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Cantù cerca il rilancio in campionato, con Avellino vietato sbagliare

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Torna tra le mura amiche del Pianella la chebolletta Cantù, ospite la Sidigas Avellino di coach Giorgio Valli, che si presenta con gli scalpi di Milano e Bologna alla cintura, battute entrambe sul legno del PalaDelMauro. Ancora alla ricerca di continuità in campionato la squadra brianzola si trova di fronte, dopo Varese, un’altra delle squadre che giocano un basket veloce e ad alto ritmo, terza per punti segnati (81,4) e dotata di tiratori micidiali dall’arco:

la Scandone è infatti seconda per percentuale da tre in serie A con il 44,9% (44/98), tirando poco meno di 20 volte a partita, guidata dal 59,3% di Nikola Dragovic (15,8 più 7,2 rimbalzi), ala grande di 206cm dallo Spartak San Pietroburgo dopo il college a UCLA, e dallo stratosferico 65,4% di Jeremy Richardson (anche miglior realizzatore dei suoi a 16,8 punti, cui aggiunge 4 rimbalzi a sera). La guardia Usa, proveniente dal campionato georgiano, assicura la trazione posteriore della squadra assieme a Chris Warren, tuttora infortunato e assente al Pianella, e Mustafa Shakur. L’ex Casale, swingman di 1,91, sta producendo 9,8 punti con 3,8 rimbalzi e 4,6 assist di media, mentre il terzo esterno, in contumacia Warren, è Dan Mavraides, guardia da Princeton al secondo anno da pro, protagonista dell’ultima vittoria biancoverde con 14 punti e 6/10 dal campo contro la Virtus Bologna.

Dalla panchina escono l’esperienza e la sregolatezza di Valerio Spinelli, un’istituzione in Irpinia, 5,8 punti e 2,6 assist in 20’ di impiego, mentre Nicholas Crow, 23enne nativo di Rimini, può coprire minuti da numero tre in caso di bisogno. A presidiare l’area della Sidigas Linton Johnson, alla terza stagione campana, 9,3 punti e 8 rimbalzi in tre gare giocate finora, e Ndudi Ebi, centro nigeriano passato da Ferrara nel 2008/09 (con cui espugnò Cucciago contro la Ngc di Dalmonte), 10,8 punti col 65% d al campo e 8,6 rimbalzi a partita. Ulteriore rotazione al reparto la assicura Paul Stephan Biligha, ala centro italiana classe’90, titolare di 8’ sul parquet per poco meno di 2 punti di media.

Un roster molto meno profondo rispetto a quello biancoblu, ma con elementi in grado di dare parecchio fastidio alla difesa di Trinchieri. Intanto dentro l’area colorata, dove Cantù, senza il pieno recupero di Scekic, manca di un uomo affidabile per proteggere il pitturato e, in attacco,  di un giocatore di post basso in grado di ribaltare il lato della palla e far muovere la difesa avversaria. Cusin (7,4ppg e 4,4rpg) e Tyus (11,4ppg e 5rpg), per motivi diversi, potrebbero faticare contro l’agilità e l’atletismo di Johnson e il fisico di Ebi, mentre in attacco hanno una gamma di soluzioni ristretta e confinata sostanzialmente alla ricezione dinamica dal  pick’n’roll.

Al capitolo guardie Cantù si ritrova con un Jerry Smith (7,4ppg più 3 assist a sera) al momento in crisi di identità, imbrigliato in un gioco a ritmo controllato che pare non appartenergli e dal quale non riesce a creare attacco per la squadra. Il Tabu (9,6ppg con 3,2 assist in 5 partite) visto due settimane fa contro Brindisi sembra molto più indicato per ricoprire il ruolo di point guard, almeno in campionato. Detto di un Aradori sempre produttivo (10,8 punti di media), ma che si vorrebbe più coinvolto nelle dinamiche offensive della squadra, così come Jeff Brooks (10ppg e 5,4rpg), la chebolletta si affida alla vecchia guardia, Mazzarino, Markoishvili e Leunen per recuperare qualcuna delle certezze smarrite nella seconda metà di Ottobre.

La chiave tattica del match si annuncia ben chiara, con Avellino impegnata a dar fuoco alle polveri del proprio attacco, in termini di tempo-partita accelerato e Cantù a gettare acqua, giocando ai 24” sui due lati del campo. Propedeutico a questo scopo sarà limitare le palle perse, che sfiorano l’allarmante quota di 17 a partita, onde evitare di innescare la transizione ospite.

I 26 precedenti tra le squadre dicono 21-5 pro Cantù, che ha portato a casa 9 delle 12 sfide casalinghe. Palla a due alle 18.15 (diretta per la Campania su TeleNostra) agli ordini dei signori Taurino, Quacci e Duranti.

Stefano Mocerino

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