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Cantù e Pesaro alla guerra fratricida per sognare in grande

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Vigilia di play-off per Bennet Cantù e Scavolini Pesaro, serie che si annuncia tra le più agguerrite del primo turno. La squadra di coach Trinchieri trova sulla sua strada l’unica avversaria capace di batterla per due volte in regular season, potendo vantare invece la vittoria in semifinale di Coppa Italia a Torino. Gli uomini di Luca Dalmonte, per caratteristiche e modo di giocare si sono dimostrati avversari piuttosto ostici per i brianzoli, mettendoli in difficoltà grazie al talento e all’atletismo di uno dei quintetti più dotati dell’intera seria A.

Pesaro, squadra basata molto sulle individualità, in un certo senso può essere considerata “filosoficamente” agli antipodi, rispetto a Cantù. Trainata in attacco da James White (17.4 punti di media, 3° in serie A) e Richard Hickman (16.1), manda regolarmente in doppia cifra anche Jumaine Jones (11.3) e Daniel Hackett (11).

Al contrario Cantù ci ha abituato ad essere squadra, con la S maiuscola, con diversi attori in grado risolvere le partite con l’acuto di giornata, ma con una solidità e costanza impressionanti. Se guardiamo alle statistiche stagionali dei realizzatori, troviamo ben 8 uomini compresi tra i 7.6 punti a sera di Gianluca Basile e gli 11.5 di Doron Perkins, a testimonianza della grande profondità della squadra di Trinchieri, quando si tratta di dividersi le responsabilità.

A tenere banco su entrambi i fronti la possibilità di recuperare gli infortunati, con Dalmonte che ritroverà, vedremo in quali condizioni, Marco Cusin, mentre in casa Bennet prosegue silenziosamente (ovvero senza notizie ufficiali) il lavoro dello staff medico con Shermadini e Micov, con il serbo che avrebbe visto salire, nelle ultime ore, la possibilità di riaggregarsi ai compagni, in un punto per ora  imprecisato della serie.

Dettagli non da poco, considerato che la profondità del roster è certamente uno dei punti a vantaggio di Cantù, che, soprattutto tra gli esterni, vanta maggiori rotazioni e maggiore esperienza con veterani del calibro di Basile e capitan Mazzarino (gara-1 sarà la 250esima partita per lui in maglia canturina). Per Dalmonte, sostanzialmente, il cambio per le guardie arriva da Daniele Cavaliero, pericoloso quando entra in striscia, mentre l’eclettismo di Flamini lo rende utile jolly per cambiare le ali e giostrare da “mezzo” lungo.

La battaglia sotto i tabelloni, data per acquisita l’assenza del sette piedi georgiano, si annuncia cruciale (Scavolini ultima per rimbalzi a partita, ma Bennet che, causa assenze, deve rinunciare a parecchi chili e centimetri): Dalmonte può contare sull’energia di Lydeka e Cusin, con Urbutis che può portare minuti utili in termini di gestione dei falli, mentre il suo omologo sulla panchina biancoblu può fare affidamento su un Brunner apparso molto concreto nel finale di stagione regolare e sulla tecnica del Mahatma (così lo definì Trinchieri alla vigilia dei play-off della passata stagione) Marconato, che dovrà far valere la propria esperienza nella fase più calda della stagione. Affascinante il confronto tra i due 4 titolari Leunen e Jones, entrambi attesi ad assumersi responsabilità importanti, soprattutto oltre l’arco dei tre punti, nei momenti decisivi.

Questi, in sintesi, i nostri “punti chiave” della serie per la Bennet:

–         difesa sul pick’n’roll, con Hickman e Hackett principali indiziati per attaccare le guardie di Cantù, che possono pagare qualcosa dal punto di vista atletico. La Scavolini arriva a questa sfida con una percentuale da tre rivedibile (33.3%), Cantù può valutare la possibilità di sfidarli dal perimetro.

–         controllo del ritmo: è una delle caratteristiche dei biancoblu, da sottolineare a maggior ragione contro una squadra come Pesaro, che produce 10.6 recuperi a partita (terza in serie A), da cui è in grado di capitalizzare con giocate in transizione primaria o secondaria.

–         selezione di tiro: la Bennet è la migliore in serie A per percentuale dal perimetro (38.2%), statistica costruita grazie alla circolazione di palla generata dal sistema. Quando ciò viene a mancare l’attacco dei brianzoli a volte batte in testa, con Perkins che accentua la tendenza a tenere troppo la palla, da cui nascono spesso tiri forzati sulla sirena dei 24″. Il rientro di Micov sarebbe molto utile, anche, se non soprattutto, in quest’ottica.

Allo stesso modo, queste le nostre chiavi di lettura per quel che riguarda Pesaro:

–         sfruttare il vantaggio fisico con le guardie: attaccare dal palleggio, soprattutto contro i più piccoli Basile e Mazzarino, può permettere di portare a casa punti, falli, tiri liberi (cosa che ha fatto molto bene Bologna all’ultima di regular season).

–         adattarsi all’eclettismo dei quintetti canturini: paradossalmente l’attuale situazione infortuni in casa canturina ha dato spazio a quintetti small-ball, con Markoishvili da 4 e addirittura Leunen da 5, con tutti potenziali tiratori dal perimetro. Il georgiano, in particolare, oltre ai minuti ha visto aumentare esponenzialmente il proprio rendimento e può essere l’uomo-chiave della serie. Adeguarsi in fretta alle mosse della Bennet sarà cruciale per la Vuelle.

–         uscire dallo spartito del match, cambiandone il “momento” con giocate individuali, possibilità, peraltro, prevista espressamente dal sistema di coach Dalmonte. Hickman, Jones, Hackett, White possono tirare “sopra” quasi ogni avversario in questa Lega. Se la Scavo saprà arrivare vicina nel punteggio nei finali di partita, può davvero pensare di allungare la serie.

Insomma sarà una sfida tutta da scoprire, che lascerà intuire qualcosa solo dopo i primi due episodi in terra canturina, dalla quale Pesaro spera di tornare con l’1-1 in tasca. Esigenza opposta per la Trinchieri-band, che vorrebbe scendere nelle Marche su un tranquillizzante 2-0.

Il via domani sera alle 20.30, in una NGC Arena che va già verso il tutto esaurito, anche se il tradizionale clima “infernale” potrebbe essere parzialmente mitigato dallo storico gemellaggio tra le due tifoserie.

Stefano Mocerino

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