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Presentazione Final8, le voci dei protagonisti

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A margine della presentazione per la Final8, abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti presenti nella Sala Terrazza della sede di RCS. 

Abbiamo parlato della imminente Coppa Italia, ma non solo.

Frank Vitucci. Affrontare due volte di fila Milano può essere un vantaggio? “Non lo è sicuramente a livello fisico, visto il grande sforzo che dovremo fare per competere con l’Olimpia. Per loro non ci sarà grande differenza, mentre noi potremmo proporre qualche aggiustamento, qualche novità nella sfida di venerdì.”
In una competizione con impegni così ravvicinati sarà importante la panchina, che però sta deludendo le aspettative. “Ci sono delle difficoltà che non sempre permettono di mantenere uguale il livello di gioco nel corso del match, ma i ragazzi sono bravi e possono fare bene. Il nostro obiettivo è fare il massimo con quello che abbiamo (anche perché il mercato è bloccato, ndr).”

Baldi Rossi. Trento è sembrata un po’ in crisi nell’ultimo mese, cosa è successo? “Siamo arrivati senza la giusta energia e abbiamo pagato questo. Poi il calendario non ci ha aiutato, ma adesso pensiamo solo a fare bella figura in Coppa Italia, con lo stimolo in più di sapere che Reggio ci ha battuto due volte in campionato.”
Trento ha un bel gruppo di italiani, in che cosa può aiutare? “Sicuramente nell’inserimento degli americani, che hanno vita più facile in un gruppo consolidato. Poi nella mentalità dell’Aquila c’è la volontà di proseguire questo percorso e a noi che l’abbiamo portata in Serie A non può che fare piacere.”

Amedeo Della Valle. L’anno scorso Reggio ha sfiorato l’impresa, cosa si portano dietro i tuoi compagni? “Io non c’ero quindi è complicato da trasmettere, mi hanno detto che è stato difficile, ma quest’anno siamo più lunghi e questo ci può di sicuro aiutare. È una competizione difficile e dobbiamo guardare una partita alla volta.”
Si legge in giro che Kaukenas sia a Reggio anche per farti da chioccia, quanto c’è di vero? “Siamo giocatori diversi, lui è più un giocatore da catch&shoot. È sicuramente un grande onore lavorare con lui, ma anche con Cincia e Diener. Nel basket non si smette mai di imparare e io “rubo” qualcosa a loro come loro lo fanno con me.”
Spesso ti abbiamo visto segnare canestri decisivi dopo partite anonime, da cosa dipende? “Molte volte aspetto che la partita venga da me e attendo il mio momento. Con il coach stiamo lavorando per permettermi di aggredire subito la partita.”
Alla Nazionale ci pensi? “L’anno scorso è stato un onore, per quest’anno la concorrenza è aggurrita, ma non mi arrendo. Rimane il mio sogno e nessuno me lo può togliere.”

Ringraziamo come sempre i giocatori e gli allenatori per la disponibilità dimostrata.