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Home Serie A Milano rischia, ma Sassari non la ferma; l’Olimpia espugna il PalaSerradimigni in 45′ minuti di bel gioco

Milano rischia, ma Sassari non la ferma; l’Olimpia espugna il PalaSerradimigni in 45′ minuti di bel gioco

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Si va oltre i 40 minuti per trovare il padrone della gara fra Sassari e Milano; la capolista alla fine prosegue il suo percorso netto, ma Sassari si dimostra all’altezza dei campioni d’Italia in una gara davvero piacevole per intensità e spunti tecnici.

Tanta emozione prima della palla a due; prima tanti applausi e la consegna di una maglia celebrativa per la prima da avversario al PalaSerradimigni di Jeff Brooks, protagonista dello scudetto in maglia Dinamo nel 2015, al quale è seguito l’inno di Mameli suonato e cantato dalla banda della Brigata Sassari, presente con indosso l’uniforme della prima Guerra Mondiale, un gesto simbolico di straordinaria importanza, attraverso il quale si è voluto ricordare i caduti di origine sarda proprio nella prima guerra mondiale, del quale ricade il centenario della sua conclusione in questi giorni.
Partita da subito ad alto grado d’intensità, i due falli di Petteway fanno variare le rotazioni di Esposito, mentre il ritorno di Nedovic sul parquet permette a Milano di alzare le percentuali dalla lunga distanza e di trovare il primo break a favore.
Sassari risponde con la classe di Bamforth e le letture di Smith; la partita è piacevole e ricca di agonismo, le rotazioni dalle panchine permettono a Milano di guadagnare in termini di fisico, il duello fra Gudaitis e Cooley vale il prezzo del biglietto, ma è Kuzminskas a permettere all’Olimpia di chiudere sul +3 il primo quarto, siglando la tripla dalla sua tre quarti allo scadere dei primi 10’.
Si riparte ancora fra l’equilibrio, Cooley è un fattore nel pitturato e permette a Sassari di mettere il naso avanti, Milano replica con Cinciarini e le percentuali si alzano così come il ritmo di gioco; non cala nemmeno l’intensità, Petteway e Kuzminskas si scambiano delle parole decisamente poco appropriate, il Lituano si vede fischiare il tecnico e Sassari rimane attaccata alla gara, nonostante Nedovic e James provino a dare un colpo alla partita attaccando il canestro. Alcune amnesie difensive dei padroni di casa, permettono agli esterni di Milano di allungare, James legge i backdoor di Brooks alla perfezione e l’Olimpia trova anche il +10.
Smith blocca l’emorragia riportando la Dinamo sotto la doppia cifra di svantaggio, Nedovic commette l’antisportivo che permette ai padroni di casa di riavvicinarsi e la fisicità di Cooley fa si che i padroni di casa riescano a chiudere a -4 al 20’ 41-45.

Sassari sembra troppo frettolosa dopo la pausa lunga e Milano ne approfitta, sfruttando con pazienza gli spazi che si creano grazie ai raddoppi su James, situazioni che permettono a Milano di ritrovare il +10; Bamforth, Polonara e Petteway rispondono dalla lunga distanza e gli ospiti non riescono a dare una spallata alla gara.
Il quarto fallo di Gudaitis complica le rotazioni di Pianigiani, ma l’ingresso di Burns si rivela una nota positiva, l’ex Cantù regge prima contro Cooley e poi contro Magro, l’Olimpia colleziona un paio di recuperi e gli uomini di Pianigiani ritrovano il massimo vantaggio a quota 11. Sassari non sfrutta a dovere i mismatch che si creano dai cambi difensivi, dall’altra parte del campo Milano senza Nedovic e James non trova delle letture che possano allargare la forbice, anzi subisce il buon lavoro di Thomas nel pitturato e rivede ancora una volta Sassari rientrare in partita: -5 al 30’.
Gentile e Spissu chiudono il gap con due giocate figlie dell’intensità difensiva, mentre Cooley timbra il sorpasso, Jerrels e Cinciarini bloccano l’emorragia e si va punto a punto.
Il PalaSerradimigni è una bolgia, Esposito punta tutto sulla difesa, dentro un quintetto dai tanti tratti azzurri, con Magro, Gentile e Spissu, Pianigiani punta di nuovo sui suoi esterni, con Nedovic e James a dettare di nuovo i tempi con Gudaitis nel pitturato; le mosse sorridono a Pianigiani, Nedovic trova il fallo di Gentile sul tiro da 3 e completa un gioco da 4, che inverte l’inerzia; Bamforth sfodera tutto il suo talento e vanifica tutto ciò che l’Olimpia aveva costruito, tre triple in fila e vantaggio annullato per gli ospiti, incapaci di trovare un solo canestro nell’ultimo minuto di gioco nonostante a disposizione ci sia anche il tiro per chiudere la gara, overtime sul 91-91.
Gudaitis e Bamforth muovono il tabellone per entrambe le squadre, ma è la stanchezza a farla da padrone, poca lucidità in campo e tanti falli, il risultato è una serie di gite in lunetta che non chiudono la gara; Milano trova il +4 grazie alla tripla di Micov a 13” dal termine, Smith replica e tiene aperta la gara, ma la preghiera di Pierre che Sassari costruisce a qualche secondo dal termine, non va a bersaglio e l’Olimpia mantiene immacolato il suo cammino 106 – 107 alla sirena finale. Brutto episodio durante le strette di mano finali, con Petteway e Gudaitis protagonisti di uno scontro particolarmente acceso.