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CountDown: Cantù torna a volare sulle ali di Abass. Bologna travolta sul piano fisico

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Abass (Cantu)Ritrova il sorriso ed un minimo di serenità l’Acqua VitaSnella Cantù, con la convincente vittoria interna 89-67 contro la Virtus di coach Valli che arrivava da due successi consecutivi. Un predominio costruito in difesa, dove il linguaggio del corpo dei ragazzi di Sacripanti sembra risentire positivamente della strigliata arrivata in settimana dalla Presidente Cremascoli.

Dalle buone cose nella propria metà campo Cantù costruisce anche la propria prestazione più convincente e collettiva in attacco, invertendo quel quoziente assist/perse troppo spesso inferiore a 1 quest’anno, nonostante 15 palloni al vento (ma 21 assist, season high), condizionate dal calo di lucidità offensiva del terzo periodo (6 solo qui) e qualche leggerezza nel finale senza storia. Soprattutto non si trasformano quasi mai in punti facili per gli avversari, togliendo ossigeno ad una Virtus che non tiene il passo fisicamente e si rifugia con poco costrutto nelle individualità, per un secondo tempo povero di contenuti offensivi in cui le V nere si consegnano agli avversari

 

10 su 16 dal campo per Cantù in un secondo quarto scintillante in attacco, con la palla che gira come mai quest’anno (8 assist), non a caso nel giorno del ritorno di Feldeine dai problemi muscolari. Anche le percentuali complessive (61% da due, 46% da tre) raccontano della migliore organizzazione di gioca canturina, che produce scelte di tiro ponderate e condivisione di palla e responsabilità.

9 come le schiacciate biancoblu in una serata dove non si è lesinato lo spettacolo atletico. Non fanno valutazione, è vero, ma elettrizzano l’ambiente ed esaltano un Dequan Jones (5 solo per lui nei suoi 13 punti con 18 di plus/minus, il più alto dei suoi) che produce tutto il suo campionario di jam in tap-in, alley oop e transizione e raccoglie fiducia dopo un inizio titubante.

cheikh mbodj, schiacciata, cantù8 come gli assist di un Johnson-Odom (10 con 2/8 dal campo) con poco feeling al tiro, ma ispirato come passatore, in veste del quale fa felici parecchi compagni. Ci sono 4 perse nella sua partita, ma 2 arrivano ad inizio ripresa, quando la palla torna a fermarsi troppo nelle sue mani, e 2 nel garbage time a risultato acquisito. Con i suoi 5 falli subiti è una preoccupazione costante per la difesa di Valli.

7 come i canestri dal campo dell’MVP Abass (18, 7/8 FG, 5 reb) e della “sorpresa” Mbodj (15, 7/10 FG, 5 reb). Il capitano indica la via nei momenti chiave – a cavallo dei primi due quarti e in apertura dell’ultimo –, segna da tre (2/2), in 1vs1 e in transizione e in difesa copre gli spot dall’1 al 3, firmando la sua migliore prova (e career high) in Serie A. Lo “Sceicco” da Cincinnati sfodera prontezza e esecuzione sul pick’n’roll, diventando il primo terminale offensivo nel secondo quarto (11 punti), in difesa porta stoppate (2) e intimidazione, cambiando il panorama all’interno dell’area biancoblu.

6 come le triple a segno nel match per entrambe le squadre. Solo che Cantù tira 13 volte dai 6.75, selezionando le conclusioni e preferendo capitalizzare la superiorità fisica in area, Bologna ne spara 23, spesso senza ritmo o da distanza siderale, finendo per perdere il filo in un attacco che nella ripresa produce solo 28 punti complessivi.

5 come gli assist di un James Feldeine cauto ma già incisivo a dispetto dei soli 3 punti segnati. Come il bosone di Higgs, il dominicano conferisce massa alle particelle dello scacchiere canturino e dà coerenza al sistema. La botta al polso che lo toglie dal match nel terzo quarto (in serata l’esito degli accertamenti ma i rumors sembrerebbero scongiurare il peggio) tiene tutta Cantù col fiato sospeso. Imprescindibile.

Imbrò (Bologna)4 come i rimbalzi di un Gentile (12, 2/4 da tre) efficace nella regia in coabitazione con DJO, soprattutto quando c’è da attaccare la zona di Valli, nonostante qualche persa di troppo, e 4 punti, con ben 8 rimbalzi, per un Buva solido, la cui continuità sta diventando un fattore nelle rotazioni di Sacripanti.

3 come le triple di Jeremy Hazell (15, 6/13 dal campo) e come i (pochi) minuti giocati nel terzo quarto, quando, nel momento peggiore della Virtus in attacco, il prodotto di Seton Hall avrebbe potuto dare più di tanti suoi compagni di reparto. Quando Valli corre ai ripari rimettendolo sul terreno la partita è già scappata.

2 come le triple di Matteo Imbrò (8, 2/4 da tre), colui che tiene in partita la Virtus (insieme ad Hazell) nel primo tempo. Si spegne alla distanza, quando Sacripanti manda anche Abass sulle sue piste, ed il prospetto virtussino si accontenta di un paio di siluri sparacchiati e fuori bersaglio da 8 metri.

1 come l’unica tripla delle V nere nei secondi 20′ su 11 tentativi. L’attacco felsineo va in debito d’ossigeno nella ripresa, finendo per rifugiarsi in una serie di iniziative personali che l’attenta difesa dei padroni di casa non fa fatica a contenere.

0 come i canestri dal campo del peggior Fontecchio della stagione (1, 0/6 dal campo in 24′ con -25 di plus/minus). Il figlio della grande Malì Pomilio segna il primo punto Virtus dalla lunetta, poi subisce a livello fisico la preponderanza dei pari ruolo canturini uscendo dalla partita. Considerata la giovane età una battuta d’arresto non preoccupa, ma il giocatore visto ieri aveva poco a che fare con quello delle prime uscite stagionali.

Stefano Mocerino

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