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La puntata di ‘Canestri Privati’ dedicata a Bruno Cerella.

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Dopo Jeff Brooks della A|X Armani Exchange Milano Milano e Pietro Aradori della Segafredo Virtus Bologna è Bruno Cerella della Umana Reyer Venezia il terzo protagonista della rubrica della LBA intitolata “Canestri Privati” che sarà diffusa da oggi pomeriggio alle 18 sul sito della LBA oltre che sulle piattaforme social della Lega Basket e sui maggiori siti internet italiani. La rubrica, della durata di 15 minuti, ha cadenza mensile e ha come obiettivo quello di far conoscere da vicino i campioni del nostro basket, ritratti nella loro vita familiare e non solo sul campo.
Nella terza puntata di “Canestri Privati” Cerella racconta la sua carriera che ha lo ha portato dalla Argentina sino all’Italia e alla conquista dello scudetto con Milano nel 2014: un cammino iniziato nelle “minors” a Massafra e poi proseguito a Salerno e Potenza prima del passaggio in Serie A a Teramo e poi a Milano sino a Venezia. Tutto è nato dal regalo del nonno di Bruno, originario di Pescara poi emigrato a Buenos Aires in Argentina dopo avere partecipato alla battaglia di Montecassino: invece dei soldi la cittadinanza italiana che gli avrebbe permesso poi di avere il passaporto italiano e iniziare così la sua avventura cestistica in Italia.
Così a 17 anni parte un cammino che ha portato Cerella a vestire la maglia azzurra e quella di grandi squadre come a Milano e Venezia: squadre con tanti giocatori pieni di talento dove ha trovato spazio grazie a “determinazione, voglia e spirito di sacrificio, l’unico modo per stare al fianco delle stelle quando non si ha grande talento come nel mio caso”.
Sono le doti di Cerella che unite al cuore “la cosa che ci porta in alto e ci unisce – afferma Cerella nella intervista – caratterizzano la parte della sua vita che lo vede impegnato in attività a favore del prossimo.
“E’ la parte della mia vita che mi rende più orgoglioso: è nato tutto da un libro dal titolo “Il risveglio del leader”, una sorta di guida spirituale dello scrittore americano Kevin Cashman. che mi ha spinto a 24 anni a intraprendere progetti di solidarietà. Da qui è nata l’iniziativa denominata Slums Dunks che ora conta 4 “Basketball Academy” 2 in Kenya e 2 in Zambia, utilizzando lo sport come strumento per educare e dare opportunità, con risultati tangibili, a tanti ragazzi. Una conferma di come lo sport può cambiare il mondo, grazie anche a noi uomini di sport, ora più di un tempo raggiungibili e accessibili da tutti”.

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