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Quale futuro per la Virtus?

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Ieri intorno alle 14 è apparso un comunicato dei ForeverBoys, la storica curva virtussina. Riprendendo l’unico striscione esposto domenica (nella foto) il titolo del comunicato è emblematico: Quale futuro per la nostra Virtus?

Mesi fa, dopo aver approfondito a tutti i livelli, avevamo anticipato che la partita si sarebbe giocata su più tavoli. Se da un lato non potevamo intervenire noi direttamente ma soltanto seguire la cosa (La Repubblica 8 febbraio 2013 “500 mila euro, la Virtus riparte così) dall’altro c’era da fermare un caduta libera che non vedeva fine. Per questo motivo siamo tornati in gioco: SOLO PER IL BENE DELLA VIRTUS”. Ed in questi mesi abbiamo dato tutto ed anche di più per aiutare la VIRTUS ad uscirne fuori. Noi e quei pochi giocatori degni di guardarci negli occhi per raggiungere un obiettivo comune; loro in campo noi sugli spalti. Una volta raggiunta una posizione di classifica più tranquilla (ATTENZIONE: ad oggi non c’è ancora la matematica certezza) abbiamo detto BASTA e ci siamo fermati; come avevamo anticipato mesi fa così abbiamo fatto (in aggiunta a tutto questo sono arrivate anche le dichiarazioni sull’autoretrocessione, ecc). Non completamente perché era giusto rendere omaggio a Gigi, a Riccardo e Peppe infortunati, ai nostri giocatori/giovani che si sbattono. A noi stessi: visto che in questa stagione il gruppo pagherà anche in termini di DIFFIDE (“Il tesserato non multato l’ULTRAS diffidato – Matte non mollare”).

>>> Ora però è giunto il momento di pretendere chiarezza sul nostro futuro:

>>> QUALE FUTURO PER LA NOSTRA VIRTUS?

Riprendendo le recenti dichiarazioni del presidente Marchesini vogliamo aggiungere qualche pensiero in libertà e ad alta voce:

GRAZIE PER OGNI FONDATORE/IMPRENDITORE/SPONSOR CHE VORRA’ METTERE ANCHE E SOLO 1 EURO NELLA VIRTUS
: non abbiamo la visiera per non conoscere la situazione italiana e nello specifico del basket italiano. La conosciamo molto bene e ogni domenica nei vari palazzi d’Italia la tocchiamo con mano.

ALLO STESSO TEMPO GRAZIE PER OGNI TIFOSO CHE VORRA’ METTERE ANCHE E SOLO 1 EURO NELLA VIRTUS
: è giunto il momento di dire GRAZIE agli abbonati che mettono soldi nella Virtus. Da sempre sosteniamo l’importanza di ogni singolo tifoso. Da sempre sosteniamo che una Virtus seguita da tanti tifosi avrà sempre una base su cui fare affidamento. Una Virtus senza tifosi rischierà di sparire. Un voltare pagina dopo una stagione come questa deve ripartire dal rapporto con i tifosi: VA RICREATO.

E’ “bastato” scegliere un allenatore orgoglioso d’indossare i nostri colori e non uno che lo facesse come fosse una maschera. E’ bastato scegliere un giocatore USA che dichiara che Bologna e la Virtus gli piacciono. E’ bastato prendere un ragazzo sconosciuto ma che dimostra orgoglio verso la Virtus. E’ bastato così poco per respirare di nuovo e per qualche partita un sentimento diverso.

Tutto questo come si può riassumere?

Non si chiede di spendere soldi che non ci sono neanche a piangere.

 

Ma quello che abbiamo facciamolo da Virtus con gente orgogliosa della Virtus onorando la storia della Virtus.

BOYS 1979

 

È importante evidenziare come la curva ringrazi in egual modo soci e tifosi, i quali, in base alle proprie possibilità, contribuiscono alle stagioni virtussine. E in questo senso, le parole dell’AD Sabatini, che paragonava lo sforzo economico dei soci a quello degli abbonati (3,5mln i primi, 600mila i secondi), stridono particolarmente con sia con la crisi economica attuale sia con il rispetto doveroso verso un pubblico tra i più affezionati d’Italia. Ma stridono anche e sopratutto con le parole del presidente della Virtus Marchesini, che giorni fa aveva parlato di “operazione simpatia” per riavvicinare un pubblico stanco delle dichiarazioni e dei comportamenti sopra le righe dell’AD. L’ex patron dovrebbe anche riflettere su quanto possa tirare ancora la corda, visto che la misura sembra colma. Domenica, l’ingresso in campo del figlio Gherardo, ha scatenato diversi fischi dalle tribune, a dimostrazione che solo il nome Sabatini è un marchio che merita la pubblica disapprovazione. L’AD dovrebbe anche chiedersi come mai si sia passati dai 3,4mln di euro di incassi al botteghino del 2006/07 ai 2mln dello scorso anno, ad una cifra sicuramente più bassa quest’anno (attendiamo i dati della Lega in proposito). In questo senso, è possibile una Virtus senza il suo pubblico? Per Sabatini sembra di sì. I biglietti omaggio profusi a pioggia per riempire il palazzetto e mantenere la media spettatori più alta d’Italia non sono di certo il modo per risolvere il problema di un pubblico sempre più stanco e sfiduciato di fronte questa situazione. Le parole di Stefano Valenti in proposito sono piuttosto esemplificative:Oggi il virtussino non viene per lo spettacolo, che latita, ma per la fede. E per questa fa sacrifici. Il problema non sono quelli che ci sono, ma quelli che si sono allontanati, che hanno smesso di credere non nella Virtus, ma nella Virtus di Sabatini. E ne aspettano l’uscita.

L’appeal del marchio Virtus nel frattempo sta crollando ai minimi termini, lo dimostrano le continue fughe di americani (solo due in questa stagione) e le dichiarazioni di chi non si è lasciato bene sotto le Due Torri (parliamo di Koponen e non di chi si lamentava dell’assenza della salsa Alfredo). Le sicurezze dell’AD di trovare sempre qualcuno disposto a giocare ed allenare per la Virtus potrebbe iniziare a scricchiolare, sopratutto se si dimostrassero vere le voci dei pagamenti irregolari degli stipendi. Il tanto agognato premio per gli italiani potrebbe mettere una pezza in questo frangente e, nel comunicato apparso ieri sul sito della Virtus del presidente Marchesini, si legge Nel nostro primo anno, abbiamo contato su 14 soci. Presumo che se altrettanti vorranno entrare, con le risorse pari a quelle messe da noi quest’anno, e con il confermato sostegno della nostra tifoseria, non ci saranno problemi economici per continuare con dignità il percorso della nostra amata Virtus. Questo è un altro punto dolente del futuro delle Vu Nere. Quando Marchesini presume che si possa continuare trovando altri 14 soci, bisognerebbe chiedersi, scherzosamente ma neanche troppo, se Sabatini conosce altre 14 amici disposti ad investire nella Virtus. Il “ricatto” (se così si può chiamare) per ora è stato: se io me ne andassi la Virtus non esisterebbe più. La Fondazione in questo senso dovrebbe rendere possibile andare oltre questo concetto di padre-padrone, ma la sua formazione e la sua composizione lasciano seri dubbi in merito. Sempre nel comunicato di Marchesini si legge voglio sottolineare che con l’attuale AD Virtus Claudio Sabatini mi lega personalmente un vincolo di profonda e lunga amicizia, amicizia che sembra essere stato un criterio alla base della scelta dei soci fondatori della Fondazione. Oltre questo va aggiunto che in questi 10 anni l’attuale AD ha acquisito le strutture collaterali della società, a cominciare dal palazzetto finendo alle giovanili. È qui doveroso dunque riportare ancora le parole di Stefano Valenti: Ma se si vuole trattare la Virtus si parla con Sabatini. E se si vuol giocare a Casalecchio, si va in affitto da Sabatini. E se interessano i giovani, l’unica cassaforte, si deve parlare con Sabatini. E’ chiusa in una gabbia, la Virtus?

Esiste davvero questa gabbia? Se ne potrebbe uscire con un nuovo AD, magari di provata fede virtussina (un Dusan Vukcevic, per esempio)? Sarebbe un passaggio indolore? Il pubblico tornerebbe numeroso a palazzo senza l’attuale AD?

Dopo il 6 maggio speriamo di avere delle risposte a queste domande, in modo da rispondere alla domanda più importante: Quale futuro per la nostra Virtus?

 

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