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Enel Brindisi – Klaudio Ndoja : un addio al veleno

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L’annuncio dell’addio del capitano Klaudio Ndoja arriva tramite la bacheca Facebook del numero 13 ormai ex biancazzurro:

Forse non tutti sanno che … Ma sicuramente qualcuno saprà , che l’anno prossimo non sarò più un giocatore del Enel Brindisi, voglio ringraziare la città di Brindisi e tutti i brindisini per avermi ospitato nella vostra città e per avermi

fatto sentire uno di voi,sono stati 2anni pieni di emozioni,belle e meno belle, e insieme abbiamo scritto la storia,ma purtroppo lo sport ormai è questo… Non esistono più le bandiere o i punti di riferimento per una squadra.
Brindisi è un posto speciale e avrà sempre un posto importante nel mio cuore.

Con affetto il Capitano.

Numerose le testimonianze d’affetto nei confronti di Ndoja e mentre molti inondano la bacheca del loro beniamino ringraziandolo per i magnifici due anni trascorsi a Brindisi, è altrettanto numerosa è la fetta di tifosi biancazzurri che si interroga su quali siano stati i motivi per i quali un rinnovo contrattuale sostenuto a gran voce da buona parte della piazza non sia tramutato in realtà. Proprio a questi ultimi l’ex capitano concede ulteriori chiarimenti scrivendo così:

Il bello è che non mi hanno fatto nemmeno una proposta, non hanno voluto sapere neanche di quanto ero disposto a ridurmi lo stipendio 😉 non si finisce mai di imparare !

Per poi ribadire:

non me ne sto andando io…forse sta cosa non è chiaro a tutti…

Lasciare queste faccende al pubblico dominio dei social network può essere considerato un comportamento non condivisibile da parte di un professionista che per due stagioni ha vestito la maglia di una società che ha sempre onorato i suoi impegni economici seppur in un periodo di crisi e che, per dirla tutta, non ha nessun obbligo a formulare un’offerta per un contratto in scadenza. D’altra parte la schiettezza e la sincerità sono due tratti fin troppo facilmente riconoscibili in Klaudio Ndoja.

Infatti l’ex capitano non si è mai tirato indietro ne sul parquet ne quando c’era da mettere la faccia sia davanti ai tifosi che in conferenza stampa. Chiare furono le sue accuse in conferenza stampa nei confronti di alcuni compagni di squadra rei di non dare il massimo, così come chiara era la sua presa di posizione quando ha giustificato i fischi del PalaPentassuglia nei confronti della squadra che con una serie di brucianti sconfitte aveva mandato all’aria un indimenticabile girone di andata concluso al settimo posto.

Klaudio Ndoja forse paga in prima persona il caro prezzo di un girone di ritorno a ritmo retrocessione da parte dell’Enel Brindisi: si sarebbe giunti ad una conclusione differente se si fossero messi fuori quegli elementi che, dapprima difesi a spada tratta dalla società, a fine stagione sono stati additati di aver tirato i remi in barca a salvezza ottenuta ?(leggi Scottie Reynolds, prima difeso dal Presidente Marino in un’infuocata conferenza stampa e poi considerato una delusione in un’intervista di fine stagione dallo stesso Presidente).

Di certo i risultati del campo hanno fornito una chiara risposta a questa domanda: molto difficile sarebbe stato far peggio delle ultime 10 sconfitte su 11 match che hanno contribuito a scaldare gli animi tanto che secondo alcune indiscrezioni si sarebbero incrinati i rapporti tra staff tecnico e lo stesso capitano.

Lasciando da parte le voci di corridoio, il fatto che il Klaudio Ndoja affermi di non aver ricevuto alcuna offerta da parte della società brindisina è forse il secondo chiaro indizio che porta il sodalizio pugliese verso la formula del 3+4+5 per la costruzione del roster 2013-14.

Infatti dopo il rinnovo del contratto del centro dal passaporto bulgaro Cedric Simmons, il mancato rinnovo di uno degli italiani più pagati fra i brindisini è un chiaro segnale della riduzione del budget messo a disposizione per il tesseramento di atleti dalla nazionalità italiana: i 5 azzurri dovrebbero essere in gran parte giovani con uno al massimo due elementi di esperienza.

E come recitava uno striscione in curva: Tutto il resto è Ndoja!

 

Antonio Magrì
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