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La metamorfosi di Stan Okoye: “E’ la testimonianza di quanto abbia lavorato duro per crescere”

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In un’intervista a La Prealpina a cura di Giuseppe Sciascia, Stanley Okoye (MVP dell’ultima giornata di campionato con 26 punti, 8 rimbalzi e 36 di valutazione nel match vinto con Avellino) ha raccontato la sua metamorfosi delle sue esperienze a Varese, con la maturazione in A2 tra Matera, Trapani e Udine e il salto di qualità di quest’annata anche grazie ad un rapporto molto solido con Attilio Caja.

«E’ la testimonianza di quanto abbia lavorato duro per crescere. Nelle due stagioni precedenti a questa mi era mancato tantissimo il clima della serie A; nel momento in cui mi si è presentata l’opportunità di tornare a Varese, non ci ho pensato un attimo. E ogni volta che scendo in campo provo a dare il massimo per ripagare chi mi ha dato questa chance e per dimostrare di poter essere stabilmente un giocatore di questo livello. Devo ringraziare Caja che mi ha dato l’occasione di giocare per un sistema nel quale mi trovo estremamente a mio agio e mi aiuta moltissimo».

Il racconto della tripla in tuffo allo scadere dei 24 secondi che domenica ha dato il decisivo 75-71.

«Nulla di preparato in allenamento; semplicemente è stata una di quelle serate in cui prendi fiducia nel tuo tiro e poi ti entrano anche le conclusioni più strane. Ho guardato l’apparecchio dei 24 secondi, mi sono accorto che mancava pochissimo e, visto che non c’era spazio per caricare la sospensione, ho provato quella soluzione in tuffo». 

La crescita nel tiro da tre con il 42%.

«Mi hanno aiutato molto le ripetizioni nei tiri in allenamento: non è soltanto la classica situazione di “prendi e tira’ ma si tratta di situazioni analoghe a quelle della partita. E’ una cosa che facciamo tutti i giorni in allenamento dall’inizio dell’annata, sicuramente ha contribuito a farmi prendere con naturalezza quelle soluzioni di tiro anche in partita. E comunque il merito è anche dei compagni che mi cercano con continuità». 

L’empatia della squadra con il pubblico.

«Eravamo preparatissimi alla sfida grazie all’eccellente lavoro di scouting compiuto per limitare i punti di forza di Avellino. Tutto quel che abbiamo dovuto fare è stato andare in campo ed eseguire il piano partita; abbiamo giocato un’ottima gara in attacco, ma a fare la differenza sono stati due fattori chiave: il primo riguarda l’aggressività che abbiamo messo in difesa, tra le palle perse forzate per il più 18 iniziale e il finale nel quale abbiamo chiuso le loro triple; il secondo è stata la spinta del pubblico. Il ritorno al PalA2A ci ha dato dato una grande spinta per mettere in campo l’energia necessaria per caricare i nostri tifosi, domenica sono stati il vero sesto uomo in campo». 

Varese “ammazzagrandi”.

«E importante vincere contro le big perchè ci dà morale e fiducia nei nostri mezzi, ma il nostro campionato passa dalle prossime gare con Pesaro, Capo d’Orlando, Brindisi e Cremona: dovremo mantenere la stessa concentrazione anche quando non ci troveremo di fronte una grande».