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Milano, parla CJ Wallace: “Ora sto bene! A Drake Diener ci pensano Moss e Cerella”

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CJ Wallace si confida in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport parlando di come la sua stagione sia particolarmente difficile: «Colpa dell’infortunio e dell’operazione subita ad inizio stagione — attacca CJ —. Ero fuori forma, per 2 o 3 mesi si è visto un giocatore diverso. A gennaio è cominciata la ripresa ma il coach aveva già trovato gli equilibri e quindi sono ripartito da zero. Ora sto molto bene e penso di aver prodotto qualche buon momento, anche nelle sfide contro il Maccabi».

E in gara-5 contro Pistoia, quella della grande paura. Surrogando al meglio l’assenza di Melli, fuori anche stasera in gara-1 contro Sassari: «Ho dato quello che serviva alla squadra. Per questo devo ringraziare Banchi che mi ha preservato nelle partite precedenti. Ero Fresco…» dice ridendo e con una punta di ironia. «Dai, il lavoro del coach non è semplice: nel mio ruolo ci sono giocatori affidabili come Kangur e un nazionale come Melli. Le scelte non sono mai facili». Consigli Wallace invece ha le idee chiare su come aggredire la volata verso lo scudetto. Primo aspetto: la pressione. «La pressione è un privilegio. Se ci sono aspettative alte significa che la squadra ha i mezzi per vincere. Hackett vuol vincere perché è abituato. Gentile per diventare una giovane star. Io e altri perchè è l’unico modo per rimanere a Milano. Dobbiamo unire le nostre aspirazioni». Secondo aspetto: il gruppo. «Le 4-5 migliori squadre d’Europa sono composte da organici profondi dove non c’è gente che gioca 30 minuti ma 19, non segna 30 punti ma 15 e si rende utile in tutte le parti del campo. Poi, quando va in panchina, fa i complimenti al compagno che entra e si mette a tifare. Questa si chiama mentalità vincente». Intanto riecco Sassari, del pistolero Drake Diener: «E’ un amico — dice Wallace — e un tiratore strepitoso. Noi abbiamo due giocatori che possono fermarlo: Moss e Cerella. Ma Drake incide per il 25%. Poi ci sono gli altri: Travis, Caleb Green, Thomas». Gente che non perdona