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ESCLUSIVA – Pizzuti “Alla squadra chiedo solo di sposare lo spirito battagliero della nostra terra.”

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Sono giorni convulsi per la Sutor, tra amichevoli focose e decisioni importanti da prendere su di un roster in evoluzione. Dino Pizzuti, presidente dell’associazione ‘Insieme per la Sutor‘, ci dice la sua:

 

Buongiorno Pizzuti, come giudica l’inizio del campionato della Sutor? Se parliamo di punti ottenuti non sono soddisfatto, ma se guardo al rendimento sono piuttosto positivo. Mi spiego meglio, avere 4 punti dopo 7 partite è un bottino misero, ma su tale risultato ha influito il rendimento casalingo, dove per tutte e 4 le partite disputate siamo stati ad un passo dalla vittoria, che per vari aspetti ci è sfuggita, mentre fuori casa siamo andati alla grande vincendone 2 su 3, questo mi fa pensare che la squadra c’è e se la può giocare con tutti, basta invertire la tendenza fra le mura amiche del Palarossini.

Il progetto ‘Insieme per la Sutor’ a che punto è? Il Progetto nato sei mesi fa, procede senza interruzioni: siamo a 27 aziende attualmente, ma contiamo di raggiungere quota 30 per la fine del 2012. Prima della fine dell’anno è anche in programma la prima festa dell’Associazione “Insieme per la Sutor” in cui inviteremo i nostri associati e anche tutti gli imprenditori che vogliono saperne di più. Non ci poniamo limiti, l’atmosfera all’interno del gruppo è ottima, c’è partecipazione e condivisione e tenuto presente ciò il mio sogno è arrivare a 40 soci entro la fine della stagione sportiva.

Come interagisce la vostra associazione con la società? Ogni due tre settimane abbiamo un confronto con la società. Può essere una semplice chiacchierata o un incontro ufficiale, la proprietà ci illustra l’andamento dell’attività e noi raccontiamo loro come ci stiamo muovendo con l’Associazione. C’è massima trasparenza da entrambe le parti, chiaramente non è un momento facile per la Sutor, noi siamo loro il più vicino possibile, spero che sempre più persone seguano il nostro esempio.

Si è chiusa la campagna abbonamenti, e si sono avuti due risultati, uno positivo relativo agli incassi maggiori e uno negativo che vede una notevole diminuzione nelle presenze al Pala Rossini. Secondo lei è stato usato un giusto equilibrio per raggiungere il miglior risultato possibile? Assolutamente sì, il risultato è in linea con le aspettative, buono dal punto di vista economico, non buono da quello prettamente numerico. Da sottolineare che tale dato ed è frutto della politica della passata stagione, quando si è guardato più al presente e a riempire l’impianto, più che a seminare per il futuro capendo quale è la reale potenzialità del territorio anconetano, politica che ha pesato sulle casse della società e che ha mostrato una realtà differente da quella che stiamo vivendo.
Il parole povere: il palasport è molto grande, decisamente troppo per la nostra dimensione, il montegranarese e il fermano in genere fa molti sacrifici e molti chilomentri per seguire la propria squadra, questo non va dimenticato, a ciò andrebbe aggiunto un nuovo territorio da conquistare e fidelizzare e fare questo con poche risorse e poco tempo non è affatto facile.

Cannella la scorsa settimana ha proposto in Consiglio Federale il blocco delle retrocessioni. Cosa ne pensa? Penso che nell’ottica di una riduzione dei costi sia una manna dal cielo. Se si bloccano le retrocessioni una piccola società come la Sutor può investire sui giovani o su chi proviene da leghe minori italiane e non, senza fretta di scoprire il “fenomeno” e senza paura di sbagliare, avendo tempo di formare un nucleo che può esser portato avanti nel tempo a costi ridotti. Chiaramente questa è una visione manageriale del basket, che è pur sempre uno sport, senza retrocessioni e quindi promozioni viene meno la valenza sportiva di un risultato buono o cattivo che sia, viene meno l’emozione di giocarsi tutto all’ultimo minuto dell’ultima partita e questo per il tifoso è onestamente una grossa perdita.

Ieri il General Manager Santoro ha dichiarato che gli sponsor non si avvicinano al basket per mancanza di visibilità televisiva. Come vi muovete voi come Insieme per la Sutor alla ricerca di nuove realtà da inserire? Quello che si fa all’interno dell’Associazione non ha nulla a che fare con i “problemi” che vive il basket, tipo la mancanza di visibilità televisiva. Quando si parla di “Insieme per la Sutor” si parla di rapporti personali, di contatti che si possono avere fra imprenditori e quindi fra imprese, si dà il massimo valore alla persona e a quello che può trasmettere e dare si a livello lavorativo, la classica “rete fra imprese” e quello personale, fatta di nuove conoscenze e perché no nuove amicizie. Ogni nuovo associato comunque è presentato da un vecchio socio che lo presenta e che gli apre la strada all’ingresso nella nostra realtà, è chiaro però che se qualcuno fosse interessato può sempre contattare la nostra responsabile Pubbliche Relazioni Isabella Cardinali e chiedere un incontro: la nostra porta è sempre aperta.

Cosa pensa attualmente della squadra e del lavoro di Coach Recalcati? Il coach Recalcati è un grande uomo prima che un grande allenatore e ciò lo posso affermare dopo aver avuto il piacere e l’onore di conoscerlo. Sta insieme al suo staff, fatto di professionisti seri e preparati, gestendo al meglio una situazione non facile fatta di infortuni, cambi di giocatori e condizioni ambientali non esaltanti.
Alla squadra chiederei solo di sposare ancor più lo spirito battagliero della nostra terra, siamo un popolo di grandi lavoratori, sarebbe bello vedere i nostri giocatori affrontare le gare con la grinta, l’ardore e il coraggio con cui ogni lavoratore tutte le mattina affronta la propria giornata, sembra una banalità, ma qui da noi il sudore e l’attaccamento alla maglia ha ancora un immenso valore.

Alcuni rumors parlano di un Valerio Amoroso, che come in estate, faccia più attenzione ai soldi che all’offerta tecnica di una squadra e una società che gli hanno dato tanto. Ci può dire se sono stati fatti dei passi avanti nella trattativa? La trattativa se mai una trattativa c’è è di matrice e di responsabilità Sutor, come tutte le scelte tecniche e manageriali della S.S.Sutor. Mi limito a dire che da tifoso sarei contento di un suo ritorno proprio per il concetto di attaccamento e di ardore che vorrei vedere in tutti quelli che indossano i colori giallo-blu, ma questa operazione se dovesse andare in porto secondo me deve essere valutata prima di tutto a livello economico e poi a livello sportivo. Se Valerio capisce che le scelte di cuore devono comportare inevitabilmente delle rinunce e se la società e in grado di far quadrare l’operazione a livello finanziario ben venga, altrimenti meglio restare come stiamo.

Chiudiamo parlando del futuro. Nello scorso maggio, presentando la vosta associazione, avete sottolineato che nella prima fase avreste solo affiancato dall’esterno la ‘Triade’ che si era impegnata a rientrare del debito pregresso. Quando quest’operazione sarà portata a termine quali sono le vostre intenzioni? Le nostre intenzioni sono sempre le stesse, dare il massimo contributo possibile, non sono a livello economico sia chiaro, alla Società, già abbiamo fatto tanto, più di quanti molti si aspettavano. Inoltre abbiamo sempre chiarito che restare fuori dalla società era una prerogativa essenziale per far crescere l’associazione senza oneri di gestione e di organizzazione che spetta alla Triade, detto questo a fine anno sportivo tireremo le somme di quanto fatto e analizzando l’annata sotto vari aspetti decideremo cosa fare da grandi.

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