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Roma, Toti: “Ho ritrovato entusiamo grazie a Alberani e Calvani. Datome interessava a…”

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Il Presidente della Virtus Roma, Claudio Toti, è intervenuto ai microfoni di Repubblica.it per fare  il punto della situazione in casa di una squadra che sei mesi fa ha spaventato l’intera capitale con la paura di sparire e che oggi è una delle più belle realtà del nostro campionato occupando un bellissimo quarto posto. Nella lunga e corposa intervista il presidente giallorosso ripercorre le tappe che hanno portato Roma ad un passo dal baratro, alla ritorno di Gianni Petrucci in federazione, passando per l’interessante progetto

di polisportiva e per una “velata” offerta dei turchi del Galatasary per Gigi Datome. Ecco quanto sintetizzato dalla redazione di BasketItaly.it:

“La squadra di quest’anno sta dimostrando che la chimica è la base di tutto e conta più delle figurine. Stiamo ottenendo risultati importanti come quelli delle stagioni 2005/06 e 2008/09 nonostante le squadre costavano molto di più ed il livello tecnico del campionato era più elevato”

Ad un passo dalla fine di un sogno: “Speravo che in città ci fosse qualcuno che prendesse il testimone, ero stanco delle tante critiche. Ed in più sapevo che certi impegni economici non erano più sostenibili. Ho aspettato finché ho potuto. Al tempo stesso non volevo che Roma perdesse il basket. Quando ho deciso di iscrivere la Virtus, i tempi erano davvero stretti. La squadra era tutta da fare. Ho ritrovato entusiasmo grazie a persone come il manager Alberani e l’allenatore Calvani. E quando s’è parlato di soldi, ed ho detto che sarebbero stati molti di meno, mi hanno risposto che per loro erano sufficienti”.

Dodici anni di presidenza: “Sono tante le cose che non rifarei. Ho sbagliato parecchie valutazioni, pure se fa parte dello sport. In quel momento ti sembra quella giusta, poi si rivela sbagliata. Sono lo stesso da dieci anni, vivendo stagioni buone ed altre meno. A fine stagione scorsa molti avrebbero preferito che me ne andassi. Magari oggi la pensano diversamente. Io me ne servo con l’allenatore, per farlo stare sereno: se vinciamo è merito suo, se perdiamo è colpa mia. Rammarico? Per la finale del 2008, sarebbe stato giusto la vincessimo noi”.

Gigi Datome: “Questa è una squadra che combatte, mostra voglia di sbattersi. C’è un leader, che è Datome, ma ad ogni partita emergono protagonisti diversi e questo ci rende imprevedibili. Con Gigi c’è un rapporto importante a livello personale, nato quando lo prendemmo da Siena per offrirgli un ruolo vero a Roma. Abbiamo avuto fiducia, ci sta ripagando, è un leader ed un vero capitano nonostante l’età”.

I turchi su Datome? “Posso dire che Markoishvili non è stato l’unico giocatore cercato dal Galatasaray. Gigi è sotto osservazione da parte di tanti. Non aggiungo altro”. Quali parole ha usato con Datome, legittimamente autorizzato a valutare l’occasione? “Quello che ho detto pure ad altri: stiamo già lavorando per la prossima stagione, con un anticipo che non c’è mai stato. Ma la filosofia resta la stessa: chiediamo il desiderio di restare, di vestire questa maglia, giocare per Roma rappresenta una responsabilità e l’attesa è alta. E la politica di contenimento dei costi resta sacra. Poi mi auguro che questa nostra stagione, di risultati ma anche di una squadra che diverte, avvicini nuovi sponsor”.

Ingresso di nuovi soci e polisportiva: “Nulla di concreto. Della polisportiva se ne è accennato negli incontri con gli americani, è vero, è interessante perché in altri capitali europee funziona. Ma ad oggi, a loro piace il basket ed a me piace il calcio. Una cittadella sportiva, con un palasport dimensionato per noi è un’idea accattivante. Ma stiamo valutando altre soluzioni indipendenti”. Ce le illustra? “Abbiamo ottenuto con l’attuale Amministrazione la conclusione della procedura urbanistica iniziata con la precedente e che ci ha concesso lo spazio per la costruzione del nuovo centro di allenamento della Virtus. Avrà tre campi, piscina ed altre strutture nel quartiere Porta di Roma (quartiere Bufalotta, zona nord)”. Non si parla di palasport, però? “Sono convinto che la fidelizzazione tra la Virtus e la sua gente deve avvenire sul modello del calcio a Londra, con le squadre che rappresentano quartieri. E allora non sarebbe male che la zona del centro di allenamento ospitasse anche il palasport. E che gli abitanti del quartiere sentissero la Virtus come un motivo d’orgoglio. Facendoci vivere anche i giocatori, come accade già da quest’anno, tutti assieme, compresi membri dello staff. Una delle ragioni della coesione di questo gruppo”.

Il ritorno di Gianni Petrucci: “Confido in Petrucci, ci sono cose da rivedere. E’ giusto che la Giustizia Sportiva faccia il proprio corso – riferendosi a baskettopoli, ndr -. Ma la valutazione di fatti e persone va svolta indipendentemente da chi è coinvolto. “Sono certo che Petrucci aiuterà questo sport. Aiuterà a far tornare sul basket quella attenzione che forse è mancata in tempi recenti, a tutti i livelli. Dalle regole sui giocatori alla esposizione televisiva”.

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