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Final Eight- Il punto sulla seconda giornata in attesa delle semifinali

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Nella seconda giornata delle Final-Eight  di Coppa Italia a Torino, dopo la quale si è completato il quartetto delle semifinaliste, il minimo comune denominatore è stato il dominio esercitato nelle proprie gare da Pesaro e Cantù rispettivamente su Venezia ed Avellino.

Nel primo quarto di finale una Scavolini in grande spolvero dal punto di vista fisico, per nulla arrugginita dai circa venti giorni senza gare, e del gioco ha annichilito sin dalle prime battute l’Umana Venezia. Per gli uomini della laguna, già la partecipazione alla manifestazione è stato un grande successo, poi se si pensa che oltre all’assenza dell’infortunato pivot Fantoni e con un Allegretti a mezzo servizio, coach Mazzon ha dovuto fare a meno tacitamente anche della sua mente in campo “Kiki” Clark, un vero fantasma che si aggirava sulle tavole da gioco, non si poteva chiedere di più nella gara di ieri alla rivelazione stagionale del nostro campionato. Invece nell’altra metà campo tutto è funzionato alla grande in casa Scavolini Siviglia, dove gli uomini di coach Dal Monte hanno tirato con percentuali spaziali dal campo nei primi tre quarti, prima di tirare i remi in barca a partita ampiamente vinta nell’ultima frazione di gioco. Pesaro troverà in semifinale questa sera alle 20:30 la Bennet Cantù, partita che per uno strano scherzo del destino doveva essere disputata anche domenica scorsa nella città adriatica, ma a causa della fortissima ondata di maltempo che colpì la città di Pesaro e dintorni fu rinviata. Il copione del secondo quarto è stato un minimo diverso rispetto a quello del primo. Infatti mentre Pesaro è partita pronti e via con un continuo  crescendo, Cantù dopo un inizio in tono minore ha asfaltato i propri avversari. Anche nel caso di Avellino, però ci sono le scusanti per le pessime condizioni fisiche che hanno messo ko il migliore realizzatore degli irpini Taquan Dean, e che hanno costretto Spinelli e Jhonson a dare un contributo minimo alla causa avellinese. Il solito fantastico Marques Green alla fine ha potuto ben poco nel contrastare, quasi da solo, una corazzata come Cantù. Gli uomini di Trincheri, giocando quasi come il gatto col topo, hanno fatto sfogare gli avversari nei primi 15 minuti di gioco per poi demolirli pezzo dopo pezzo nella parte restante di gara con la precisione chirurgica al tiro di Markoishvili, e con il maggiore impatto fisico dei suoi lunghi Shermadini e Brunner vicino a canestro.

 

Altra storia sarà quella di oggi in semifinale tra marchigiani e lombardi, che dovrebbero dar vita ad un match molto equilibrato,  ricco di duelli affascinanti tra i protagonisti in campo per tecnica e qualità fisiche. I canturini sembrano  più forti e fisici vicino a canestro, ma dovranno stare molto attenti a non permettere il gioco in transizione in contropiede della Scavo, al quale dovrebbero essere già vaccinati dopo la sconfitta al Pianella nel turno d’andata in questo campionato.

La partita di maggiore interesse per blasone e forza economiche in campo sarà sicuramente la prima semifinale tra Siena-Milano. La maggiore curiosità sarà nell’osservare a che punto è arrivato l’inseguimento tecnico e tattico dei milanesi allo strapotere della regina degli ultimi anni del basket italiano Siena. In una gara secca può succedere di tutto (quest’anno Milano con Danilo Gallinari nel periodo lock-out del Nba ha battuto Siena in campionato nel turno di andata in campionato al Forum d’Assago) perché Milano come singoli non è seconda a nessuno in Italia, ma la chimica di squadra e la solidità mentale del gruppo senese sono ancora elementi che staccano la squadra di coach Pianigiani ai meneghini. Comunque gli investimenti del proprietario Armani richiedono alla squadra di coach Scariolo uno slancio d’orgoglio per battere Siena,  e per cercare di portare un trofeo nella bacheca milanese dopo 16 anni d’astinenza.