buona parte sulle spalle del prodotto di Kansas, che viaggia a una media di 14.5 punti a partita (ma 20.5 nelle ultime 6 uscite), con il 45% da tre e quasi 5 falli subiti, ben capitalizzati con il 95.7% dalla lunetta. Terzo esterno nello starting five di Scariolo è Malik Hairston (13.9ppg con 3.4   rimbalzi e 2.3 assist), mentre la coppia di lunghi titolari continua a parlare greco, con il fin qui deludente (e dato in uscita a fine stagione) Fotsis (7.7ppg col 42% dall’arco) da 4 e Bourousis (12.1ppg col 61.4% da due e 6.8 rimbalzi) il cui impiego relativamente limitato (circa 20′ a partita fino al taglio di Hendrix) ha destato più di una perplessità trai i tifosi meneghini.

Discorso diverso per la formazione canturina che, esaurito l’impegno in Eurolega, viene da tre sonori successi consecutivi (+21.3 di scarto medio) contro avversarie di fascia bassa (Biella, Montegranaro e Reggio Emilia) con cui ha consolidato il quarto posto in classifica. La squadra di Trinchieri esprime al momento quella che viene da più parti indicata come la miglior pallacanestro della serie A, con una circolazione di palla tornata fluida che distribuisce tiri e responsabilità producendo, tra l’altro, un eloquente 39.5% di squadra nel tiro pesante. Di contro Milano assomma un meno brillante 34.7%, con la particolarità dei tentativi molto più numerosi (quasi 25 a partita), spesso frutto di una selezione meno accurata.

Sono quattro i biancoblu in doppia cifra di media, dai 13 di Markoishvili ai 10.5 di Tyus (anche 5 rimbalzi a partita e il 76% al tiro, il migliore in serie A), passando per Aradori (10.7) e Tabu (10.6). Il play belga, in leggero calo nelle ultime due partite quanto a punti segnati, viaggia costantemente sopra i 4 assist ad allacciata di scarpe, così come Maarty Leunen (anche 7.2ppg e 4 rimbalzi) in una squadra che ne distribuisce complessivamente 15.5 a sera (2^ in serie A dietro Sassari) a fronte di 16.2 palle perse. Con il georgiano che esce dalla panchina (19 in 32′ contro la Trenkwalder) lo spot di 3 titolare è sempre più pertinenza di Jeff Brooks (9.1ppg e 5.2 rimbalzi, migliore dei suoi), chiamato agli straordinari difensivi già Domenica contro Donell Taylor, il cui duello contro Hairston promette scintille. L’uomo da Penn State scala poi da 4 quando Leunen si siede in panchina, con Trinchieri che ha a disposizione una notevole gamma di quintetti con Mazzarino (49.6% da tre in campionato) e l’ultimo arrivo Kevin Anderson ad estendere la rotazione degli esterni. Fondamentale sarà l’apporto di Cusin, (male Domenica scorsa, subito condizionato dai falli e unico dei suoi con valutazione negativa) nel duello con Bourousis, ma Cantù ha reinserito anche Scekic, vedremo con quanti minuti nelle gambe, per aumentare il “mestiere” nel pitturato.

Alternative molto più limitate quelle a disposizione di Scariolo. Don Sergio, partito Stipcevic verso Pesaro e con Giachetti, in uscita direzione Biella, fuori dalle rotazioni, si trova, esordio di Green a parte, con il solo Gianluca Basile (3.6ppg col 31.3% da tre) a cambiare gli esterni. L’uomo da Ruvo,  fin qui lontano dagli acuti della stagione in biancoblu, può diventare una seria minaccia sul perimetro, mentre in vernice l’Olimpia si affida a Nicolò Melli (4.3ppg con 3.4 rimbalzi) e all’undersized Chiotti (1.8ppg e 1.6 rimbalzi in 7′ di utilizzo).

Sfida difficilmente pronosticabile dunque, tra una squadra, Cantù, attualmente più in forma, contro una, Milano, ancora alla ricerca della propria identità, ma con la motivazione extra della qualificazione alle Final Eight. La chebolletta potrebbe soffrire dentro l’area (è successo spesso quest’anno contro le avversarie di Eurolega) per la presenza di Bouroussis ed avrà il problema della marcatura di Langford (Markoishvili e Brooks i candidati, ma la differenza la farà la qualità delle rotazioni sulle iniziative dell’ex-Maccabi). Inoltre i biancoblu in stagione hanno mostrato poca lucidità nei finali in volata (1-6 tra serie A e Eurolega nei match decisi per 5 punti o meno) e hanno tutto l’interesse ad evitare un epilogo ai possessi decisivi.

Sarà la 150^ sfida tra le due squadre, con una chilometrica lista dei precedenti che vede un bilancio complessivo pro Olimpia, impostasi 86 volte contro le 63 biancoblu, ancora più netto nelle partite in casa (58-17).

Ex di giornata oltre a Basile e Aradori, che esordì in serie A proprio a Milano (stagione ‘07/’08), Alberto Rossini , oggi vice di Scariolo, ma storico playmaker canturino negli anni ’90 e ovviamente Andrea Trinchieri, che iniziò la carriera di allenatore nelle giovanili dell’Olimpia.

Detto degli arbitri del match, Seghetti, Vicino e Baldini, perdonerete il vostro cronista se spende due parole sull’assurdo divieto di trasferta ai tifosi canturini, che (oltre a rappresentare un abominio sul piano giuridico: un’intera provincia privata di un diritto per le eventuali colpe di pochi) spoglia il derby della sua cornice naturale e si aggiunge alla lista delle occasioni perse dal basket italiano per promuovere sé stesso. Come direbbe Nanni Moretti, “andiamo avanti così, facciamoci del male…”

Stefano Mocerino

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