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La Mens Sana schianta Roma e va a prendersi l’ottava finale scudetto: la semifinale in Countdown!

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Marco Crespi Siena

La Montepaschi non finisce di stupire e accede alla sua ottava finale scudetto consecutiva, al termine di una serie contro Roma in cui è apparsa sempre in controllo della situazione; decisive le vittorie arrivate con autorità in gara 2 in casa ed al PalaLottomatica in gara 3, che hanno inesorabilmente fatto pendere la bilancia della semifinale verso i campioni d’Italia. Alla squadra di Dalmonte non è bastata la reazione d’orgoglio mostrata in gara 4, quando, trascinata da un super Baron, l’Acea è risucita ad accorciare le distanze, prima di cedere al fattore campo del PalaEstra in gara 5.

Riviviamo la semifinale tra Montepaschi ed Acea in countdown:

10 come i punti di Othello Hunter in gara 1: il lungo americano di Siena, al rientro dopo lo stop forzato nel quinto match contro Reggio Emilia, ha fatto sentire da subito il suo apporto, molto importante in campo seppur non sempre continuo, anche grazie alla intelligente gestione di Crespi, che lo ha preservato da problemi di falli e ricadute.

9 come il numero minimo di rimbalzi catturato da Trevor Mbakwe (in gara 4): il pivot ex Minnesota si è distinto per il suo grande rendimento lungo tutto l’arco della semifinale, con il picco dei 19+18 rimbalzi in gara 3, dimostrando di essere sempre tra gli ultimi dei suoi a mollare.

8 come i falli subiti da MarQuez Haynes nella decisiva quinta partita, chiusa con 29 punti e 35 di valutazione: l’ex playmaker milanese, pur giocando una serie meno continua rispetto a quella con la GrissinBon, è stato superlativo nei momenti decisivi della serie. Bello il duello, nonostante i pochi dubbi sul vincitore, con l’altro playmaker e leader in campo Phil Goss.

7 come i punti messi a segno da Quinton Hosley negli ultimi due incontri delle semifinali: l’ala della Virtus è stato protagonista (si fa per dire) di un calo di rendimento vistoso che, data l’importanza del giocatore nei meccanismi offensivi di Dalmonte, ha penalizzato notevolmente la sua squadra. Per lui 8,4 punti di media nella serie.

6 come il numero di maglia di Bobby Jones, che ha confermato di saper mettere in difficoltà Siena in ogni confronto, dopo le brillanti prestazioni nella finale dello scorso anno. Per l’ala americana dell’Acea oltre 14 punti realizzati a partita.

5 come quello di Phil Goss: l’assenza del playmaker, fermato in garan 1 da un problema muscolare, è coincisa con la più clamorosa debacle romana riportata nella seconda partita con un passivo di 24 punti. Questo la dice lunga sull’importanza dell’ex varesino all’interno della Virtus: Goss infatti è stato infatti il leader della squadra di Dalmonte dal punto di vista del coinvolgimento offensivo dei compagni (vista anche la tendenza di Mayo a concludere il gioco d’attacco più che a crearlo), da quello realizzativo e non di meno dal punto di vista carismatico.

4 come gli errori dal campo a fronte di 12 tentativi da parte di Jimmy Baron nella quarta partita della serie, coincisa con l’unica vittoria di Roma; il tiratore americano ha letteralmente trascinato i suoi alla conquista del punto del 3 a 1 ma è stato sapientemente ingabbiato dai meccanismi difensivi di Crespi per il resto della serie, risultando alla fine un pericolo relativo per Siena.

3 come i minuti di furia cestistica di Matt Janning prima dell’ultimo intervallo in gara 3, che hanno spaccato in due la partita e consegnato a Siena la vittoria decisiva per il prosieguo delle semifinali. La “Matt Madness” ha infatti prodotto 4 bombe ed ha issato la Montepaschi dal +7 a l decisivo +16 all’inizio dell’ultimo quarto.

2 come la gara strepitosa giocata da Jeff Viggiano: per il numero quattro della Mens Sana 16 punti in 19 minuti nella inarrestabile cavalcata dei biancoverdi, ma in generale un rendimento sempre affidabile e perfettamente aderente alle richieste di Marco Crespi e del suo staff, specialmente sul parquet di Viale Sclavo.

1 come la serie di palyoff vinta dalla Virtus Roma contro Siena lungo tutto l’arco della presidenza di Claudio Toti: nel 2005 Roma eliminò infatti con un 3 a 1 i campioni d’Italia uscenti. Da allora per il presidente romano, beccato anche stavolta dal pubblico senese e protagonista di gesti al limite della provocazione che hanno ripetuto gli spiacevoli atteggiamenti dello scorso anno, tre sconfitte in altrettante serie tra semifinali e finali.

0 come i minuti in campo di Lorenzo D’Ercole nei primi due match: anche l’ex di turno, pedina importante nello scacchiere di Dalmonte è stato costretto a fermarsi a causa di un guaio muscolare, lasciando la sua squadra con qualche problema in cabina di regia.

 

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