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Countdown di Torino-MIlano: Bechi “psicologo” e giocatori fantasma

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10 passi per rivivere il lunch match di ieri fra Auxilium Cus Torino e Olimpia Milano:

10 (su una scala da 0 a 10): il desiderio dei tifosi torinesi di vincere per la prima volta fra le mura amiche del Ruffini, dopo 3 ko pesanti. 10 anche come la goduria provata dagli stessi per l’avversario contro cui è arrivata la vittoria: gli storici rivali di Milano. Scherzo del destino

9 le palle perse dalla Manital, segno di una gestione oculata del ritmo e di un gioco di squadra ritrovato (ben 16 gli assist complessivi). Il bilancio assist/palle perse di Milano è 11/17: un attacco spesso stanziale in cui l’isolamento è ciò che si verifica più spesso.

8 le bombe segnate da Torino contro quelle tentate da Milano: quelle dell’MVP del match, Dawkins, hanno dato la scossa alla squadra torinese e mandato in frantumi il piano partita dell’EA7. Destabilizzanti

7 (su 7) I liberi segnati da McLean: l’unico con Jenkins a salvarsi (23 punti e 32 di valutazione). Quando i compagni lo hanno cercato, ha sempre risposto presente (non altrettanto in difesa però): nel finale però i compagni si sono dimenticati di lui. Caduto nel dimenticatoio.

6 la valutazione secondo la LegaBasket di Jacopo Giachetti: preoccupa però il suo plus/minus di -20 (l’unico negativo fra tutti i torinesi). Il suo ruolo di play “ragionatore” è comunque fondamentale, specie se dovesse arrivare Jerome Dyson nella capitale sabauda. Come Arianna, alla ricerca del filo

5 Gentile Ha forzato troppo nell’ultimo quarto sbagliando anche il tiro del pareggio nell’ultimo minuto, ma si è assunto le responsabilità nonostante un infortunio, vista la timidezza dei compagni. Condottiero abbandonato

4 il numero di maglia di Dejan Ivanov: la sua lotta sotto le plance a suon di sportellate e di tecnica contro McLean ha fatto scintille, specie ad inizio ripresa. Doppia doppia sfiorata (17+9). Gagliardia d’ordinanza

3 I tiri tentati e sbagliati da Oliver Lafayette in 25′. Per l’ex Oly altra prova anonima: sembra non capire il proprio ruolo all’interno della squadra. Parole che valgono anche per l’ex Minnesota: doveva essere il tiratore designato ma per adesso la sua mira è scentrata. Fantasmi ricercati dai ghostbuster

2 come le vittorie di Bechi in A con Torino: alla vigilia tanti avrebbero scommesso sul suo de profundis al 40′. In piena emergenza, ha dato fiducia a Dawkins e Miller, fino a ieri criticati per la mancanza di personalità. Da loro ha tirato fuori il meglio. Psicologo

1 L’anno fra i professionisti di Ian Miller: il talento non si discute, sulla sua attitudine difensiva sì. Bechi ha voluto la sua conferma, sperando che il suo ingresso dalla panchina potesse spaccare in due le partite. Ieri lo ha fatto. Dinamo

0 la tranquillità in casa Olimpia: l’espulsione di Simon, le occhiatacce e le continue braccia spalancate per le giocate sbagliate dei compagni sono segnali preoccupanti. Repesa più che risolvere i problemi tecnici (tanti) deve pensare a costruire una coesione di squadra senza la quale, anche le partite sulla carta da vincere, diventano delle montagne da scalare.