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Cantù-Montegranaro, il Count Down di BasketItaly.it

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Segnali positivi e dubbi persistenti nel nostro abituale Count Down, corredati dall’analisi statistica del match con cui Cantù tenta di uscire dalla crisi a spese di una Sutor che paga le minori motivazioni nell’approccio alla partita:

10 come i recuperi di Cantù nel match, segnato fin dal principio dalla maggiore aggressività e determinazione degli uomini di Trinchieri, che si vede soprattutto nella metà campo difensiva e genera transizionee punti in contropiede.

9 come gli effettivi impiegati da Trinchieri (escludendo la passerella di Casella e Abass) con equa distribuzione dei minutaggi: più che cercare 6/7 uomini di fiducia (vedi conferenza stampa pre-Novarello, ma Cremascoli aveva già precisato il senso di quelle parole) il coach fa ricorso alla profondità del suo roster per compiere il primo passo fuori dal tunnel.

8 come i punti di Mancinelli nel secondo periodo in cui il capitano della Nazionale è protagonista in difesa (3 recuperi) e in transizione (piazzando anche il lay up con palla dietro la schiena, uno dei suoi “marchi di fabbrica”). Ci sono lui e Brooks da ali nel momento migliore di Cantù nel match.

7 come i rimbalzi offensivi di Cantù nel primo quarto, che mettono subito in chiaro le gerarchie in vernice. Gli extra-possessi, assieme al buon trattamento di palla (solo 11 perse a fronte di 13 assist), sono una delle chiavi con cui Lenovo sbriga la pratica Sutor già a metà gara.

6 come i punti di Jerry Smith, con 2 assist e 4 falli  subiti. Cifre che non saltano agli occhi, ma con lui in campo Cantù gira al meglio (+25 il suo plus/minus) e l’inchiodata a difesa schierata dopo aver spazzato via di fisico Di Bella è sintomatica dell’energia che la guardia da Louisville porta alla partita.

5 come le stoppate delle torri biancoblu, Tyus (3) e Cusin (2), specchio di una difesa attiva negli aiuti dal lato debole e nelle rotazioni sul pick’n’roll marchigiano. Segnali incoraggianti, pur contro una squadra povera di lunghi, in attesa di trovare conferma nelle ben più dure prove contro Trenkwalder e EA7.

4 come le triple di Maarty Leunen, che tira solo da oltre l’arco chiudendo col 66.6% dal campo. La ritrovata predisposizione di Cantù alla condivisione della palla genera effetti positivi sulla qualità dei tiri presi e i traccianti del prodotto di Oregon fanno male da subito alla difesa marchigiana.

3 come le triple della Sutor (su 20), con le due di Freimanis che arrivano nel quarto di coda, a match strachiuso. La squadra di Recalcati non ha la pazienza per costruire tiri aperti e finisce per sparacchiare dal perimetro (1/8 nei primi 10′) in una serata in cui già paga un pesante dazio nel pitturato.

2 come i canestri dal campo, su 12 tentativi, di Daniele Cinciarini in una prova da 6 punti, 4 perse e -7 di valutazione. L’esterno Sutor, miglior realizzatore italiano in Serie A, va sotto contro un Aradori  (13, 6 reb e 4 ast) che lo schianta sul piano fisico, prima che Recalcati lo lasci a lungo seduto nella ripresa.

1 come il brivido che attraversa il Pianella poco prima della palla a due, quando la coreografia Eagles trascina tutto il pubblico nell’incoraggiamento alla squadra, sciogliendo (per ora) il clima di latente incomprensione che aveva attraversato la settimana di vigilia

0 come i punti di Jonathan Tabu, unico dei suoi a chiudere con valutazione e plus/minus negativi (-1). Spiace dover evidenziare il momento no di un giocatore che ha retto da solo la baracca in regia nei mesi di assenza di Smith e in mezzo alla tempesta dell’addio a Markoishvili. Eppure proprio la componente psicologica del ritorno del compagno di reparto sembra frenare in questo momento le qualità del play nativo di Kinshasa.

 

Stefano Mocerino

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